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domenica 30 novembre 2008

24 novembre 2008: treni nel caos

Una spruzzata di neve ed è subito caos nel Nordest. La nevicata del 24 c.m. ha provocato i disagi maggiori ai passeggeri dei treni del nodo strategico di Padova, con particolare incidenza sulla tratta Bologna-Venezia. Il traffico ferroviario su questa linea, infatti, è andato completamente in tilt in quanto pochi centimetri di neve hanno bloccato il deviatore dei binari. Non ha funzionato neppure il termoregolatore che avrebbe dovuto evitare il formarsi del ghiaccio sugli scambi dei binari. La paralisi ha coinvolto circa trenta treni delle linee Bologna-Venezia, Milano-Venezia e della tratta bellunese. All'altezza di Padova sono stati soppressi otto convogli regionali, anche per colpa dei rami degli alberi caduti, sotto il peso della neve, sulla zona vicino alla Stazione di Terme Euganee.

I ritardi in certi casi hanno toccato addirittura punte di un'ora e mezza: i passeggeri, inferociti, non hanno potuto far altro che attendere gli aggiornamenti di volta in volta scanditi dai tabelloni e comunicati dai megafoni. Ma le ferrovie non hanno certo brillato per la tempestività delle informazioni: il servizio clienti suonava a vuoto, mentre il numero fornito da Trenitalia alle 15:3o ancora non rilevava interruzioni di servizio a Padova, che invece ha avuto la stazione bloccata dalle 8 alle 12. (...) Nonostante questa allucinante situazione, non sono state organizzate corse alternative, considerato che le previsioni meteo non lasciavano dubbi sul fatto che sarebbe arrivata la neve.
(...)

Estratto

da: "Il Gazzettino", quotidiano delle Venezie, martedì 25 novembre 2008, che ringrazio della spontanea concessione.

Tutto a 1 euro

Una volta si chiamavano "Tutto a mille lire": erano pochi e periferici, tipo bazar semiclandestini, dove spesso la pulizia lasciava a desiderare e sempre disordinati. La merce era accatastata qua e là con prodotti natalizi che restavano esposti fino a Pasqua (e viceversa). Ma i tempi cambiano, specialmente nel commercio, e così oggi i "monoprezzo" sono negozietti che occupano locali più che dignitosi, qualcuno anche elegante, con scaffali in legno, ampie vetrine nei centri storici delle principali città italiane. Quello che è rimasto quasi inalterato è la provenienza dei prodotti, in massima parte "made in China".

A Nordest si contano oggi 72 punti vendita monoprezzo delle tre catene concorrenti. In un anno sono aumentati di sette unità (in pratica il dieci per cento), mentre il fatturato negli ultimi due mesi è salito del 15 fino al 20 per cento: la riprova del mini-boom, comunque, sarà il periodo natalizio. In ogni caso nel 2007 i negozi a basso prezzo hanno fatturato tra Veneto e Friuli Venezia Giulia oltre 21 milioni di euro, cifra che dovrebbe sfiorare i 25 milioni quest'anno, per una media di 350.000 euro di incassi per ogni punto vendita, quindi ca. mille euro il giorno.

Sia la Federconsumatori-Cisl, con il suo presidente Ermes Coletto, che l'Adiconsum, con il responsabile padovano Roberto Nardi, ritengono il fenomeno tutt'altro che passeggero e mettono in guardia gli operatori: "Il cliente trova in questi negozi la possibilità di sfogare il proprio bisogno di consumo, rimediando così alla caduta del potere d'acquisto del proprio stipendio o della propria pensione. Ma bisogna stare molto attenti, la politica dell'uso e getta a volte è più costosa".

Coletto ritiene poi importante il fatto che sia proprio il Nordest a trainare il fenomeno: "E' un elemento indicativo della dinamicità di questa terra, sempre pronta a cavalcare le novità e a stare al passo coi tempi, anche quelli di magra come questi". Ma in quali settori questa "moda" potrà sfondare? "Non credo a un allargamento del loro mercato anche se ormai i discount vendono di tutto, credo che il boom si limiterà al tipo di target rappresentato da massaie e pensionati in cerca di piccoli oggetti, regalistica e bigiotteria dai costi contenuti".

