LAUREATI E LAVORO
Laureati di primo livello: condizione occupazionale e formativa ad un anno per gruppo disciplinare:
Medico 84,4%
Educazione fisica 41,4
Insegnamento 42,3
Politico-sociale 30,9
Agrario 29,5
Chimico-farmaceutico 33,1
Scientifico 28,3
Linguistico 25,7
Economico-statistico 20,0
Psicologico 13,6
Architettura 22,1
Giuridico 17,5
Ingegneria 16,7
Geo-biologico 11,8
Laureati di secondo livello: condizione occupazionale ad un anno, per gruppo disciplinare:
Medico 97,7
Ingegneria 77,8
Architettura 77,7
Insegnamento 77,4
Educazione fisica 73,9
Economico-statistico 73,1
Politico-sociale 65,9
Linguistico 65,8
Agrario 62,3
Scientifico 55,2
Letterario 52,0
Psicologico 46,8
Chimico-farmaceutico 38,0
Geo-biologico 35,5
Giuridico 23,9
Laureati di secondo livello occupati ad un anno: tipologia dell'attività lavorativa per gruppo disciplinare:
Medico (Prof. San.) 91,8
Insegnamento 44,0
Economico-statistico 35,9
Politico-sociale 37,5
Ingegneria 36,7
Agrario 26,2
Giuridico 27,6
Architettura 11,9
Scientifico 29,7
Educazione Fisica 15,1
Chimico-farmaceutico 23,0
Linguistico 19,8
Psicologico 20,0
Letterario 16,0
Geo-biologico 14,6
Laureati di primo livello: condizione occupazionale e formativa ad un anno per genere:
Donne 48,6
Uomini 48,0
Laureati di secondo livello: condizione occupazionale ad un anno per genere:
Donne 58,4
Uomini 68,4
Laureati di secondo livello: condizione occupazionale ad un anno per residenza alla laurea:
Donne 67,9
Uomini 54,4
Fonte: dati Almalaurea
lunedì 30 marzo 2009
domenica 29 marzo 2009
Preso e espulso marocchino che minacciava Gentilini
E' stato individuato l'autore delle minacce rivolte al vicesindaco di Treviso Giancarlo Gentilini. Si tratta di un cittadino marocchino trentenne che, stando alle prime indiscrezioni, avrebbe bersagliato lo Sceriffo con messaggi anche di morte.
Il colpevole è stato scoperto grazie ad un certosino lavoro di indagine da parte della Polizia di Stato ed espulso giovedì 13 marzo dal territorio nazionale. La notizia è trapelata da ambienti vicini al vicesindaco. Si allenta così la tensione attorno alla sua figura, da mesi oggetto di una sorveglianza particolarmente attenta.
(...)
di: Paolo Calia
da: Il Gazzettino, sabato 14 marzo 2009, che ringrazio vivamente della concessione.
Il colpevole è stato scoperto grazie ad un certosino lavoro di indagine da parte della Polizia di Stato ed espulso giovedì 13 marzo dal territorio nazionale. La notizia è trapelata da ambienti vicini al vicesindaco. Si allenta così la tensione attorno alla sua figura, da mesi oggetto di una sorveglianza particolarmente attenta.
(...)
di: Paolo Calia
da: Il Gazzettino, sabato 14 marzo 2009, che ringrazio vivamente della concessione.
I Paperoni del pianeta secondo Forbes
La crisi economica dell'ultimo anno ha reso più "poveri" anche gli ultramiliardari del pianeta, e in questo mondo di ricchi "impoveriti" il fondatore di Microsoft, Bill Gates, è tornato a essere l'uomo più ricco del mondo. Lo sostiene il periodico americano Forbes, che ogni anno stila la classifica delle persone che hanno più di un miliardo di dollari.
Secondo la nuova lista 2009, per quanto parlare di povertà a questi livelli risulti forzato, un dato è certo: i miliardari nel mondo sono diminuiti di un terzo, e hanno perso complessivamente in un solo anno poco meno di 2.000 miliardi di dollari. Un anno fa erano 1.125 quelli che vantavano secondo Forbes un patrimonio superiore al miliardo di dollari. Oggi sono 793 e continuano a diminuire.
Il periodico non tenta un'analisi, si limita a stilare la classifica, sottolineando come la crisi abbia colpito anche i ricchi. In un ano, fortune miliardarie sono state bruciate da assett "tossici" e crolli di borsa, patrimoni stellari si sono volatilizzati, in particolare in Russia, India Turchia, ridisegnando i confini del club dei supermiliardari del pianeta.
Il più ricco è tornato ad essere Bill Gates. Pur avendo perso in un anno 18 miliardi di dollari, con i suoi 40 di patrimonio risulta essere, secondo Forbes, numero uno al mondo, davanti al magnate americano Warren Buffett (37, ne aveva 62) e al magnate Carlos Slim Helu (35, ne aveva 60). In Italia, secondo Forbes, il più ricco è invece Michele Ferrero, 82 anni il "padre" della Nutella: vanta una fortuna valutata in 9,5 miliardi di dollari ed in 40^ posizione, ma primo tra gli italiani. Il secondo è Silvio Berlusconi, con 6,5 miliardi di dollari, 70esimo, davanti al fondatore di Luxottica Leonardo del Vecchio (6,3 miliardi). Molto distanziato n classifica il 4° degli italiani, Giorgio Armani, che risulta solo 224esimo con 2,8 miliardi.
(...)
da: Il Gazzettino, venerdì 13 marzo 2009, che ringrazio della concessione.
Secondo la nuova lista 2009, per quanto parlare di povertà a questi livelli risulti forzato, un dato è certo: i miliardari nel mondo sono diminuiti di un terzo, e hanno perso complessivamente in un solo anno poco meno di 2.000 miliardi di dollari. Un anno fa erano 1.125 quelli che vantavano secondo Forbes un patrimonio superiore al miliardo di dollari. Oggi sono 793 e continuano a diminuire.
Il periodico non tenta un'analisi, si limita a stilare la classifica, sottolineando come la crisi abbia colpito anche i ricchi. In un ano, fortune miliardarie sono state bruciate da assett "tossici" e crolli di borsa, patrimoni stellari si sono volatilizzati, in particolare in Russia, India Turchia, ridisegnando i confini del club dei supermiliardari del pianeta.
Il più ricco è tornato ad essere Bill Gates. Pur avendo perso in un anno 18 miliardi di dollari, con i suoi 40 di patrimonio risulta essere, secondo Forbes, numero uno al mondo, davanti al magnate americano Warren Buffett (37, ne aveva 62) e al magnate Carlos Slim Helu (35, ne aveva 60). In Italia, secondo Forbes, il più ricco è invece Michele Ferrero, 82 anni il "padre" della Nutella: vanta una fortuna valutata in 9,5 miliardi di dollari ed in 40^ posizione, ma primo tra gli italiani. Il secondo è Silvio Berlusconi, con 6,5 miliardi di dollari, 70esimo, davanti al fondatore di Luxottica Leonardo del Vecchio (6,3 miliardi). Molto distanziato n classifica il 4° degli italiani, Giorgio Armani, che risulta solo 224esimo con 2,8 miliardi.
(...)
da: Il Gazzettino, venerdì 13 marzo 2009, che ringrazio della concessione.
sabato 28 marzo 2009
Rendimento-Bot ai minimi storici, altissima la domanda
Il popolo dei Bot, anche se non ha mai guadagnato così poco dai Titoli di Stato, li continua a comprare. Anche ieri, infatti, l'asta-Bot ha registrato una richiesta quasi doppia dell'offerta (20 miliardi contro 12), con conseguente calo dei rendimenti.
Chi ha comprato un titolo con scadenza trimestrale, si è dovuto accontentare di un tasso netto dello 0,55%. Poco oltre il Bot annuale: 0,85%. In realtà, secondo gli analisti, ad acquistare sarebbero soprattutto le banche, che in questo momento sono piene di liquidità e cercano investimenti sicuri, mentre la richiesta dei piccoli risparmiatori sarebbe crollata.
di: Antolini
da: Il Gazzettino, giovedì 12 marzo 2009, che ringrazio vivamente della concessione.
Chi ha comprato un titolo con scadenza trimestrale, si è dovuto accontentare di un tasso netto dello 0,55%. Poco oltre il Bot annuale: 0,85%. In realtà, secondo gli analisti, ad acquistare sarebbero soprattutto le banche, che in questo momento sono piene di liquidità e cercano investimenti sicuri, mentre la richiesta dei piccoli risparmiatori sarebbe crollata.
di: Antolini
da: Il Gazzettino, giovedì 12 marzo 2009, che ringrazio vivamente della concessione.
mercoledì 25 marzo 2009
Popolazione, tecnologia, risparmio
Su questi tre pilastri si reggerà l'economia del dopo-crisi, secondo Jacques Attali, ascoltato consigliere di Francois Mitterand e capo della commissione che ha preso il suo nome, voluta da Nicholas Sarkozy per la "liberazione della crescita francese": 316 riforme dettate da un gruppo "non bipartisan, ma indipendente", che cambieranno il volto della Francia. Una voce da ascoltare, quindi, e per questo l'aula magna dell'università a Treviso ieri sera era gremita di studenti.
