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mercoledì 25 marzo 2009

"Chi consuma cultura si sente più in salute"

"Tagliare gli investimenti sulla cultura è una pessima idea - afferma il professor Pier Luigi Sacco, docente di Economia della Cultura allo Iuav -. Pensi che abbiamo scoperto che esiste una correlazione precisa tra la fruizione culturale e la percezione del roprio stato di salute".

Ci spieghi meglio professore.

"Da una nostra ricerca sul rapporto tra cultura e salute percepita, abbiamo rilevato che coloro che hanno alti consumi culturali tendono a sentirsi decisamente meglio di quelli ce ne consumano poca. Addirittura per prevedere se una persona si dichiarerà in buona salute è statisticamente più significativo sapere se va o no al museo oppure se è o meno ammalata di cancro!"

Addirittura!

"Certo: chi non va mai a visitare un museo o una mostra ha la tendenza a dire che sta peggio di chi è malato ma frequenta questi luoghi. Man mano che si riducono i consumi, cresce la tendenza a sentirsi male, è matematico. Per questo trovo molto miope ridurre questi investimenti in un momento come questo, in c
Eppure i agli sono drastici...

Certo, nelle situazioni di crisi la cultura è la prima cosa che si taglia. Vale per il pubblico ma anche per le aziende private. Eppure anche questo è deleterio: tempo fa abbiamo seguito un'iniziativa di Media Group, che vende elettrodomestici e ha coinvolto i suoi dipendenti più interessati ad un progetto musicale realizzato assieme al Cesvi, per aiutare l'Africa: la cosa è cresciuta tanto da diventare un disco che è entrato in classifica, ma soprattutto ha motivato all'inverosimile i dipendenti, che ci hanno detto che non pensavano di lavorare per un'Azienda così sensibile. Secondo lei questi lavoreranno meglio o peggio?"

Però si registrano sempre più spesso tentativi di far diventare la cultura un valore aggiunto per il territorio, magari in chiave turistica. Che ne dice?

"Si fa, ma è un modello superato: ci vogliono investimenti seri che non si limitino a valorizzare il monumento, ma promuovano progetti che producono cultura e diffondono contenuti. Tutto quanto ha a che fare con Internet, e produce imprenditorialità giovanile e buona occupazione, l'abbiamo visto funzionare ad esempio nella Ruhr. Anche per questo, come università stiamo preparando un'incubatore per l'imprenditoria giovanile in questi comparti. Ma fa specie come non si riesca a capire quanto può fare la cultura per aumentare il senso civico e la fiducia reciproca, che è ciò che ci manca di più in questo momento".

di S.F.
da: Il Gazzettino, mercoledì 45 marzo, che vivamente ringrazio della collaborazione.


"Certo, n

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