Il cavallo di battaglia di queste catene è assicurare il cliente: tutto costa sempre e comunque un euro. Le società attive in Italia sono tre, due delle quali hanno sede legale proprio a Nordest. Stanno facendosi una concorrenza spietata la "NineTnine Cent Paradise", con sede a Bolzano, la "Eurocity" con sede a Villorba (Tv) e la "Euroshop" di Milano. La prima ha addirittura scelto di abbassare l'offerta e rilanciare: i prodotti costano tutti 99 centesimi. Vende di tutto: dagli articoli per ferramenta (attrezzi vari, pennelli, ecc.), fino ai prodotti per animali, cosmetici e cancelleria. Il cent di resto, se si vuole, può essere dato in beneficienza: vicino alle casse c'è un salvadanaio per la donazione.

C'è poi la "Eurocity", catena che nasce nel 2003 dall'idea del trevigiano Adriano Zago che opera nel settore dell'ingrosso per la grande distribuzione da oltre cinquant'anni. E' lui a spiegare di aver "colto le esigenze di gran parte dei consumatori: acquistare prodotti con un ottimo rapporto qualità/prezzo". Al tradizionale assortimento, ogni mese vengono aggiunti trecento nuovi articoli per differenziarsi dala concorrenza. E secondo gli ultimi dati, è il marchio leader nel settore a Nordest.

Infine c'è "Tutto 1 euro Euroshop" che spazia dalla bigiotteria ai libri. E' una società milanese - con sede a Corsico - che cede il proprio marchio in franchising e nasce dall'unione di esperti del settore. Le gamme di prodotti sono praticamente le stesse anche se ormai toccano praticamente tutti i settori: casalingh, bigiotteria, decoupage, fiori, profumeria, cucina, giocattoli, scuola, ufficio, ottica e persino orologeria. In alcuni punti vendita è possibile trovare alimentari come merendine, biscotti, caramelle, cioccolate e bevande anche di marca (tipo Coca Cola e Fanta).

Ma quanto costa avviare un'attività del genere? Per aprire un negozio monoprezzo l'investimento iniziale va dai 60 ai 75 mila euro con il diritto di entrata (una sorta di avviamento) che costa, come minimo, altri 8.000 euro - non è richiesta esperienza nel settore. Poi ci sono gli acquisti obbligatori tipici del sistema in franchising. Il fatturato medio dichiarato varia dai 250 ai 350 mila euro all'anno.

Nessuno dei negozi a un euro è iscritto alle associazioni di categoria. Per questo sia Confcommercio che Confesercenti dichiarano di avere una conoscenza indiretta degli operatori, ma i due presidenti veneti,Fernando Morando e Maurizio Franceschi, fanno un'analisi spietata: E' un fenomeno che preoccupa perchè è lo specchio del difficile momento che stiamo vivendo - concordano -. In effetti stanno piano piano scomparendo i negozi di fascia media, quelli più vicini alla gente, al cliente normale, e aumentano questi negozi, la cui filosofia di vendita non si basa certo sulla qualità dei prodotti".

di: Gigi Bignotti
da: "Il Gazzettino", quotidiano del Nordest, lunedì 24 novembre 2008, che ringrazio per la spontanea collaborazione.

venerdì 28 novembre 2008

Piccole aziende nel mercato globale

Il tessuto produttivo italiano è fatto di imprese piccole, nel 95% piccolissime, dove la produttività aumenta e dove crescono anche gli investimenti. Questo, in sintesi, l'identikit delle imprese italiane nel 2006 realizzato dall'Istat nella statistica in breve "Struttura e competitività del sistema delle imprese industriali e dei servizi".

Le aziende italiane dell'industria e dei servizi di mercato sono 4.338.766, occupano circa 16,6 milioni di addetti (11,1, milioni di dipendenti) e realizzano un valore aggiunto di circa 677 miliardi di euro (+6,8% rispetto al 2005). La struttura roduttiva italiana, spiega l'Istat, continua a essere caratterizzata da una prevalenza di imprese di piccole dimensioni, con una limitata presenza di grandi imprese.