Cosa fare ora che tutti hanno preso coscienza della prima grande caduta economica dell'era della globalizzazione? Intanto - spiega Attali - memorizzare gli elementi essenziali di ciò che è accaduto. "Che ci sarebbe stato un collasso del sistema, era così facilmente prevedibile da chi non fosse accecato dal pregiudizio ideologico. La vera sorpresa è data dalla velocità con la quale c'è stato il crollo". L'errore principale è stato quello di costruire un mercato globale senza che ci fossero nè uno Stato globale nè uno Stato di diritto globale. Così il mercato si è diretto verso le strade apparentemente più facili come quella della finanza: "Che è sinonimo di mancanza di misura", chiosa Attali.
Tutto è nato dall'impoverimento della classe media, dovuto all'accumulo di quote di ricchezza nelle mani di pochi. La classe media per rimanere tale si è indebitata su istigazione di finanziarie e banche, che però subito dopo scaricavano il credito ad altri istituti fittizi e alle assicurazioni. "Qui si è gonfiata la bolla, perchè le banche hanno prestato denaro per 22 volte più delle loro coperture finanziarie". Ma se tutto è cominciato dall'impoverimento della classe media, è puntando al suo recupero che si può uscire dalla crisi. (...) L'Europa deve sfruttare il suo potenziale di crescita, basato appunto su popolazione, tecnologia e risparmio".
(...)
"Se comunque è vero che la crisi è pesantissima e ci stanno raccontando molto meno di quello che già si sa, è anche vero che il Veneto starà meglio di altri: si parte da una disoccupazione al 3%, arrivare al 5% significa arrivare a una soglia che è considerata fisiologica da tutti i Paesi". Il punto è che l'Italia - è l'osservazione del professor Luca Antonini, che ha organizzato il convegno - è il Paese in cui ci sono regioni come la Calabria che hanno "ospedali con 18 posti letto e 120 dipendenti". Come dire che o ci si salva tutti, o tutti affondano.
di: Ario Gervasutti
da: Il Gazzettino, giovedì 5 marzo, che sentitamente ringrazio.
Cosa fare ora che tutti hanno preso coscienza della prima grande caduta economica dell'era della globalizzazione? Intanto - spiega Attali - memorizzare gli elementi essenziali di ciò che è accaduto. "Che ci sarebbe stato un collasso del sistema, era così facilmente prevedibile da chi non fosse accecato dal pregiudizio ideologico. La vera sorpresa è data dalla velocità con la quale c'è stato il crollo". L'errore principale è stato quello di costruire un mercato globale senza che ci fossero nè uno Stato globale nè uno Stato di diritto globale. Così il mercato si è diretto verso le strade apparentemente più facili come quella della finanza: "Che è sinonimo di mancanza di misura", chiosa Attali.
Tutto è nato dall'impoverimento della classe media, dovuto all'accumulo di quote di ricchezza nelle mani di pochi. La classe media per rimanere tale si è indebitata su istigazione di finanziarie e banche, che però subito dopo scaricavano il credito ad altri istituti fittizi e alle assicurazioni. "Qui si è gonfiata la bolla, perchè le banche hanno prestato denaro per 22 volte più delle loro coperture finanziarie". Ma se tutto è cominciato dall'impoverimento della classe media, è puntando al suo recupero che si può uscire dalla crisi. (...) L'Europa deve sfruttare il suo potenziale di crescita, basato appunto su popolazione, tecnologia e risparmio".
(...)
"Se comunque è vero che la crisi è pesantissima e ci stanno raccontando molto meno di quello che già si sa, è anche vero che il Veneto starà meglio di altri: si parte da una disoccupazione al 3%, arrivare al 5% significa arrivare a una soglia che è considerata fisiologica da tutti i Paesi". Il punto è che l'Italia - è l'osservazione del professor Luca Antonini, che ha organizzato il convegno - è il Paese in cui ci sono regioni come la Calabria che hanno "ospedali con 18 posti letto e 120 dipendenti". Come dire che o ci si salva tutti, o tutti affondano.
di: Ario Gervasutti
da: Il Gazzettino, giovedì 5 marzo, che sentitamente ringrazio.
"Chi consuma cultura si sente più in salute"
"Tagliare gli investimenti sulla cultura è una pessima idea - afferma il professor Pier Luigi Sacco, docente di Economia della Cultura allo Iuav -. Pensi che abbiamo scoperto che esiste una correlazione precisa tra la fruizione culturale e la percezione del roprio stato di salute".
Ci spieghi meglio professore.
"Da una nostra ricerca sul rapporto tra cultura e salute percepita, abbiamo rilevato che coloro che hanno alti consumi culturali tendono a sentirsi decisamente meglio di quelli ce ne consumano poca. Addirittura per prevedere se una persona si dichiarerà in buona salute è statisticamente più significativo sapere se va o no al museo oppure se è o meno ammalata di cancro!"
Addirittura!
"Certo: chi non va mai a visitare un museo o una mostra ha la tendenza a dire che sta peggio di chi è malato ma frequenta questi luoghi. Man mano che si riducono i consumi, cresce la tendenza a sentirsi male, è matematico. Per questo trovo molto miope ridurre questi investimenti in un momento come questo, in c
Eppure i agli sono drastici...
Certo, nelle situazioni di crisi la cultura è la prima cosa che si taglia. Vale per il pubblico ma anche per le aziende private. Eppure anche questo è deleterio: tempo fa abbiamo seguito un'iniziativa di Media Group, che vende elettrodomestici e ha coinvolto i suoi dipendenti più interessati ad un progetto musicale realizzato assieme al Cesvi, per aiutare l'Africa: la cosa è cresciuta tanto da diventare un disco che è entrato in classifica, ma soprattutto ha motivato all'inverosimile i dipendenti, che ci hanno detto che non pensavano di lavorare per un'Azienda così sensibile. Secondo lei questi lavoreranno meglio o peggio?"
Però si registrano sempre più spesso tentativi di far diventare la cultura un valore aggiunto per il territorio, magari in chiave turistica. Che ne dice?
"Si fa, ma è un modello superato: ci vogliono investimenti seri che non si limitino a valorizzare il monumento, ma promuovano progetti che producono cultura e diffondono contenuti. Tutto quanto ha a che fare con Internet, e produce imprenditorialità giovanile e buona occupazione, l'abbiamo visto funzionare ad esempio nella Ruhr. Anche per questo, come università stiamo preparando un'incubatore per l'imprenditoria giovanile in questi comparti. Ma fa specie come non si riesca a capire quanto può fare la cultura per aumentare il senso civico e la fiducia reciproca, che è ciò che ci manca di più in questo momento".
di S.F.
da: Il Gazzettino, mercoledì 45 marzo, che vivamente ringrazio della collaborazione.
"Certo, n
Ci spieghi meglio professore.
"Da una nostra ricerca sul rapporto tra cultura e salute percepita, abbiamo rilevato che coloro che hanno alti consumi culturali tendono a sentirsi decisamente meglio di quelli ce ne consumano poca. Addirittura per prevedere se una persona si dichiarerà in buona salute è statisticamente più significativo sapere se va o no al museo oppure se è o meno ammalata di cancro!"
Addirittura!
"Certo: chi non va mai a visitare un museo o una mostra ha la tendenza a dire che sta peggio di chi è malato ma frequenta questi luoghi. Man mano che si riducono i consumi, cresce la tendenza a sentirsi male, è matematico. Per questo trovo molto miope ridurre questi investimenti in un momento come questo, in c
Eppure i agli sono drastici...
Certo, nelle situazioni di crisi la cultura è la prima cosa che si taglia. Vale per il pubblico ma anche per le aziende private. Eppure anche questo è deleterio: tempo fa abbiamo seguito un'iniziativa di Media Group, che vende elettrodomestici e ha coinvolto i suoi dipendenti più interessati ad un progetto musicale realizzato assieme al Cesvi, per aiutare l'Africa: la cosa è cresciuta tanto da diventare un disco che è entrato in classifica, ma soprattutto ha motivato all'inverosimile i dipendenti, che ci hanno detto che non pensavano di lavorare per un'Azienda così sensibile. Secondo lei questi lavoreranno meglio o peggio?"
Però si registrano sempre più spesso tentativi di far diventare la cultura un valore aggiunto per il territorio, magari in chiave turistica. Che ne dice?
