Ma la Rice aggiunse che prima di cambiare qualcosa occorrevano progressi nei negoziati sul nucleare. Il presidente iraniano Ahmadinejad non si oppose all'idea: "Esamineremo con favore ogni proposta che migliori le nostre relazioni". Da indiscrezioni del Dipartimento di Stato, da allora un dibattito al riguardo ferve nell'amministrazione Bush. L'apertura della Sezione non comporterebbe comnque la ripresa dei rapporti diplomatici: dal 1977 l'America ne ha una a Cuba, pur non riconoscendo il regime castrista.
Se compisse questo passo, oltre a quello di mandare il sottosegretario William Burns a Ginevra, per Bush sarebbe una totale inversione di rotta: fino a pochi giorni fa, alla Casa Bianca non si escludeva un attacco all'Iran. Ma Bush, messo sotto assedio dai falchi e dai conservatori, vuole procedere con cautela. Se i negoziati con l'Iran fallissero, ha ammonito la portavoce Dana Perino, il presidente chiederebbe nuove sanzioni contro l'Iran, e rimetterebbe tutte le opzioni sul tavolo. La Sezione è dunque uno strumento di pressione, un premio per eventuali concessioni iraniane
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