La dimensione media delle imprese rimane, anche nel 2006, di circa 3,8 addetti, risultando più elevata nel'industria (5,9 addetti) rispetto ai servizi (3,1 addetti). Nelle microimprese con meno di 10 addetti si concentra il 94,9% delle imprese, il 47,7% degli addetti, il 25,4% dei dipendenti, il 28,9% del fatturato e il 33,8% del valore aggiunto. Le imprese di maggiori dimensioni (250 e più addetti) sono invece 3.320. Nel 2006, rispetto all'anno precedente, le microimprese crescono di 34mila unità e 71mila addetti, mentre quelle con 250 addetti aumentano di circa 100 unità e registrano una crescita di 101mila addetti.

La produttività nominale del lavoro (misurata col valore aggiunto per addetto) è pari a 40,8mila euro, con valori più elevati nell'industria in senso stretto (51,9mila euro) e più contenuti nei servizi (36,8mila euro) e nelle costruzioni (34,3mila euro). La produttività del lavoro aumenta col crescere della dimensione aziendale, passando dai 29mila euro delle microimprese ai 52,1mila euro delle medie imprese e ai 60,7mila euro delle grandi imprese. L'indicatore di produttività per il complesso delle imprese registra un aumento di 2,1 punti rispetto al 2005.

Orario. Mediamente ciascun dipendente ha lavorato 1.651 ore, con limitate differenze fra i tre macrosettori: 1.671 ore nell'industria in senso stretto, 1.686 ore nelle costruzioni e 1.631 ore nei servizi. I dati per dimensione aziendale non mettono in evidenza scostamenti rilevanti: le ore effettivamente lavorate sono state pari a 1.659 nelle piccole imprese, 1.666 nelle medie e 1.625 nelle grandi.

La retribuzione lorda per dipendente è risultata nel complesso pari a 22,1mila euro, con un aumento del 3,3 rispetto al 2005. L'analisi per classi di addetti mostra un consistente differenziale retributivo a favore dei dipendenti delle grandi imprese. I lavoratori dipendenti delle microimprese percepiscono infatti una retribuzione pro-capite pari a 16,3mila euro, che corrisponde al 60,7% di quella percepita in media dai dipendenti delle imprese con 250 addetti e oltre (pari a 26,9mila euro)

La redditività lorda delle imprese, misurata dal rapporto tra margine operativo lordo e valore aggiunto, è pari al 31,2% per il complesso delle imprese ed è in eumento rispetto al livello registrato nel 2005 (29,5%). Note positive anche dagli investimenti fissi lordi, che nel 2006 ammontano a circa 117 miliardi di euro (+9,4%) e sono realizzati per il 56,7% dalle imprese dei servizi destinabili alla vendita, mentre la quota dell'industria in senso stretto si colloca sul 34,7%.
Si conferma la migliore performance economica delle imprese esportatrici rispetto alle aziende orientate esclusivamente al mercato interno. La produttività del lavoro, in particolare, è significativamente più elevata per le imprese che esportano.

Estratto

da: "Il Gazzettino" quotidiano del Nord-Est, giovedì 20 novembre 2008, che ringrazio vivamente per la spontanea fonte d'informazione.

Pubblicità del Veneto a Londra

Per un intero mese 150 taxi londinesi portano a spasso, oltre ai clienti, una fetta di Veneto, con il marchio delle sette provincie e lo slogan "From earth to sky", fra cielo e terra, che ben si adatta alla situazione che il sistema turistico regionale si trova ad affrontare di questi tempi.

"Nonostante la crisi - spiega il vicepresidente regionale Franco Manzato alla stampa inglese riunita per il World Tourism Market, una delle più importanti fiere di settore in corso a Londra - chiuderemo l'anno con un lieve aumento delle presenze".

Che per inciso ammontano a 63 milioni, con 14 m ilioni di arrivi e un volume d'affari dell'intero comparto che vale 12 miliardi di euro. Cifre che l'anno prossimo rischiano di essere aggiornate al ribasso. Anche per il ricco mercato inglese, che vale oltre 600mila arrivi e oltre due milioni di presenze. "Se tutto va bene - commenta un operatore del consorzio di promozione turistica del Garda - l'anno prossimo perderemo il 10% degli ospiti inglesi".