"Si fa, ma è un modello superato: ci vogliono investimenti seri che non si limitino a valorizzare il monumento, ma promuovano progetti che producono cultura e diffondono contenuti. Tutto quanto ha a che fare con Internet, e produce imprenditorialità giovanile e buona occupazione, l'abbiamo visto funzionare ad esempio nella Ruhr. Anche per questo, come università stiamo preparando un'incubatore per l'imprenditoria giovanile in questi comparti. Ma fa specie come non si riesca a capire quanto può fare la cultura per aumentare il senso civico e la fiducia reciproca, che è ciò che ci manca di più in questo momento".
di S.F.
da: Il Gazzettino, mercoledì 45 marzo, che vivamente ringrazio della collaborazione.
"Certo, n
martedì 24 marzo 2009
L'Osservatorio Astronomico di Asiago (VI)
L'erede del cannocchiale di Galileo rischia d chiudere proprio nell'anno dell'astronomia, che celebra le scoperte di quattro secoli fa dello scienziato che "esercitò" a Padova. Il più grande e conosciuto telescopio d'Italia, quello di cima Ekar sull'altopiano di Asiago, potrebbe presto chiudere i battenti per mancanza di fondi e di ricercatori.
"I tagli al bilancio dell'Istituto nazionale di Astrofisica (Inaf), hanno colpito duro il nostro Istituto. In pratica non abbiamo neppure più i fondi per fare ricerca - rivela Enrico Cappellaro, direttore dell'Osservatore astronomico di Padova, la struttura che gestisce il telescopio di Asiago da 1,8 metri di diametro e che fa ricerca nello spazio profondo anche col telescopio Galilei delle Canarie e in Arizona col Large Binocular Telescope -. Non discuto i tagli alle spese di funzionamento, già ridotte del 20%: tutti dobbiamo fare sacrifici in questa situazione di crisi, e quindi ci siamo già adattati a risparmiare sul riscaldamento, la luce, sula pulizia della strada per arrivare all'Osservatorio dalla neve.
Il problema vero è che l'Università ha drasticamente tagliato i fondi per la ricerca: siamo passati dai 300mila euro dell'anno scorso ai 50mila per quest'anno. E questo per tutta l'attività dell'Istituto, cioè per Padova e Asiago. Per tenere aperto l'Osservatorio avremo solo 10mila euro". Così il futuro ci Cima Ekar è veramente buio.(...) "Galileo nel 1609 osservava le stelle dal giardino di casa sua, in centro a Padova, vicino alla Basilica del Santo, e lì ha utilizzato per la prima volta il suo cannocchiale, scoprendo i mari della luna, satelliti di Giove, macchie solari, fasi di Venere, ha capito che la Via Lattea era fatta di stelle - ricorda lo scienziato - ma l primo vero osservatorio, quello realizzato sulla torre del castello, la famosa Specola, è stato costruito nel 1767 con un finanziamento della Repubblica Serenissima".
(...)
di: Maurizio Crema
da: Il Gazzettino, domenica 1 marzo, che ringrazio vivamente della collaborazione.
"I tagli al bilancio dell'Istituto nazionale di Astrofisica (Inaf), hanno colpito duro il nostro Istituto. In pratica non abbiamo neppure più i fondi per fare ricerca - rivela Enrico Cappellaro, direttore dell'Osservatore astronomico di Padova, la struttura che gestisce il telescopio di Asiago da 1,8 metri di diametro e che fa ricerca nello spazio profondo anche col telescopio Galilei delle Canarie e in Arizona col Large Binocular Telescope -. Non discuto i tagli alle spese di funzionamento, già ridotte del 20%: tutti dobbiamo fare sacrifici in questa situazione di crisi, e quindi ci siamo già adattati a risparmiare sul riscaldamento, la luce, sula pulizia della strada per arrivare all'Osservatorio dalla neve.
Il problema vero è che l'Università ha drasticamente tagliato i fondi per la ricerca: siamo passati dai 300mila euro dell'anno scorso ai 50mila per quest'anno. E questo per tutta l'attività dell'Istituto, cioè per Padova e Asiago. Per tenere aperto l'Osservatorio avremo solo 10mila euro". Così il futuro ci Cima Ekar è veramente buio.(...) "Galileo nel 1609 osservava le stelle dal giardino di casa sua, in centro a Padova, vicino alla Basilica del Santo, e lì ha utilizzato per la prima volta il suo cannocchiale, scoprendo i mari della luna, satelliti di Giove, macchie solari, fasi di Venere, ha capito che la Via Lattea era fatta di stelle - ricorda lo scienziato - ma l primo vero osservatorio, quello realizzato sulla torre del castello, la famosa Specola, è stato costruito nel 1767 con un finanziamento della Repubblica Serenissima".
(...)
di: Maurizio Crema
da: Il Gazzettino, domenica 1 marzo, che ringrazio vivamente della collaborazione.
domenica 22 marzo 2009
Leggete: "CAMPIONARIO BY ENNIO"
Leggete: "CAMPIONARIO BY ENNIO": www.campionario.blogspot.com
sabato 21 marzo 2009
Manhattan: 70 marchi del Nordest che fanno tendenza
Cipriani a Manhattan gestisce ben sette locali. Renè Fernando Caovilla, Fossil, Foscarini, Venini hanno tre show-room a testa. E poi ancora Gili Group USA, Hangar Design Group, Magis Design dai due ai tre studi ciascuno.
La pattuglia delle grandi firme del Nordest nella Grande Mela non conosce confini né territoriali né merceologici: c'è il prosecco di Mionetto e l'abbigliamento di Replay, le calzature di Rossimoda e le polizze delle Assicurazioni Generali, i jeans della Diesel e i gioielli di Morellato, i vetri di Nason Moretti e le cucine della Snaidero.
Sono 70 griffe che non hanno bisogno di presentazione. E se si spazia nello stato di New York, troviamo anche il caffè della Illy, gli occhiali della Luxottica e l'abbigliamento sportivo della Colmar. Delonghi, Geox, Safilo, Inglesina e Zonin hanno invece preferito prender casa nel New Jersey e Permasteelisa nel Connecticut.
Né mancano gli artisti che hanno studi o gallerie a New York: da Francesco Bertelli a Maurizio Cattelan, da Giorgia Fincato ad Anna Galtarossa, da Riccardo Tinelli a Nico Vascellari, da Luigi Franchin a Enrico Moro. Il Nordest-style che detta tendenze, propone mode e veste con classe.
da: Il Gazzettino, mercoledì 18 febbraio 2009, che ringrazio vivamente della collaborazione.
La pattuglia delle grandi firme del Nordest nella Grande Mela non conosce confini né territoriali né merceologici: c'è il prosecco di Mionetto e l'abbigliamento di Replay, le calzature di Rossimoda e le polizze delle Assicurazioni Generali, i jeans della Diesel e i gioielli di Morellato, i vetri di Nason Moretti e le cucine della Snaidero.
Sono 70 griffe che non hanno bisogno di presentazione. E se si spazia nello stato di New York, troviamo anche il caffè della Illy, gli occhiali della Luxottica e l'abbigliamento sportivo della Colmar. Delonghi, Geox, Safilo, Inglesina e Zonin hanno invece preferito prender casa nel New Jersey e Permasteelisa nel Connecticut.
Né mancano gli artisti che hanno studi o gallerie a New York: da Francesco Bertelli a Maurizio Cattelan, da Giorgia Fincato ad Anna Galtarossa, da Riccardo Tinelli a Nico Vascellari, da Luigi Franchin a Enrico Moro. Il Nordest-style che detta tendenze, propone mode e veste con classe.
da: Il Gazzettino, mercoledì 18 febbraio 2009, che ringrazio vivamente della collaborazione.
mercoledì 18 marzo 2009
Il Decreto anti-stupri
Testo approvato all'unanimità. I volontari non saranno muniti di armi, ma solo di cellulari e ricetrasmittenti.
Questi, in sintesi, i punti del Decreto anti-stupri:
- Ronde. I Sindaci, in coordinamento con i Prefetti, possono avvalersi di associazioni di cittadini non armati. Precedenza a poliziotti e carabinieri in congedo.
- Stalking. Sanzioni per episodi di molestie e minacce reiterate: pene da 6 mesi a 4 anni, con aggravanti se il reato è commesso da un ex partner o marito o ai danni di soggetti particolarmente deboli.
- Rimpatri. Esteso da 2 a 6 mesi il tempo di permanenza nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie). Saranno aperti anche nuovi Cie.
- Forze dell'ordine. Stanziati 100 milioni di euro per l'assunzione di 2.500 unità di forze dell'ordine per questo piano straordinario di controllo del territorio.
