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martedì 23 dicembre 2008

Venezia come Mont Saint Michel

Alla fine, con buona pace di tutti, e in tempo di crisi, bisogna pur trovare il modo di ingegnarsi. Come dire, il disagio aguzza le idee. E quella alla quale stanno lavorando gl albergatori veneziani non è da poco. Certo, magari attirerà su di loro qualche critica, ma alla fine potrebbe essere, anzi lo è, l'occasione per convivere con gli allagamenti che sommergono la Serenissima.

Così, a di là delle polemiche, il presidente dell'Ava, Franco Maschietto, ha pensato che fosse inutile demonizzare l'acqua alta, ma far diventare questo fenomeno qualcosa di interessante per i turisti. "Mi è venuto in mente quello che fanno gli esercenti e gli albergatori di Mont Saint Michel in Francia, quell'isolotto roccioso che vive alternatamente tra bassa e alta marea. Loro ti danno uno scontrino con gli orari della marea, così il turista si sa regolare. E allora perchè non adoperare questo principio anche a Venezia?"

Proprio all'indomani dei fatidici 156 cm. d'acqua del 1° dicembre scorso e testimone del pasticcio combinato dalla stampa estera, soprattutto quella inglese che ha equivocato sulle parole del sindaco Cacciari sull'acqua alta e l'immediato flop delle prenotazioni alberghiere all'estero, Maschietto ha dato l via all'operazione "high tide", ovvero "alta marea": l'associazione veneziana albergatori punterà ora a organizzare pacchetti turistici con l'intenzione di far conoscere e far visitare Venezia in periodo di alta marea, in modo che gli ospiti italiani e stranieri abbiao un contatto diretto con un fenomeno vecchio quanto la laguna e che, soprattutto per i "foresti", può rappresentare l'occasione per vivere diversamente Venezia.

Sciacallaggio sulla pelle dei veneziani? Nossignori. Le maree ci sono, tutti lo sanno. Si tratta anche in questo caso di governare la situazione, volente o nolente. E, incrociando le dita, anche di portare guadagno. "I problemi - aggiunge Maschietto - esistono e non dobbiamo nasconderlo. La crisi economica internazionale c'è e a risentirne è in particolar modo il turismo. Ci troviamo di fronte a un insieme di alta concorrenza, con forti prezzi al ribasso soprattutto degli hotel a quattro e cinque stelle, un sistema che sta mettendo in difficoltà gli alberghi più piccoli e a buon mercato. Dobbiao cercare di invertire la tendenza".

Per Maschietto, il weekend dell'Immacolata ha dato comunque buoni risultati: le presenze turistiche nelle strutture ricettive hanno raggiunto il 70%, con offerte ridotte al 50-70% per invogliare la clientela. "Ora dobbiamo elaborare un progetto "Acqua alta" che dia ossigeno al settore. Gli alberghi si dovranno attrezzare, calendario delle maree alla mano, per offrire soggiorni scontati, magari del 10%, durante il periodo indicato con la maggiore frequenza di acque alte. E poi gli alberghi dovranno adeguarsi a fornire gli stivaloni, quelli fino alla coscia... Così i turisti potranno ammirare in modo diverso la città".

Insomma, l'obiettivo è presto detto: così come si va a guardare il vulcano Etna che erutta, così si può venire a Venezia a vedere l'acqua alta a S. Marco o a Rialto. "Dobbiamo cercare di far capire come flusso e riflusso delle acque non creino pericolo, ma che in qualche modo ci si debba convivere. Nonostante tutto e nonostante i danni, malgrado le fatiche, lo fanno anche i veneziani: perchè non possono farlo anche i turisti? Di certo, però, le istituzioni potrebbero aiutarci. Come? Spiegando a chi non è di Venezia che quando si parla di acqua alta di 156 cm., in realtà stiamo parlando di una marea che sommerge la città "solo" per mezzo metro! Certo non è facile da spiegare, ma sarebbe una formula corretta".

di: Paolo Navarro Dina
da: "Il Gazzettino", quotidiano del nordest, martedì 9 dicembre, che ringrazio sentitamente.

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