Sorpresa: l'Italia è al top per competitività!!
Per Onu e Wto la nostra industria è seconda solo alla Germania nel mondo.
L'Italia che compete ha successo. Non è di serie B. Anzi, nel mondo è seconda solo alla Germania. Mancava una certificazione ufficiale per allontanare l'immagine del declino. Ora c'è, sintetizzata da un indice poco conosciuto elaborato da Onu (Unctad) e Wto. Si chiama Tpi (Trade performance index) e colloca il nostro paese ai vertici della classifica mondiale dei più virtuosi nel comercio con l'estero. Una sorpresa? "Ci possiamo togliere qualche soddisfazione dopo tanta ingiustificata autocomiserazione - dice Marco Fortis, docente di economia industriale alla Cattolica di Milano e autore del dossier che sarà pubblicato dalla Fondazione Edison sul Quaderno d agosto -. "In questi anni abbiamo vissuto un paradosso - spiega - un'industria che va benissimo sui mercati internazionali, ma che fatica all'interno".
Una contraddizione cavalcata da classifiche impietose - gli indici dell'Imd di Losanna o quello del World economic forum - che mettevano l'Italia dopo Zimbabweo Bulgaria. "Si è fatta confusione tra attrattività e competitività - spiega ancora Fortis -. Insomma è vero che l'Italia non attira. Burocrazia, criminalità, costo del lavoro troppo alto ristagno dei consumi allontanano gli investimenti. E qui siamo in coda agli altri. Ma nelle esportazioni (il 20% del Pil) no. Anzi, il commercio estero si conferma l'eccellenza dell'economia italiana. I settori delle "quattro A", i più apprezzati fuori confine - abbigliamento, arredo, alimentari, automazione meccanica - da soli custodiscono un "tesoretto" (113 miliardi nel 2007) che compensa quasi tutte le dipendenze, cioè il deficit commerciale storico (120 miliardi): energia, automobili (soprattutto di lusso), chimica farmaceutica, elettronica, materie prime.
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