- Ergastolo. Massimo della pena per chi è colpevole di omicidio in occasione di una violenza sessuale.
di: R.R.
da: Il Gazzettino, sabato 21 febbraio 2009, che ringrazio vivamente.
Questi, in sintesi, i punti del Decreto anti-stupri:
- Ronde. I Sindaci, in coordinamento con i Prefetti, possono avvalersi di associazioni di cittadini non armati. Precedenza a poliziotti e carabinieri in congedo.
- Stalking. Sanzioni per episodi di molestie e minacce reiterate: pene da 6 mesi a 4 anni, con aggravanti se il reato è commesso da un ex partner o marito o ai danni di soggetti particolarmente deboli.
- Rimpatri. Esteso da 2 a 6 mesi il tempo di permanenza nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie). Saranno aperti anche nuovi Cie.
- Forze dell'ordine. Stanziati 100 milioni di euro per l'assunzione di 2.500 unità di forze dell'ordine per questo piano straordinario di controllo del territorio.
- Ergastolo. Massimo della pena per chi è colpevole di omicidio in occasione di una violenza sessuale.
di: R.R.
da: Il Gazzettino, sabato 21 febbraio 2009, che ringrazio vivamente.
martedì 17 marzo 2009
Le eccellenze produttive tra i territori italiani
(...) Da un punto di vista geografico, la gran parte dei comuni "eccellenti" (il 48%) è localizzato al Nordovest, il 22,7 al Nordest, il 14,7 al Centro e un altro 14,6 al Sud. Tuttavia, come già evidenziato da un punto di vista cartografico, se si considera l'eccellenza produttiva, la stragrande maggioranza dei territori, il 79,3%, sono localizzati al Nord (il 48,6% al Nordovest e il 30,7% al Nordest), mentre il centro (14,1%) e il Sud (6,7%) rivestono da questo punto di vista un ruolo secondario.
Ma il Nordovest è soprattutto la patria delle aristocrazie territoriali: vi è infatti localizzato ben il 74,5% dei comuni che accompagnano alla marcata vocazione produttiva, anche quella turistica ambientale.
Per quanto riguarda i territori produttivi d'eccellenza, vale a dire di quelle realtà caratterizzate da una vocazione manifatturiera consolidata e diffusa, tale da connotare l'identità territoriale, l'Italia rappresenta una realtà a forte dimensione manifatturiera, che si esprime a diversi livelli. Il Censis ha tracciato una mappa di 71 territori, classificati per fasce d'eccellenza sulla base di un punteggio (in centesimi).
Dei 71 territori selezionati, si distinguono: 10 territori d'eccellenza, con punteggio superiore a 80/100 (il 14% del totale), come la Riviera del Brenta, il Langhirano, Montebelluna, Lumezzane, la Brianza, il Cadore, Castelfranco Veneto, Fermo. 34 territori con punteggio compreso tra i 7o/100 e 80/100 (48% del totale) tra cui Fabriano, Prato, Arzignano, l'Albese, Carpi, Valenza Po, la Inox Valley, il Canavese. 27 territori con punteggio inferiore a 70/100 (38%)tra cui rientrano, assieme a Biella, Arezzo, la Valdarno molte realtà produttive del Sud, come Solofra, Mazara del Vallo, Barletta, Matera.
(..) La mappa proposta dal Censis individua alcune punte d'eccellenza nei settori dell'innovazione. Analizzando la distribuzione geografica delle 21 eccellenze individuate, si conferma il doppio dato della concentrazione nei luoghi dell'innovazione del Nord del Paese e nelle principali regioni urbane (Torino, Milano, Verona, Bologna, Roma, Napoli e Palermo). Per la nascita e lo sviluppo di molte di queste è infatti necessaria la massa critica rappresentata dalla presenza di risorse umane qualificate, di infrastrutture e collegamenti efficienti, di istituzioni capaci di supportare i processi innovativi. Non mancano tuttavia realtà di indubbio valore in città medie del centro Nord come Trento, Trieste, Pisa, a dimostrazione della tenuta di quella specificità italiana che è il forte e radicato policentrismo urbano.
da: Il Gazzettino, sabato 14 febbraio 2009, che ringrazio vivamente della concessione.
Ma il Nordovest è soprattutto la patria delle aristocrazie territoriali: vi è infatti localizzato ben il 74,5% dei comuni che accompagnano alla marcata vocazione produttiva, anche quella turistica ambientale.
Per quanto riguarda i territori produttivi d'eccellenza, vale a dire di quelle realtà caratterizzate da una vocazione manifatturiera consolidata e diffusa, tale da connotare l'identità territoriale, l'Italia rappresenta una realtà a forte dimensione manifatturiera, che si esprime a diversi livelli. Il Censis ha tracciato una mappa di 71 territori, classificati per fasce d'eccellenza sulla base di un punteggio (in centesimi).
Dei 71 territori selezionati, si distinguono: 10 territori d'eccellenza, con punteggio superiore a 80/100 (il 14% del totale), come la Riviera del Brenta, il Langhirano, Montebelluna, Lumezzane, la Brianza, il Cadore, Castelfranco Veneto, Fermo. 34 territori con punteggio compreso tra i 7o/100 e 80/100 (48% del totale) tra cui Fabriano, Prato, Arzignano, l'Albese, Carpi, Valenza Po, la Inox Valley, il Canavese. 27 territori con punteggio inferiore a 70/100 (38%)tra cui rientrano, assieme a Biella, Arezzo, la Valdarno molte realtà produttive del Sud, come Solofra, Mazara del Vallo, Barletta, Matera.
(..) La mappa proposta dal Censis individua alcune punte d'eccellenza nei settori dell'innovazione. Analizzando la distribuzione geografica delle 21 eccellenze individuate, si conferma il doppio dato della concentrazione nei luoghi dell'innovazione del Nord del Paese e nelle principali regioni urbane (Torino, Milano, Verona, Bologna, Roma, Napoli e Palermo). Per la nascita e lo sviluppo di molte di queste è infatti necessaria la massa critica rappresentata dalla presenza di risorse umane qualificate, di infrastrutture e collegamenti efficienti, di istituzioni capaci di supportare i processi innovativi. Non mancano tuttavia realtà di indubbio valore in città medie del centro Nord come Trento, Trieste, Pisa, a dimostrazione della tenuta di quella specificità italiana che è il forte e radicato policentrismo urbano.
da: Il Gazzettino, sabato 14 febbraio 2009, che ringrazio vivamente della concessione.
I Romeni: "I criminali fuori dell'Italia".
Ramona Badescu: "Sentenze esemplari per chi commette reati, ma basta con la demonizzazione di un popolo!"
"Adesso basta. Tenetevi i delinquenti nelle carceri rumene, e aggiungete alla loro pena un supplemento per aver danneggiato l'immagine della Romania". A parlare sono i Rumeni per bene, la stragrande maggioranza che vive e lavora costruendosi il futuro in Italia. (...) Sono stanchi di far di tutto per integrarsi, e poi per colpa di un pugno di delinquenti fuori controllo ritrovarsi costretti a giustificarsi, a scusarsi quasi: perfino a essere guardati di traverso.
Così, hanno rotto gli indugi e hanno fatto qualcosa che, se l'avesse fatta un italiano, probabilmente si sarebbe preso del "razzista". Hanno scritto una lettera al senatore eletto al Parlamento della Romania in rappresentanza dei cittadini romeni all'estero, e sono andati giù pesanti. Gli autori della lettera, inviata oltre un mese fa, sono i responsabili di alcune delle istituzioni romene del Nordest, sparse tra Treviso e Padova, Venezia e Udine. Si rivolgono al senatore Viorel Badea, elencando cinque richieste precise.
La prima: "I cittadini romeni che commettono reati gravi in Italia, scontino la loro pena esclusivamente nele carceri rumene". Il perchè lo spiega uno dei firmatari, presidente del'associazione socio-culturale romeno-moldava di Treviso: "Perchè in Romania c'è la certezza della pena - dice Florentina Rosioru -. Non so se le cerceri siano più dure, ma credo che per un delinquente sia sufficiente sapere che se deve fare uno o dieci anni di galera, li fa per davvero. I malviventi, non solo in Romania, hanno la percezione che in Italia la possono fare franca. Alcuni giorni fa, in Ungheria, è stato ucciso un famoso sportivo romeno: indovini dove sono scappati i due assassini ungheresi? In Italia. Si chieda il perchè".
(..) I cittadini italiani si sentono invasi e aggrediti dai romeni nella propria casa e rispondono di conseguenza. Perciò le associazioni di romeni dell'Italia del Nordest sollecitano di proporre al Parlamento della Romania un pacchetto di misure legislative e diplomatiche, che vengano a proteggere direttamente i cittadini romeni residenti in Italia. I romeni che lavorano onestamente in Italia non devono diventare vulnerabili e debitori per gli atti biasimevoli commessi da connazionali delinquenti". Nessuna indulgenza, nemmeno per le autorità di Bucarest, neanche troppo velatamente accusate di costituire all'estero rappresentanze consolari indadeguate.
