Pagina principale

Visualizzazioni totali

martedì 24 marzo 2009

L'Osservatorio Astronomico di Asiago (VI)

L'erede del cannocchiale di Galileo rischia d chiudere proprio nell'anno dell'astronomia, che celebra le scoperte di quattro secoli fa dello scienziato che "esercitò" a Padova. Il più grande e conosciuto telescopio d'Italia, quello di cima Ekar sull'altopiano di Asiago, potrebbe presto chiudere i battenti per mancanza di fondi e di ricercatori.

"I tagli al bilancio dell'Istituto nazionale di Astrofisica (Inaf), hanno colpito duro il nostro Istituto. In pratica non abbiamo neppure più i fondi per fare ricerca - rivela Enrico Cappellaro, direttore dell'Osservatore astronomico di Padova, la struttura che gestisce il telescopio di Asiago da 1,8 metri di diametro e che fa ricerca nello spazio profondo anche col telescopio Galilei delle Canarie e in Arizona col Large Binocular Telescope -. Non discuto i tagli alle spese di funzionamento, già ridotte del 20%: tutti dobbiamo fare sacrifici in questa situazione di crisi, e quindi ci siamo già adattati a risparmiare sul riscaldamento, la luce, sula pulizia della strada per arrivare all'Osservatorio dalla neve.

Il problema vero è che l'Università ha drasticamente tagliato i fondi per la ricerca: siamo passati dai 300mila euro dell'anno scorso ai 50mila per quest'anno. E questo per tutta l'attività dell'Istituto, cioè per Padova e Asiago. Per tenere aperto l'Osservatorio avremo solo 10mila euro". Così il futuro ci Cima Ekar è veramente buio.(...) "Galileo nel 1609 osservava le stelle dal giardino di casa sua, in centro a Padova, vicino alla Basilica del Santo, e lì ha utilizzato per la prima volta il suo cannocchiale, scoprendo i mari della luna, satelliti di Giove, macchie solari, fasi di Venere, ha capito che la Via Lattea era fatta di stelle - ricorda lo scienziato - ma l primo vero osservatorio, quello realizzato sulla torre del castello, la famosa Specola, è stato costruito nel 1767 con un finanziamento della Repubblica Serenissima".

(...)

di: Maurizio Crema
da: Il Gazzettino, domenica 1 marzo, che ringrazio vivamente della collaborazione.

Nessun commento: