Supereruo scatenato ieri sui mercati valutari, spinto non tanto dai fondamentali quanto da fattori tecnici. In particolare, notano gli analisti, gli investitori si sono fatti più audaci e "giocano" contro il dollaro dopo la riduzione a 0-0.25% dei tassi di interesse USA. Nella massima spinta ha toccato i massimi livelli degli ultimi tre mesi sul dollaro (1,4719) per poi correggere a 1,4279. La moneta unica si è indebolita per effetto delle nuove decisioni Bce che puntano a incoraggiare la ripresa dei prestiti interbancari, scoraggiando gli istituti a depositare presso i suoi forzieri l'eccesso di cassa. L'euro ha comunque schiacciato ieri la sterlina, che ha raggiunto il nuovo minimo storico a 0,9467. La divisa unica ha registrato improvvise fiammate anche sullo yen, toccando il massimo livello degli ultimi due mesi (131,03).
Sicuramente c'è sempre la possibilità che gli investitori tornino massicciamente a realizzare gli ingenti guadagni realizzati nelle ultime due settimane (il dollaro all'inizio di dicembre stazionava in area 1,26). Tuttavia, avverte l'analista Roberto Mialich di Unicredit Group, "questo trend mi dà sensazione che non si esaurisca prima di metà gennaio". L'appuntamento chiave - spiega - sarà con la prossima riunione della Bce - in agenda per il prossimo 15 genaio. Bisognerà vedere se la Banca centrale europea seguirà la strada espansiva tracciata dalla Fed per capire come si potrebbe muovere il mercato dei cambi". Così, mentre Polonia, Ungheria, Paesi Baltici e perfino Danimarca hanno chiesto di entrare in area euro, ieri sera a Parigi si è svolto l'Ecofin, la riunione dei ministri fianziari dell'Ue, per fare il punto della crisi. Assenti polemicamente i ministri di Germania e Inghilterra, si è analizzata la situazione anche dopo il crac Madoff, ma senza prendere decisioni.
da: Il Gazzettino, quotidiano del NordEst, venerdì 19 dicembre 2008, che ringrazio della spontanea collaborazione.
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