"In Romania la violenza sessuale è un reato rarissimo - spiega Raduca Lazarovici - e viene punito con pene durissime, Allora perchè qui si scatenano? Soggetti provenienti da società fortemente patriarcali, quando vengono qui si sentono inadeguati e "umiliati". Per reazione istintiva, si sentono legittimati a umiliare a loro volta: e colpiscono ovviamente il più debole, la donna. La donna di questi "padroni che si credono tanto forti". A casa loro quello che l'uomo dice, si fa: qui questa prepotenza viene meno perchè non sono più a casa loro. E poichè la giustizia italiana sta passando una crisi di efficienza, vogliamo che paghino le loro colpe nelle carceri del loro Paese, in modo che capiscano che le regole sono le stesse ovunque".
Alcune cifre:
I romeni residenti in Italia nel 2008 erano: 625.278 (+ 82,7% rispetto al 2007)
i romeni vivono per il 33,2% a Nordovest
per il 22,3% a Nordest
per il 32,4% al Centro
per il 8,6% al Sud
per il 3,5% nelle Isole.
n° 32.468 i romeni arrestati o denunciati (16% della criminalità straniera)
% di romeni denunciati sul totale degli stranieri:
omicidi 15,4%
violenze sessuali 16,2%
rapine in casa 19,2%
furti d'auto 29,8%
estorsioni 15,0%
A Roma:
29 i romeni arrestati nel 2008 per violenza sessuale, su 87 persone fermate.
Fonti:
Istat, Viminale, Ansa-Centimetri
di: Ario Gervasutti
da: Il Gazzettino, giovedì 12 febbraio 2009, che sentitamente ringrazio.
"Adesso basta. Tenetevi i delinquenti nelle carceri rumene, e aggiungete alla loro pena un supplemento per aver danneggiato l'immagine della Romania". A parlare sono i Rumeni per bene, la stragrande maggioranza che vive e lavora costruendosi il futuro in Italia. (...) Sono stanchi di far di tutto per integrarsi, e poi per colpa di un pugno di delinquenti fuori controllo ritrovarsi costretti a giustificarsi, a scusarsi quasi: perfino a essere guardati di traverso.
Così, hanno rotto gli indugi e hanno fatto qualcosa che, se l'avesse fatta un italiano, probabilmente si sarebbe preso del "razzista". Hanno scritto una lettera al senatore eletto al Parlamento della Romania in rappresentanza dei cittadini romeni all'estero, e sono andati giù pesanti. Gli autori della lettera, inviata oltre un mese fa, sono i responsabili di alcune delle istituzioni romene del Nordest, sparse tra Treviso e Padova, Venezia e Udine. Si rivolgono al senatore Viorel Badea, elencando cinque richieste precise.
La prima: "I cittadini romeni che commettono reati gravi in Italia, scontino la loro pena esclusivamente nele carceri rumene". Il perchè lo spiega uno dei firmatari, presidente del'associazione socio-culturale romeno-moldava di Treviso: "Perchè in Romania c'è la certezza della pena - dice Florentina Rosioru -. Non so se le cerceri siano più dure, ma credo che per un delinquente sia sufficiente sapere che se deve fare uno o dieci anni di galera, li fa per davvero. I malviventi, non solo in Romania, hanno la percezione che in Italia la possono fare franca. Alcuni giorni fa, in Ungheria, è stato ucciso un famoso sportivo romeno: indovini dove sono scappati i due assassini ungheresi? In Italia. Si chieda il perchè".
(..) I cittadini italiani si sentono invasi e aggrediti dai romeni nella propria casa e rispondono di conseguenza. Perciò le associazioni di romeni dell'Italia del Nordest sollecitano di proporre al Parlamento della Romania un pacchetto di misure legislative e diplomatiche, che vengano a proteggere direttamente i cittadini romeni residenti in Italia. I romeni che lavorano onestamente in Italia non devono diventare vulnerabili e debitori per gli atti biasimevoli commessi da connazionali delinquenti". Nessuna indulgenza, nemmeno per le autorità di Bucarest, neanche troppo velatamente accusate di costituire all'estero rappresentanze consolari indadeguate.
"In Romania la violenza sessuale è un reato rarissimo - spiega Raduca Lazarovici - e viene punito con pene durissime, Allora perchè qui si scatenano? Soggetti provenienti da società fortemente patriarcali, quando vengono qui si sentono inadeguati e "umiliati". Per reazione istintiva, si sentono legittimati a umiliare a loro volta: e colpiscono ovviamente il più debole, la donna. La donna di questi "padroni che si credono tanto forti". A casa loro quello che l'uomo dice, si fa: qui questa prepotenza viene meno perchè non sono più a casa loro. E poichè la giustizia italiana sta passando una crisi di efficienza, vogliamo che paghino le loro colpe nelle carceri del loro Paese, in modo che capiscano che le regole sono le stesse ovunque".
Alcune cifre:
I romeni residenti in Italia nel 2008 erano: 625.278 (+ 82,7% rispetto al 2007)
i romeni vivono per il 33,2% a Nordovest
per il 22,3% a Nordest
per il 32,4% al Centro
per il 8,6% al Sud
per il 3,5% nelle Isole.
n° 32.468 i romeni arrestati o denunciati (16% della criminalità straniera)
% di romeni denunciati sul totale degli stranieri:
omicidi 15,4%
violenze sessuali 16,2%
rapine in casa 19,2%
furti d'auto 29,8%
estorsioni 15,0%
A Roma:
29 i romeni arrestati nel 2008 per violenza sessuale, su 87 persone fermate.
Fonti:
Istat, Viminale, Ansa-Centimetri
di: Ario Gervasutti
da: Il Gazzettino, giovedì 12 febbraio 2009, che sentitamente ringrazio.
lunedì 16 marzo 2009
domenica 15 marzo 2009
Lo shopping natalizio degli italiani: soddisfatti
Malgrado la crisi, tengono a dicembre i consumi degli italiani. Lo segnala Confcommercio, secondo cui a dicembre si è registrato in termini reali un calo dello 0,5%, con un'attenuazione della tendenza negativa dei consumi per quasi tutti i beni e servizi, in particolare gli alimentari e le bevande.
Dopo la pesante flessione di novembre (-5%), l'Indicatore dei Consumi Confcommercio conferma la previsione di una sostanziale tenuta, conseguenza "anche del comportamento delle famiglie nel periodo natalizio non particolarmente difforme da quanto tenuto negli anni precedenti". Nella media dell'anno le quantità acquistate hanno registrato una riduzione del 2,3% a fronte di una crescita nel 2007 dell'1,1%.
Per quanto riguarda i singoli comparti, dopo il -2,8% registrato nel mese di novembre, la domanda per beni e servizi ricreativi ha registrato a dicembre 2008 una ulteriore diminuzione (-2% in termini tendenziali). Male anche i servizi di ristorazione e alloggio, che mostrano una flessione dei consumi delle famiglie (-1,6% in termini tendenziali), confermando i risultati non particolarmente brillanti conseguiti nell'anno (-2%). Da segnalare anche a dicembre l'ulteriore deterioramento della domanda di beni e servizi per la mobilità (-5,8% in termini reali rispetto all'analogo mese del 2007).
Si conferma dinamica invece la domanda relativa a beni e servizi per le comunicazioni, con una variazione in termini reali del +9,8%, evoluzione a cui ha contribuito la tendenza decisamente espansiva degli acquisti di dotazioni per l'informatica e telecomuncazioni.
da: Il Gazzettino, giovedì 5 febbraio 2009, che decisamente ringrazio.
Dopo la pesante flessione di novembre (-5%), l'Indicatore dei Consumi Confcommercio conferma la previsione di una sostanziale tenuta, conseguenza "anche del comportamento delle famiglie nel periodo natalizio non particolarmente difforme da quanto tenuto negli anni precedenti". Nella media dell'anno le quantità acquistate hanno registrato una riduzione del 2,3% a fronte di una crescita nel 2007 dell'1,1%.
Per quanto riguarda i singoli comparti, dopo il -2,8% registrato nel mese di novembre, la domanda per beni e servizi ricreativi ha registrato a dicembre 2008 una ulteriore diminuzione (-2% in termini tendenziali). Male anche i servizi di ristorazione e alloggio, che mostrano una flessione dei consumi delle famiglie (-1,6% in termini tendenziali), confermando i risultati non particolarmente brillanti conseguiti nell'anno (-2%). Da segnalare anche a dicembre l'ulteriore deterioramento della domanda di beni e servizi per la mobilità (-5,8% in termini reali rispetto all'analogo mese del 2007).
