Nozze-truffa. Gli aministratori contestano le norme.
Un matrimonio misto su tre è combinato. Italiane e romene le "spose" compiacenti: 4mila euro per il sì.
Da gennaio, su 1.544 matrimoni, 256 sono stati celebrati fra sposi stranieri e 481 fra italiani e immigrati.
Quando il consigliere comunale che stava per celebrare il matrimonio gli ha chiesto di esibire il permesso di soggiorno, la risposta del marocchino di 32 anni è stata: "Mi sposo proprio per il permesso". E sì perchè, nonostante il pacchetto di sicurezza abbia dato il giro di vite preannunciato, il matrimonio per uno straniero resta il modo più semplice per regolarizzarsi. Nel primo caso sopraesposto, si sono scambiati il fatidico "sì" un gran numero di maghrebini e rumene, queste ultime entrate a far parte della comunità europea e quindi regolari
E a una successiva verifica che accerti la convivenza dopo le nozze, il 25% non resta insieme. A questa percentuale va aggiunto un altro 10% quando lo straniero va a rinnovare il permesso e lo fa sottoscrivendo un altro domicilio. Meno di tre settimane fa un matrimonio combinato fra un clandestino egiziano e una rom rumena. Allora a scoprire il raggiro avvenuto a Palazzo Dugnani, era stato il consigliere Enrico Fedrighini, che doveva officiare la cerimonia. Fedrighini aveva invitato i vigili urbani a controllare i documenti dell'egiziano, un trentenne di Fayoum, e dalla centrale di polizia municipale, era stata accertata l'irregolarità.
Un caso analogo si era verificato con il consiliere Carmine Abagnale. "Contro l'aggiramento della legge sull'immigrazione - ha detto Abagnale - poco può fare il Comune, perchè l'irregolarità non è fra le condizioni ostative per non celebrare un matrimonio, che solo un magistrato può invalidare. Mi auspicavo che nel decreto legge sulla sicurezza, fossero inseriti anche gli strumenti adeguati per frenare questa truffa. Sarebbe stato sufficiente imporre di mostrare un documento idoneo alla permanenza in Italia".
Invece la legge recita: "La posizione irregolare dell'immigrato che intende sposarsi non incide sulla capacità del soggetto e non rappresenta una "capitis deminutio" dello stesso...". Una legge che è stata ricordata dal Prefetto con una recente circolare all'Ufficio Matrimonio del Comune. Mentre il regolamento di Stato Civile spiega che "bisogna informare l'autorità di PS, qualora gli sposi stranieri siano sprovvisti di permesso di soggiorno...". Intanto, intascando dai 2 ai 4 mila euro, molte romene si accasano con gli extracomunitari.
di: Michele Focarete
da: "Corriere della Sera", lunedì 28.7.2008 (cronaca di Milano).
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