Un motivo in più per intensificare la promozione del Veneto nei mercati turistici internazionali. A Londra, nel padiglione allestito dall'Enit per le regioni italiane, l'assessre Manzato ha presentato alcune nuove offerte per la prossima stagione: ci sarà il pacchetto golf, con tariffe promozionali per giocare in uno dei 40 cami della regione, mentre nuovi itinerari andranno alla scoperta delle leggende e dei misteri del Veneto, con una piccola "scoperta" pittorica che riguarda da vicino la teoria del Codice Da Vinci di Dan Brown.

Altre offerte riguarderanno le Vile Venete, il sistema termale, il turismo religioso. "Vogliamo far conoscere ai nostri ospiti la nostra storia - spiega Manzato - senza trascurare l'offerta enogastronomica del Veneto". Un piccolo assaggio l'ha dato lo chef Tino Vettorello con un menu veneto proposto a un centinaio di invitati alla cena di gala offerta dal Veneto, alla presenza del Console Generale d'Italia David Morante.

Ma la promozione del turismo veneto ha ben altre ambizioni. Dopo i taxi, il prossimo il anno potrebbe toccare a Harrods, il empio del lusso a Knightsbridge, vestirsi di Veneto per un mese, con eventi e degustazioni di prodotti tipici. Questi dovrebber poi finire nello scaffale del ricco reparto gastronomia. Con la C.C.I.A.A. a Londra è poi allo studio un progetto per favorire lo sbarco in massa degli oltre 200 prodotti con il "marchio ombrello" del Veneto.

A favorire il dialogo con il sistema della grande distribuzione inglese dovrebbe essere un Consorzio in grado di fornire "chiavi in mano" i prodotti veneti. I margini ci sono: stando ai dati dell'Ice di Londra, in pochi anni i vini veneti hanno conquistato in Gran Bretagna una quota di mercato dell'11%, mentre quelli francesi sono calati dal 40 al 17%.
(...)
Senza dimenticare che, dopo Londra, il Veneto si prepara a sbarcare a Colonia con una serie di proposte. Solo la formula rimarrà la stessa: collegare le proposte culturali all'offerta enogastronomica. Fra cielo e terra.

Refuso


di: Alberto Francesconi
da: "Il Gazzettino", quotidiano del Nordest, sabato 15 novembre 2008; che ringrazio per la spontanea collaborazione.

martedì 25 novembre 2008

I dati di lettura al 25.11.2008

Informiamo dei segg. dati di lettura, al 25.11.2008 (dati Google Italia):

- "Campionario Rock", http://www.campionariorock.blogspot.com/ , n° 20.000 lettori al giorno;

- "Campionario by Ennio", http://www.campionario.blogspot.com/ , n° 5.000 lettori al giorno.


Voglio ringraziare ogni lettore della fiducia prestatami e ringraziarlo di

scegliere ogni giorno "Campionario" come Sua lettura! Grazie per tutto il lavoro che c'è dietro!!

(Anche Verutska ringrazia di cuore!)

Enio8

domenica 23 novembre 2008

La Guida Michelin 2009

(...)Gli ispettori Michelin ritengono che soli cinque ristoranti italiani (Pinchiorri a Firenze, Sorriso a Novara, Pescatore a Canneto sull'Oglio, Pergola a Roma e Calandre a Rubano) siano degni del massimo riconoscimento ("Abbiamo provato e riprovato i candidati alle tre stelle, ma nessuno ci ha dato garanzie sufficienti"), a fronte dei ben 26 francesi. Cresce, grazie a cuochi giovani e bravi, il numero totale dei premiati: da 29 a 34 i due stelle, da 217 a 236 quelli a una stella.

E fra chi sale c'è molto nord-est. Il colpo grosso lo fanno i fratelli Portinari (Nicola è uno chef straordinario), che con il loro locale La Peca di Lonigo (VI), bello e goloso, hanno conquistato la seconda, meritatissima stella, ormai ad un passo dall'eccellenza assoluta. Fanno poi rumore almeno due dei tre nuovi stellati (il terzo è Al Caval di Torre del Benaco, Verona). Il primo - La Montecchia di Selvazano Dentro (PD) - perchè certifica lo straordinario livello di qualità e accoglienza raggiunto anche dal secondo ristorante della famiglia Alajimo, quello affidato alle cure di papà Erminio, alla mano dello chef Simone Camellini e alla regia in sala di Mauro Meneghetti, e situato all'interno dell'omonimo golf club: quattro stelle sotto lo stesso tetto non si erano mai viste.