Si conferma dinamica invece la domanda relativa a beni e servizi per le comunicazioni, con una variazione in termini reali del +9,8%, evoluzione a cui ha contribuito la tendenza decisamente espansiva degli acquisti di dotazioni per l'informatica e telecomuncazioni.
da: Il Gazzettino, giovedì 5 febbraio 2009, che decisamente ringrazio.
giovedì 12 marzo 2009
Il Passante di Mestre
Alle 13:24 passa la prima auto e il premier la ferma: "Quest'opera è un paradigma!". Berlusconi taglia il nastro e le polemiche, inaugurato il passante a Bonisiolo. Domenica 8 febbraio 2009: il Passante c'è, "Opera pubblica esemplare". Inaugurata dal premier la variante autostradale di Mestre, con 1 miliardo di spesa e solo 4 anni di lavoro. Berlusconi ha detto: "Siamo stati fermi trent'anni, ora ripartiamo". Ha detto Galan: "Snodo strategico per i nostri imprenditori".
Il nuovo Passante, partirà dall'interconnessione di Dolo, poi Crea, Martellago, Mogliano Veneto, si intersecherà quindi con la A27 ed infine con la A4 a Quarto d'Altino. Con una lunghezza totale di 32,350 km e 7 tratti in galleria. Ha tre corsie di marcia e una di emergenza, per un totale della carreggiata di quasi 15 metri.
Il nuovo Passante, partirà dall'interconnessione di Dolo, poi Crea, Martellago, Mogliano Veneto, si intersecherà quindi con la A27 ed infine con la A4 a Quarto d'Altino. Con una lunghezza totale di 32,350 km e 7 tratti in galleria. Ha tre corsie di marcia e una di emergenza, per un totale della carreggiata di quasi 15 metri.
mercoledì 11 marzo 2009
La Luxottica fa la spesa ai dipendenti
Sostegno al reddito o contributo in favore del potere d'acquisto. Comunque lo si definisca, questa sorta di terzo livello contributivo proposto da Luxottica, andrà a beneficio della quotidianità dei 7.800 dipendenti. Sul piatto vengono messi a disposizione 2 milioni e mezzo di euro annui.
"Obiettivo dell'iniziativa - spiega Nicola Pelà, direttore delle risorse umane - è quello di introdurre un modello di remunerazione innovativo e complementare ai sistemi tradizionali che, attraverso l'offerta di beni e servizi, faccia sì che il valore trasferito ai dipendenti si avvicini quanto più al costo sostenuto dall'impresa".
Il provvedimento, ancora in fase embrionale, ipotizza il percorso di varie strade. A cominciare da accordi con le catene di distribuzione per l'acquisto di beni primari per proseguire con convenzioni in centri di medicina per visite specializzate. Passando attraverso varie forme di agevolazione a favore di trasporti, spese di istruzione, assistenza sociale. Insomma, tutta una serie di istanze volte a favorire la vita dei propri dipendenti.
Dal mondo sindacale il parere è unanime. "Ben venga tutto ciò che possa rappresentare un sostegno ai lavoratori. Tanto più in un momento di grande crisi com'è quello attuale. Ma, non va dimenticato, il progetto Luxottica sta muovendo solo i primi passi ed è ancora tutto da costruire. Vanno individuate risorse certe e sicure per poi, al contempo, stabilire quali siano le priorità a cui dare risposta".
Continuano i sindacati: "Seguiranno incontri specifici, che non mancheranno di basare la predisposizione dell'accordo su un rapporto bilaterale". (L'azienda bellunese mette in campo 2,5 milioni di euro per aiuti concreti).
da: Il Gazzettino, mercoledì 4 febbraio 2009, che sentitamente ringrazio della collaborazione.
"Obiettivo dell'iniziativa - spiega Nicola Pelà, direttore delle risorse umane - è quello di introdurre un modello di remunerazione innovativo e complementare ai sistemi tradizionali che, attraverso l'offerta di beni e servizi, faccia sì che il valore trasferito ai dipendenti si avvicini quanto più al costo sostenuto dall'impresa".
Il provvedimento, ancora in fase embrionale, ipotizza il percorso di varie strade. A cominciare da accordi con le catene di distribuzione per l'acquisto di beni primari per proseguire con convenzioni in centri di medicina per visite specializzate. Passando attraverso varie forme di agevolazione a favore di trasporti, spese di istruzione, assistenza sociale. Insomma, tutta una serie di istanze volte a favorire la vita dei propri dipendenti.
Dal mondo sindacale il parere è unanime. "Ben venga tutto ciò che possa rappresentare un sostegno ai lavoratori. Tanto più in un momento di grande crisi com'è quello attuale. Ma, non va dimenticato, il progetto Luxottica sta muovendo solo i primi passi ed è ancora tutto da costruire. Vanno individuate risorse certe e sicure per poi, al contempo, stabilire quali siano le priorità a cui dare risposta".
Continuano i sindacati: "Seguiranno incontri specifici, che non mancheranno di basare la predisposizione dell'accordo su un rapporto bilaterale". (L'azienda bellunese mette in campo 2,5 milioni di euro per aiuti concreti).
da: Il Gazzettino, mercoledì 4 febbraio 2009, che sentitamente ringrazio della collaborazione.
Le ragazze: "Girare la sera è pericoloso"
"Abbiamo paura di uscire la sera in città" - dopo i fatti di violenza sessuale a giovani donne e a 35/40enni.
Le ragazze hanno comunicato che erano terrorizzate dal fatto di dover percorrere il tragitto fino alla pizzeria. Fernando Zilio, presidente del'Ascom, ha spiegato: "C'è da aver paura a girare e non solo di sera. Questa è stata la prima indicazione in tal senso, ma penso che ne arriveranno anche altre. Non c'è un adeguato controllo del territorio. I ristoranti del centro hanno un calo di presenze, dovuto al fatto che in centro è impossibile parcheggiare".
"Dopo quello che è successo - hanno segnalato - non ce la sentiamo di girare a piedi. Abbiamo optato quindi per un locale della periferia, dove c'è l'area di sosta per le auto proprio davanti alla porta d'ingresso. Almeno stiamo tranquille, perchè non corriamo alcun rischio. Di questi tempi nel cuore della città non si può camminare senza temere il peggio".
Estratto
di: Nicoletta Cozza
da: Il Gazzettino, mercoledì 4 febbraio 2009.
Le ragazze hanno comunicato che erano terrorizzate dal fatto di dover percorrere il tragitto fino alla pizzeria. Fernando Zilio, presidente del'Ascom, ha spiegato: "C'è da aver paura a girare e non solo di sera. Questa è stata la prima indicazione in tal senso, ma penso che ne arriveranno anche altre. Non c'è un adeguato controllo del territorio. I ristoranti del centro hanno un calo di presenze, dovuto al fatto che in centro è impossibile parcheggiare".
"Dopo quello che è successo - hanno segnalato - non ce la sentiamo di girare a piedi. Abbiamo optato quindi per un locale della periferia, dove c'è l'area di sosta per le auto proprio davanti alla porta d'ingresso. Almeno stiamo tranquille, perchè non corriamo alcun rischio. Di questi tempi nel cuore della città non si può camminare senza temere il peggio".
Estratto
di: Nicoletta Cozza
da: Il Gazzettino, mercoledì 4 febbraio 2009.
martedì 10 marzo 2009
Alcuni numeri di Facebook
Premetto che sono iscritto su Myspace.com e che ne sono soddisfattissimo. Ho vari amici della mia cittadina-paese, Trebaseleghe, e del capoluogo di provincia, Padova; senza contare i veronesi, trevigiani, vicentini, bellunesi, trentini, pordenonesi, triestini, goriziani, bolzanini, rodigini, e chi più ne ha, ne metta (le provincie sono citate alla rinfusa). E senza contare gli amici italiani.
I dati segg. sono del Gazzetttino, secondo la data del 1° febbraio 2009.
FACEBOOK
Italia: 6 milioni di iscritti
Nordest: 700 mila
Mondo: 140 milioni
Europa: 40 milioni
Alessandro del Piero: 400 mila amici
Roberto Baggio: 159 mila
Sant'Antonio di Padova: 15 mila, ma 40 gruppi
Mauro Corona: 14 mila
Bruno Pizzul: 12 mila
Primo Carnera: 11 mila
Tinto Brass: 5 mila
Tina Modotti: 3.500
Elisa: 3.300
Tommy Vee: 3.000
PattyPravo: 1.500
Matteo Tagliariol: 800
Federica Pellegrini: 686
Alessandro Ballan: 300.
di: Pierluigi Tamburrini
da: Il Gazzettino, lunedì 2 febbraio 2009, che sentitamente ringrazio
Traffico di organi di minori in Italia
Allarme di Maroni, Il Ministro all'Assemblea Unicef: "Serve la banca dei dati Dna". La denuncia in base al numero di extracomunitari scomparsi dopo l'arrivo a Lampedusa e alle segnalazioni dei Paesi di origine. E' stata avviata un'indagine.
