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mercoledì 4 marzo 2009

Berlusconi e la nostra crisi

                       "La crisi economica riguarda tutto il mondo, da noi non è così drammatica come tutti pensano. Un calo del Pil nel 2009 del 2%, con una ripresa alla fine dell'anno e un miglioramento nel 2010 non è così drammatico"., assicura Silvio Berlusconi. Sempre convinto della opportunità, anzi necessità, di seminare fiducia tra imprenditori e consumatori, il Premier spiega: "Si ritornerebbe indietro alla situazione di due anni fa e noi non stavamo così male. Oltretutto un momento di riflessione in un'epoca di consumismo non è appunto drammatica, la crisi dipende da noi, dai consumatori europei, dobbiamo aver paura dell'aver troppa paura".

A Milano, per inaugurare la ristrutturazione di un reparto del Pio Albergo Trivulzio dedicato a sua madre, Rosa, Berlusconi ha osservato che "il Governatore della Banca d'Italia e anche d'Europa ci dicono che quest'anno il Pil registrerà il 2 per cento in meno. Ciò significa che torneremo indietro di due anni e non mi sembra che due anni fa si stesse così male". E dunque, insiste il premier, è necessario quell'ottimismo che incentivi i consumi non solo tra gli italiani, ma anche tra i francesi e i tedeschi "che sono i maggiori consumatori dei nostri prodotti". Bisogna dare il nostro piccolo contributo perchè questa crisi non sia troppo tremenda". 

Oltretutto, continua il premier, "la Commissione europea ha apprezzato quello che abbiamo fatto, sia per il rigore che per la prudenza, sia per il sostegno che abbiamo dato all'economia e alle famiglie più bisognose. Credo che dobbiamo continuare così, ma dobbiamo anche continuare a dire che la crisi sta nelle mani di tutti noi sia per profndità che per estensione temporale". Da qui, l'invito "a tutti quelli che possono, a continare con lo stile di vita che avevano". Inoltre, lasciando il Pio Albergo Trivulzio, al quale ha regalato ieri 500.000 euro, in aggiunta agli altri 500.000 già donati due anni fa per la ristrutturazione del reparto intitolato alla madre - Berlusconi ha confermato che il Governo non cambierà il sistema pensionistico, ma ha anche ricordato che l'Europa impone all'Italia un intervento sull'età pensionabile delle donne: "Non  è giusto - ha detto - che ogni governo che va in carica cambi il sistema delle pensioni. L'Europa però considera una discriminazione nei confronti delle donne che vadano in pensione a 60 anni, 5 anni prima degli uomini. Credo che affronteremo questa situazione prossimamente ed è una cosa da intendersi come un diritto delle lavoratrici che possono continuare a lavorare, non è qualcosa che viene imposto".

(...)

Estratto

di: M. Ant.
da: Il Gazzettino, mercoledì 21 gennaio 2009, che sentitamente ringrazio.

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