Il secondo (il Bibendum di Remanzacco, provinca di Udine), fa scalpore perchè premia un locale ancora poco conosciuto (anche dalle altre guide, in verità). Un riconoscimento al quasi decennale lavoro della chef Barbara Martina nel locale diretto da Luciano di Zuccolo, erede di una storia centenaria. Cucina di territori, in equilibrio fra tradizione e innovazione. Un piatto simbolo? I Tortelli 4x4. Ma anche fra chi aspira alla stella prossima ventura c'è una bella sorpresa: La Meridiana di Piove di Sacco (Padova) che la Guida mette in stand-by e ritiene ormai quasi matura per entrare fra i ristoranti di ecellenza.

Vale la pena di segnalare, fra i Gourmet di Nord-est, il trionfale bilancio del Trentino-Alto Adige. Ben tre stelle nuove di zecca in provincia di Bolzano, a Mules, Sarentino e Vandoies. Più una (Stube Hermitage a Madonna di Campiglio) in quella di Trento. Non solo, altri due bolzanini, (Jasmin a Chiusa e Siusi allo Schilliar a Sasseg) sono papabili per la seconda e prima stella. E Bolzano e provincia spopolano anche fra i Bibendum, locali con ottimo rapporto qualità-prezzo, con ben quattro nuovi ingressi (per il Veneto la new entry è la Trattoria di Ponte di Lusia di Rovigo).

La classifica del Nord-est vede il Veneto sempre al comando con 22 stelle (+3), appena davanti al molto più piccolo Trentino Alto-Adige (21 stelle, +4), e al Friuli (8, +1). A Nordest, a fronte di otto nuove stelle una sola si è spenta (a Spiazzo, provincia di Trento). Per il resto, solo conferme. In particolare, a Venezia, Fiore e Met in centro storico e Cera a Campagna Lupia. Tengono ben stretta la loro stella anche il giovane Mestriner a Badoere (Dal Vero), i bellunesi Tivoli (Cortina), Dolada e Locanda San Lorenzo in Alpago, Laite a Sappada, e il geniale Gianni Battistella col suo Ca' Daffan ad Arzignano.

di: Claudio De Min
da: "Il Gazzettino" - quotidiano del Nord-est - venerdì 21 novembre; di cui ringrazio la spontanea disponibilità.

sabato 22 novembre 2008

Muore asso dell'aeronautica.

Stefano Rosa, un professionista esperto che "parlava" con gli aerei.

Dava del tu agli aerei da trent'anni, Stefano Rosa. E la notizia dello schianto che gli è costato la vita il 20 novembre a Thiene (Vi), ha tutte le sembianze di un tragico paradosso per un predestinato al volo: in Aeronautica appena diciottenne, otto anni più tardi, nel 1987, l'approdo nel "sancta sanctorum" dei piloti, la Pan, pattuglia acrobatica nazionale. Un anno prima della tragedia di Ramstein, in cui morirono tre piloti e una sessantina di spettatori. Nel giro di qualche anno Stefano, un marchigiano di Senigallia che in Friuli troverà casa e affetto mettendo radici a Gradiscutta di Varmo, un paesino a sud di Codroipo, 25 km a ovest di Udine, dove fino all'altro ieri viveva vicino alla moglie canadese Glenda May e al figlio, completa la trafila diventando "solista" delle Frecce Tricolori.

Tre anni intensi, dal 1992 al '94, nel pieno della maturità professionale e umana. Il capoformazione di quegli anni, Gianluigi Zanovello, lo ricorda come un pilota meticoloso ma anche "moderno nell'approccio alla guida del velivolo, che sapeva mettere in evidenza la fantasia senza lasciare mai nulla al caso".