"Su 1.320 minori approdati a Lampedusal'anno scorso, circa 400 sono scomparsi. Di loro non abbiamo più notizie. Incrociando questo dato con alcuni esposti sul traffico di organi, arrivati dai Paesi di origine, possiamo ritenere che il fenomeno tocchi anche l'Italia". Così il Ministro degli Interni Roberto Maroni ha annunciato, all'assemblea dell'Unicef a Roma, che già nel 2008 la polizia ha avviato "un'attività di indagine".
Per questo Maroni ha ribadito che solo con la banca dati del Dna si può affrontare il problema: "Oggi gli strumenti a disposizione non ci consentono di accertare se effettivamente la scomparsa di questi minori sia da mettere in relazione ad un traffico di organi".
Cina
Coinvolta soprattutto nel traffico di reni, il fenomeno sta iniziando a decrescere grazie all'adozione di maggiori misure di controllo.
India
Al centro del traffico di organi fino a qualche anno fa, il fenomeno è in diminuzione grazie all'intervento delle autorità.
Colombia
E' una delle nuove mete emergenti per il turismo di organi.
Pakistan e Filippine
Boom di annunci su Internet per la compravendita di organi.
Sri Lanka e Thailandia
Traffico di minori per espianti illegali di organi.
Almeno 60mila i bambini vittime di traffico di organi.
Il 10% dei trapianti di rene del mondo sono frutto di traffici illegali.
1 miliardo di euro il giro d'affari.
da: Il Gazzettino, sabato 31 gennaio 2009, che sentitamente ringrazio della concessione.
lunedì 9 marzo 2009
Nordest: due immigrati su tre carcerati
Nel Veneto un magistrato ogni 95.892 abitanti, in coda alla graduatoria nazionale, con la sola eccezione di Brescia. A Torino c'è un magistrato ogni 57mila abitanti e a Roma uno ogni 31.924.
E' uno dei numeri della situazione della giustizia veneta, presentati dalla Presidente della Corte d'Appello, Manuela Romei Pasetti. La Presidentein questi mesi ha raccolto tutti i dati del comparto regionale, forte anche di una lunga esperienza nel CSM.
Ma i dati più eclatanti si riferiscono alla popolazione carceraria: "A fronte di 3.019 carcerati, il 61 per cento è rappresentato da stranieri". Negli ultimi due anni, infatti, gli stranieri che si trovano in cella sono aumentati del 25%. Il 21% dei detenuti arriva dal Marocco, il 10% dalla Romania, l'11% dall'Albania e il 18% dalla Tunisia.
Estratto
di: Giampaolo Bonzio
da: Il Gazzettino, venerdì 30 gennaio 2009, che ringrazione sentitamente della concessione.
E' uno dei numeri della situazione della giustizia veneta, presentati dalla Presidente della Corte d'Appello, Manuela Romei Pasetti. La Presidentein questi mesi ha raccolto tutti i dati del comparto regionale, forte anche di una lunga esperienza nel CSM.
Ma i dati più eclatanti si riferiscono alla popolazione carceraria: "A fronte di 3.019 carcerati, il 61 per cento è rappresentato da stranieri". Negli ultimi due anni, infatti, gli stranieri che si trovano in cella sono aumentati del 25%. Il 21% dei detenuti arriva dal Marocco, il 10% dalla Romania, l'11% dall'Albania e il 18% dalla Tunisia.
Estratto
di: Giampaolo Bonzio
da: Il Gazzettino, venerdì 30 gennaio 2009, che ringrazione sentitamente della concessione.
sabato 7 marzo 2009
Ospedale veterinario nell'Asinara
Tartarughe ferite, balene malate o più semplicemente colpite da eliche di imbarcazioni, ma anche altre piccole specie di mammiferi del mare, potranno essere curati in ospedale appositamente attrezzato, che sorgerà nell'isola dell'Asinara, dove era presente il supercarcere e ora è stato riconvertito a Parco. La struttura verrà ultimata entro la prossima estate.
A realizzarla saranno l'Assessorato all'Ambiente della Regione Saredegna con l'ente parco dell'Asinara, che fa capo al Ministero dell'Ambiente. Una struttura in grado di fornire assistenza a tutte le specie di cetacei e mammiferi marini, con il loro ricovero e la loro cura da parte di diversi veterinari specializzati. Per la verità un piccolo ambulatorio di pronto soccorso esiste già, ma quello che verrà realizzato sarà un vero e proprio ospedale specializzato in grado di fornire assistenza di pronto soccorso 24 ore su 24.
Se finora molte specie di cetacei e mammiferi morivano a causa di ferite riportate nella stragrande maggioranza dei casi dalla mano dell'uomo, tra non molto non sarà più così. Chi non ha mai visto una piccola tartaruga ferita da un amo di un pescatore? Chi non ha mai notato una piccola balena (in questo tratto di mare tra la Sardegna e la corsica è molto frequente), colpita dalle eliche di un traghetto? Nella maggiooranza dei casi, questi cetacei e mammiferi morivano fra l'indifferenza generale. Ora, sarà possibile curarli e dare loro l'assistenza necessaria.
"L'opera", fanno sapere dall'Assessorato all'Ambiente della Regione Sardegna, "sarà completata entro pochi mesi e sarà in grado di dare l'assistenza necessaria ai mammiferi e cetacei feriti e che comunque hanno contratto una malattia". Non è un caso che per la realizzazione della struttura sia stata scelta l'isola che ospitava il supercarcere. Un fazzoletto di terra di 50 mila ettari, dove vivono specie rare di uccelli, ma anche i famosi asinelli bianchi.
di: Paolo Caboni
da: Il Gazzettino, mercoledì 28 gennaio 2009, che sentitamente ringrazio
giovedì 5 marzo 2009
Fermato il "Made in Italy" dalla recessione
Così nei primi unidici mesi. La bilancia commerciale italiana nel periodo gennaio-novembre 2008.
Esportazioni:
(Ue: 200.690,
Altri Paesi: 139.568).
Totale: 340.258, +2,6%.
Importazioni:
(Ue: 340.258,
Altri Paesi: 11.023).
Totale: 351.281, + 3,6%.
Saldo: -11.023 (dati in milioni di euro)
Fonte: Istat
da: Il Gazzettino, giovedì 22 gennaio 2009, che sentitamente ringrazio della collaborazione.
mercoledì 4 marzo 2009
Berlusconi e la nostra crisi
"La crisi economica riguarda tutto il mondo, da noi non è così drammatica come tutti pensano. Un calo del Pil nel 2009 del 2%, con una ripresa alla fine dell'anno e un miglioramento nel 2010 non è così drammatico"., assicura Silvio Berlusconi. Sempre convinto della opportunità, anzi necessità, di seminare fiducia tra imprenditori e consumatori, il Premier spiega: "Si ritornerebbe indietro alla situazione di due anni fa e noi non stavamo così male. Oltretutto un momento di riflessione in un'epoca di consumismo non è appunto drammatica, la crisi dipende da noi, dai consumatori europei, dobbiamo aver paura dell'aver troppa paura".
A Milano, per inaugurare la ristrutturazione di un reparto del Pio Albergo Trivulzio dedicato a sua madre, Rosa, Berlusconi ha osservato che "il Governatore della Banca d'Italia e anche d'Europa ci dicono che quest'anno il Pil registrerà il 2 per cento in meno. Ciò significa che torneremo indietro di due anni e non mi sembra che due anni fa si stesse così male". E dunque, insiste il premier, è necessario quell'ottimismo che incentivi i consumi non solo tra gli italiani, ma anche tra i francesi e i tedeschi "che sono i maggiori consumatori dei nostri prodotti". Bisogna dare il nostro piccolo contributo perchè questa crisi non sia troppo tremenda".
Oltretutto, continua il premier, "la Commissione europea ha apprezzato quello che abbiamo fatto, sia per il rigore che per la prudenza, sia per il sostegno che abbiamo dato all'economia e alle famiglie più bisognose. Credo che dobbiamo continuare così, ma dobbiamo anche continuare a dire che la crisi sta nelle mani di tutti noi sia per profndità che per estensione temporale". Da qui, l'invito "a tutti quelli che possono, a continare con lo stile di vita che avevano". Inoltre, lasciando il Pio Albergo Trivulzio, al quale ha regalato ieri 500.000 euro, in aggiunta agli altri 500.000 già donati due anni fa per la ristrutturazione del reparto intitolato alla madre - Berlusconi ha confermato che il Governo non cambierà il sistema pensionistico, ma ha anche ricordato che l'Europa impone all'Italia un intervento sull'età pensionabile delle donne: "Non è giusto - ha detto - che ogni governo che va in carica cambi il sistema delle pensioni. L'Europa però considera una discriminazione nei confronti delle donne che vadano in pensione a 60 anni, 5 anni prima degli uomini. Credo che affronteremo questa situazione prossimamente ed è una cosa da intendersi come un diritto delle lavoratrici che possono continuare a lavorare, non è qualcosa che viene imposto".
(...)
Estratto
di: M. Ant.
da: Il Gazzettino, mercoledì 21 gennaio 2009, che sentitamente ringrazio.
martedì 3 marzo 2009
Spagna: da 1^ della classe a fanalino di coda
Dopo oltre un decennio di euforia economia, sono ora tempi duri per la Spagna del premier socialista José Luis Zapatero, scivolata in un anno da uno status invidiabile di prima della classe europea, impegnata nel "sorpasso" di Italia e Francia, a quelo di fanalino di coda.
Le previsioni economiche intermedie di Bruxelles appesantiscono ulteriormente il nuovo quadro per i prossimi anni, già a tinte fosche, delineato giovedì 15 gennaio 2009 dal Ministro dell'economia di Madrid Pedro Solbes, compagno di partito e predecessore dell'attuale commissario Ue Joaquim Almunia. Rivedendo drasticamente verso il basso le proprie precedenti stime, Solbes aveva previsto giovedì stesso un calo della crescita dell'1,6% quest'anno, ma un ritorno in positivo nel 2010 con il 1,2%. Bruxelles scommette invece su tempi più lunghi, un -2% nel 2009 e anche il 2010 in negativo, con -0,2%. Sono dati ad anni luce dalla crescita al di sopra del 3% che Madrid ha conosciuto nell'ultimo decennio, trainata dal boom del mercato del mattone (+3,7% ancora nel 2007).
Anche Standard & Poor's ha preso atto della nuova situazione, declassando da "AAA" (il voto più alto) a "AA+" il rating a lungo termine sul debito pubblico spagnolo. "Le condizioni economiche e finanziarie attuali hanno messo in luce la debolezza strutturale dell'economia spagnola", ha spiegato l'agenzia di rating. Per il breve periodo il rating rimane invece a "A-1+". Una mossa, quella di S&P, che Solbes ha tenuto a relativizzare: "Stiamo parlando di passare da "ottimo" a "distinto", ha affermato. Ma le previsioni per la Spagna di Bruxelles confermano che per Madrid si è aperto un periodo molto difficile.
Il dato probabilmente più drammatico è quello della disoccupazione, che secondo l'Ue dovrebbe salire 16,1% nel 2009 e toccare un picco record del 18,7% nel 2010, il doppio della media-Ue. Questo dopo che nel 2008 il numero dei disoccupati nel Paese è già cresciuto di un milione, da 2 a 3, a causa in particolare dell'esplosione della "bolla immobiliare" e del crollo del settore del mattone. Non buone anche le previsioni sul rapporto deficit-Pil, ma in un contesto generalmente non molto più roseo in tutta l'Unione.
Secondo Bruxelles il limite del 3% di Maasticht è già stato sforato da Madrid nel 2008 (con il 3,4%), ma nel 2009 dovrebbe toccare un picco del 6,2%, restando alto anche nel 2010, al 5,7%. Per la Spagna, rileva la stampa di Madrid, è la peggiore recessione da mezzo secolo, dalla fine degli anni '50, nel primo decennio della dittaura del caudillo Francisco Franco.
da: Il Gazzettino, martedì 20 gennaio 2009, che ringrazio vivamente della cortese disponibilità.
lunedì 2 marzo 2009
Vantaggi e costi del federalismo
Non si può chiedere al Ministro dell'economia di indicare i costi del federalismo fiscale. Il disegno di legge approvato dal Senato, infatti, si fonda su due principali coordinate: la prima è quella del passaggio dalla spesa storica alla spesa standard, la seconda è quella dell' introduzione di un'autonomia impositiva responsabile a livello di Regioni ed Enti locali. La prima opera sul lato della spesa: si passerà dal finanziare i servizi in base a quanto si è speso in passato (senza considerare gli sprechi, le inefficienze, le pletore di personale, le cattive prassi amministrative e finanche l' illegalità di certi comportamenti), ad un finanziamento del solo costo standard (che coprirà la spesa per i servizi - sanità, assistenza, istruzione, trasporto - ma non coprirà più lo spreco, l'inefficienza, ecc.). La seconda coordinata sarà parametrata sulla prima, cioè sarà definita un'autonomia impositiva sufficiente a coprire quanto necessario a coprire i costi standard.
In queste due coordinate sta il cuore della riforma, destinata a superare finanziamenti a piè di lista, tipo quello attuato nell'ultimo anno del governo Prodi con dodici miliardi di euro a favore di cinque regioni del sud in extradeficit sanitario. Chiunque può andare a leggere le relazioni della Corte dei Conti sulla situazione di quelle cinque regioni, per trovarvi denuncie impressionanti per sprechi pubblici, di macchine della Tac comprate senza collaudo, di rimborsi indebiti, di "un'amplissima zona grigia di slealtà e di disinteresse per la cosa pubblica o di malcelato tornaconto personale, dannosi ale casse dello Stato ed al prestigio delle istituzioni". Non sorprende, in questo contesto, che la spesa sanitaria in Italia sia raddoppiata negli ultimi dieci anni, passando dai 55,1 miliardi del 1998 ai 101,4 miliardi del 2008.
Non è solo per i progressi della medicina o per l'allungamento della vita media. La riforma approvata dal Senato detta ora i criteri per uscire dal tunnel di questa situazione, appunto individuando, per circa il 90% delle funzioni regionali e locali, il criterio del finanziamento al costo standard, cioè in base a quanto effettivamente serve per fornire in una condizione di media efficienza un determinato servizio. Si tratta però di un dato che non può essere prodotto ora, perchè la riforma prevede che sia definito di concerto da Regioni e Enti locali nella fase dei Decreti legislativi. Qui gli enti efficienti saranno interessati a fissare in basso l'asticella dei costi standard, quelli inefficienti faranno resistenza, il Governo farà da arbitro fra i controinteressati.
Sarà una partita delicata è non si può sapere ora quale sarà l'esito. Non si può dunque chiedere - anzi è logicamente sbagliato farlo - al Ministro dell' Economia di dire adesso l'impatto finanziario di una riforma che dipende da una variabile di tale portata. Nè è il caso che il Parlamento, invece che sui principi, si metta a discutere su quale deve essere il costo standard di una degenza ospedaliera. Ed è giusto che sia così, perchè se la definizione del costo standard fosse solo calata dall'alto, con tutta probabilità non sarebbe accettata da Regioni ed Enti locali e sarebbe destinata, in fase di applicazione, a incappare in quei blocchi che - come in passato - hanno riportato poi in vita l'infernale criterio della spesa storica.
Quello che è certo, però, è che il finanziamento in base al costo standard porta per definizione a un risparmio e a una razionalizzazione della spesa pubblica, perchè introduce un solido criterio di efficienza e di responsabilità. Questa responsabilità sul lato delle spesa è poi rinforzata sul lato dell'entrata perchè gli amministratori regionali o locali che spenderanno più del costo standard dovrano richiedere le rsorse aggiuntive ai loro elettori, senza più minimamente poter contare sui ripiani a piè di lista da parte dello Stato.
Con grande correttezza, Gilberto Muraro, presidente della commissione tecnica per la spesa pubblica sotto il Governo Prodi, ha recentemente precisato: "I numeri non potranno che emrgere dai successivi decreti legislativi". Quello che sappiamo con certezza oggi è che il vero costo in Italia è quello che deriva dalla mancanza di federalismo fiscale, che ha creato la peggiore delle situazioni possibili, dove per effetto del decentramento degli ultimi anni è aumentato il potere di spesa degli amministratori regionali e locali, ma chi spende male è premiato e chi è efficiente è punito, chi manda in dissesto il bilancio di un Comune continua imperterrito la sua carriera politica, ecc. ecc. A tutto questo la riforma, con una valorizzazione del principio di responsabilità che a memoria non è dato riscontrare in altra legge italiana, è destinata a scrivere la parola "fine". Il fatto che sia stata condivisa dall'opposizione e che le Regioni e Enti locali l'abbiano approvata all'unanimità, ha un grande valore anche economico, perchè è garanzia di un patto di razionalizzazione della spesa pubblica che sarà difficile non rispettare.
di: Luca Antonini
da: Il Gazzettino, domenica 25 gennaio 2009, che ringrazio per la cortese disponibilità
domenica 1 marzo 2009
Iscriviti a:
Post (Atom)