Con il grado di tenete colonnello, a metà degli anni novanta Rosa lascia le Frecce e si trasferisce a Pratica di Mare. Conclusa l'esperienza militare, passa all'Aviazione Civile nelle linee aeree dell'ex ferrarista Niki Lauda. Ma la sua esperienza acrobatica fa gola a molti. E così Rosa finisce per accettare la proposta della Breitling Devils, una pattuglia acrobatica civile, lavorando come Responsabile Addestramento della Livingstone. Stefano, con i suoi 47 anni, era il pilota più esperto della pattuglia, con la quale stava rivivendo le emozioni dei tempi delle Frecce.

Non faceva vita di paese - spiega il vicesindaco di Varmo, Sara Chittaro, nel commentare la tragedia - perchè era spesso all'estero, in Canada, in Messico per motivi di lavoro. Stefano Rosa, quando poteva amava giocare al golf. Come era accaduto tre settimane fa: "Mi aveva riaccompagnato a casa - ricorda ancora il vicesindaco - perchè avevo avuto un piccolo incidente. Avevamo giocato a golf assieme e lui era un grande appassionato".

Momenti indimenticabili, quelli vissuti da Stefano nela Pattuglia Acrobatica Nazionale, che ha sede nel cuore del Friuli. Tanto è vero che il provetto pilota continuava a frequentare i vecchi compagni di volo e si disimpegnava bene anche nella squadra di calcio delle Frecce tricolori. Un numero "dieci" che - assicura il colonello Carlo Baron, friulano di Pradamano - sapeva distinguersi in qualsiasi disciplina sportiva. E che ieri sera era atteso a Jesolo per un match calcistico tra "frecce tricolori" di ieri e di oggi. Un appuntamento che lo schianto di giovedì 20 novembre mattina, a Thiene (VI) ha cancellato per sempre.


di: Valerio Bassotto
da: "Il Gazzettino", quotidiano del Nord-est, venerdì 21.11.2008, che ringrazio vivamente per la spontanea ospitalità prestatami!

venerdì 21 novembre 2008

Tom Anderson

E' lui il primo amico della community. Non appena ti registri su MS, ecco il suo messaggio che ti dà il benvenuto. Questa volta, però, Tom Anderson io l'ho incontrato davvero. Era in Italia. E qui non ci siamo lasciati scappare l'occasione: abbiamo chiesto a chi quattro anni fa ha costruito uno dei social-network mondiali più noti e che cosa ci accadrà, dove andrà il mondo della rete e quali business sarano vincenti. Ma anche come possiamo usare il web 2.0 per metterci in luce da un punto di vista professionale.

Prima di tutto, raccontaci com'è nato MS.
"Era l'estate del 2003. Con un gruppo di amici, parlavamo di come sarebbe stato bello avere un luogo dove incontrarci e avere idee, anche se vivevamo lontani... Abbiamo provato a crearlo sul web. Tutto qui. Il nostro obiettivo si è poi allargato, volevamo dare alla gente la possibilità non solo di connettersi, ma anche di esprimersi, di scoprire culture differenti e di lasciare un segno. Il tutto attraverso un profilo personale, un blog, le gallerie fotografiche e tanto altro ancora".

Come nasce, secondo te, un'idea vincente?
"Non pensando alle grandi rivoluzioni. Le innovazioni vere sono fatte di piccoli passi. E un'idea funziona se riesci a dare concretezza a qualcosa che tanta gente si aspetta. A volte è solo questione di timing. Tutti vorremmo qualcosa in un medesimo istante e chi per primo riesce a offrircelo vince".

Se tu ripartissi da capo, che cosa studieresti?
"Musica e letteratura. Proprio come ho fatto. Sono convinto che ciascuno di noi deve fare quello che gli piace, quello per cui è portato. Mai scegliere gli studi in base alle opportunità di lavoro che potresti avere in futuro. Rischi di perdere la componente essenziale di ogni successo: la passione che puoi mettere nel fare solo ciò che ti piace".

Pensi che il web possa aiutare a emergere?
"Il web è la palestra più libera che ci sia. E' un'occasione unica per testare le reazioni al nostro estro. Soprattutto nei mestieri creativi, mettersi in luce lì non è diffcile".

Ci fai un esempio concreto di cosa può accadere?
"Non posso che cominciare da MS. La nostra community si presenta proprio come un hub internazionale di creatività. Molti dei nostri utenti sono musicisti, artisti, fotografi e videomaker che aspirano ad affermarsi e a condividere i loro talenti. E spesso proprio grazie a noi sono riusciti a emergere. In Italia è successo ad esempio alla band dei Dio della Love".

Anche in campo cinematografico so che sta accadendo qualcosa di nuovo su MS...
"Sì, è il Mash-up video concept: la nascita di un video generato solo dai conenuti degli utenti. L'ultimo è The experimental witch, il film che sta nascendo dal libro di Paulo Coelho La strega di Portobello. Lui stesso, che da tre anni ha un profilo attivo su MS, ha selezionato l'agosto scorso i video e le musiche da includere nel progetto cinematografico. Non pensi per tutti coloro che vorrebbero muoversi nel mondo del cinema sia un'ottima occasione per proporsi?"

Siamo sempre ala sfera creativa. E gli altri come possono usare questo web 2.0?
"Come preferiscono. I social network sono il modo più nuovo e vero di comunicare se stessi. La pagina personale creata da MS, come su altri network, è un'espressione autentica della propria personalità che ha il vantaggio di poter essere aggiornata costantemente. E non a caso cominciano a usarla tutti, non più solo gli adolescenti come all'inizio. Il 40% dei nostri utenti oggi ha più di 35 anni".

Quali siti e quali business, secondo te, avrano successo domani sulla rete?
"Tutto ciò che coinvolge gli utenti e lascia loro la libertà di creare ha mercato e lo avrà ancora di più. Oggi 5 dei 10 siti più cliccati al mondo sono user generated content, hanno cioè contenuti creati dai navigatori".

Che doti ha il tuo collaboratore ideale?
"Oggi quello che più conta, più delle competenze, è la personalità. E la dote numero uno è la capacità di interagire con le persone; sapere lavorare con gli altri è diventato cruciale per il successo".


Tom Anderson
38 anni, laureato a Berkeley in Inglese e Retorica e ha un Master alla celebre Ucla.
Nel 2004 ha fondato con Chris de Wolf MS.
Nel 2005 la News Corporation di Rupert Murdoch ha acquisito il sito per 580 milioni di dollari. Tom ne è rimsto presidente.

di: Nicoletta Spolini
da: Glamour

giovedì 20 novembre 2008

L'antica Padova e i Veneti

(...) Al binomio Padova/Roma all'ombra di Antenore riporta un'altra vicenda, seppur notevolmente più tarda: la morte di Publio Trasea Peto, patavino, senatore di Roma, una delle più illustri vittime della repressione neroniana, colpevole di aver disertato i "ludi iuvenalia" istituiti da Nerone per partecipare ai "ludi cetasti"organizzati dai Patavini in onore del loro mitico antenato-fondatore (Antenore n.d.r.): antagonismo non più etnico o politico, ma attrito fra centro e periferia, tra tirannide e libertà, secondo l'interpretazione di L. Braccesi.

Mito, archeologia, commerci (cavalli e ceramiche n.d.r.), relazioni internazionali, storia si illuminano di reciproca luce nel nome di Antenore; non solo,ma nel farsi, disfarsi, rifarsi, trasformarsi della leggenda è sempre trasparente il ruolo di regione-cerniera giocato dal Veneto, cassa di risonanza di ben più vasti rapporti: tra Mediteraneo egeo e centro Europa, tra Ateniesi e Etruschi, tra Romani e Cisalpini, tra Roma e Padova. (...)

tratto da: "I Veneti", Società e cultura di un Popolo dell'età preromana.
di Loredana Capuis pag. 35.

mercoledì 12 novembre 2008

martedì 11 novembre 2008

Extracomunitari in Veneto

E' l'edilizia il settore trainante dell'imprenditoria straniera in Veneto. A questo segmento si dedica praticamente la quasi totalità degli imprenditori macedoni, gruppo in fortissima ascesa numerica, e quote amplissime degli imprenditori marocchini, tunisini, romeni ed ex-iugoslavi. I cinesi invece si dividono tra il tessile e la ristorazione. Partiti dai ristoranti etnici, i cinesi hanno fatto registrare un boom delle acquisizioni dei bar "al'italiana" nel triennio 2002-2005, con un aumento del 103% dei locali gestiti dagli orientali (dati della Cgia). Restano legati al commercio etnico senegalesi e nigeriani; questi ultimi però si stanno svinclando dal tradizionale ruolo di ambulanti passando ala gestione di negozi o di call-center, spesso nella zona delle stazioni. In calo la percentuale di marocchini dediti al commercio, affrancati dalla condizione di "vù cumprà", che, già negli anni 80, rappresentò uno dei primi aspetti dell'immigrazione in Italia.

A riprova del fenomeno tipico del flusso migratorio, in cui il primo arrivato tende a richiamare parenti e amici, la quasi totalità degli imprenditori cinesi del Triveneto proviene da un'unica regione della Repubblica Popolare Cinese, lo Zhejang, mille chilometri a nord di Pechino: Analogamente un'ampia fetta dei romeni proviene da sole tre province del sud del Paese, che confinanoproprio con la zona orientale della Serbia; da dove arriva la maggior parte di ex-Jugoslavi che avvia un'impresa a Nordest. Per le stesse ragioni, imprenditori della stessa nazionalità tendono a concentrarsi nella stessa zona.. Gli imprenditori cinesi, ad esempio, sono maggioritari nel padovano e nel veneziano, i marocchini nel veronese, i Serbi e i Montenegrini a Vicenza e Trieste.



Gli imprenditori extracomunitari nel Veneto:

Cina 4.21o 1.800 tessile
Marocco 3.748 1.968 commercio
Serbia Montenegro 2.790 1.853 costruzioni
Albania 2.283 1.787 costruzioni
Macedonia 1.240 1.181 costruzioni
Nigeria 941 634 commercio
Bangladesh 918 644 commercio
Tunisia 747 446 costruzioni
Senegal 652 559 commercio
Bosnia 595 528 costruzioni

(...) (...)
Estratto

di: Pierluigi Tamburrini
da: "Il Gazzettino" quotidiano del Nord-est, domenica 9 novembre 2008.

domenica 2 novembre 2008

Dichiarazione della CGIl.

Voglio dare spazio alla dichiarazione seguente perchè, pur nella mia ignoranza politica, è un parere di categoria che andrebbe ascoltato, nel mezzo di migliaia di voci a riguardo; la Cgil afferma, molto in sintesi, che il Governo sbaglia la politica verso i mutui e non supporterebbe i privati. Secondo me è dare quadro maggiormente completo della situazione attuale sotto questa luce. Voglio sottintendere la straordinaria influenza che hanno gli istituti di credito e le assicurazioni sul Paese. Gli Istituti Assicurativi, infatti, devono investire per obbligo di legge un terzo dei premi assicurativi incassati, a garanzia degli assicurati stessi.



"Migliaia di persone corrono il rischio di perdere la casa, perchè insolventi nel pagamento delle rate di mutuo": lo sostiene il Dipartimento Ambiente e territorio della Cgil. In una nota si legge che "nelle prossime settimane, migliaia di case pignorate verranno messe all'asta giudiziaria per consentire a Istituti di Credito e banche di rientrare nei crediti".

Per la Cgil "questo è il risultato evidente e drammatico della inefficacia dell'intervento del Governo nel garantire le famiglie, che negli anni passati hanno contratto un mutuo. E' inammissibile che, mentre si impegnano risorse pubbliche per fronteggiare le conseguenze della crisi finanziaria, causata dalla spregiudicatezza finanziaria di banche ed istitui di credito, a questi si permetta di non applicare la legge sula portabilità dei mutui, senza nessuna considerazione delle conseguenze sociali".

La Cgil chiede quindi che "la sollecitudine dimostrata dal Governo verso le banche si esprima tempestivamente anche verso le famiglie, sospendendo le aste giudiziarie riguardanti gli immobili residenziali".

Da: articolo apparso su "Il Gazzettino", quotidiano delle Venezie, sabato 1° novembre 2008

Ringrazio "Il Gazzettino" per la spontanea disponibilità.