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domenica 26 ottobre 2008

I piccoli "camorristi" delle sagre

I carabinieri li avevano individuati da tempo, ma ci sono voluti mesi di lavoro per convincere le "vittime" delle loro vessazioni, 22 giovani del'Alta Padovana, a collaborare per assicurare i due ala giustizia. Alafine ce l'hanno fatta, e l'arresto di una coppia di fratelli, di 15 e 16 anni, ha messo fine a un incubo fato di percosse, furti, intimidazioni fisiche e psicologiche. Un sistema "camorristico", per i carabinieri di Vigodarzere che hanno seguito le indagini e per il Giudice delle indagini preliminari del tribunale dei minori di Venezia, che ha convalidato il fermo e ordinatola custodia dei due nel carcere minorile di Treviso.

Fra i capi di accusa percosse, lesioni, violenza privata, minacce ed estorsione. Obiettivo preferito delle scorribande dei due le sagre e gli eventi pubblici in generale. Un incubo che da lungo tempo teneva in condizioni umilianti 22 giovani minorenni e aveva messo al tappeto le loro famiglie. Anni di minacce ed ogni tipo di cattiveria gratuita sono da ieri solo un brutto ricordo. Nell'Alta Padovana i Carabinieri della stazione di Vigodarzere, dopo sette mesi di indagini, hanno tratto in arresto due fratelli di 15 e 16 anni, italani, che avevano col tempo creato una specie di clan camorristico. Ogni loro volere doveva essere rispettato dai giovani coinvolti, senza fiatare. In caso cntrario scattavano prima le minacce e poi le botte.

L'indagine dei carabinieri partita la scorsa primavera, quando un giovane studente dell'Alta padovana era finito all'ospedale con la mandibola fratturata dopo una violenta collutazione. Il padre del giovane nel'occasione era andato in caserma a raccontare quanto accaduto nel patronato,ma non aveva sporto denuncia, limitandosi a dichiarare dichiarazioni spontanee. Motivo dela mancata denuncia era stato il timore di possibili ritorsioni, visto che la baby-gang che da tempo si era impadronita dela zona, intimava alle malcapitate vittime di non raccontare nulla di quento accadeva nei luoghi di aggregazione. Erano per lo più i patronati e le piazze di paese i luoghi dove si cosumavano i soprusi ai danni degli adolescenti.

Nella zona della cintura urbana del padovano erano in molti a sapere di questo andazzo, ma la paura prevaleva sulla volontà d liberarsi di questo incubo e nessuna delle "vittime" era mai uscita allo scoperto a raccontare il suo dramma. Partendo dall'episodio della mandibola fraturata, i carabinieri hanno cominciato a seguire i movimenti dei due fratelli. Non è stato facile lavorare per i militari, visto che tra le famiglie regnava la più assoluta omertà. C'è voluto un lavoro certosino basato sulla fiducia, alla fine i carabinieri hanno convinto i genitori dei ragazzi perseguitati a collaborare, con la promessa che il cerchi attorno ai due di lì a poco si sarebbe chiuso.

Ieri il blitz: con una gazzella i carabinieri sono andati al domicilio dei due minorenni e li hanno tradotti in caserma. Dopo la fotosegnalazione di rito, sono stati incriminati con cinque pesanti capi di accusa: percosse, lesioni, violenza privata, minaccia ed estorsione in concorso tra di loro. Vista la pericolosità dei due soggetti e la gravità delle accuse mosse ai loro danni, il giudice per le indagini preliminari di Venezia ha convalidato il fermo e per i due fratelli si sono aperte le porte del carcere minorile di Treviso.

Questo duplice arresto è stato salutato con gioia dai residenti delle zone interessate: per troppo tempo hano vissuto con l'incubo che questi due ragazzi potessero fare del male a qualcuno dei loro cari. In effetti, oltre ad agire quotidianamente contro i coetanei, sembra che la coppia si fosse resa protagonista di minacce anche nei confronti di adulti, tra cui un sacerdote. Meta preferita per le loro scorribande erano le sagre o comunque gli eventi che riunvano parecchia gente.

Dai racconti dele "vittime", i carabinieri sono venuti a sapere che i due ragazzi pretendevano la colazione pagata, intimavano di cedere loro i motorini. E se qualcuno si ribellava erano minacce e subito dopo botte. Qualsiasi decisione del "branco" doveva passare sotto il loro assenso: una sorta di associazione a delinquere in cui i due frateli si muovevano come veri piccoli camorristi.

di: servizio del "Gazzettino", quotidiano delle Venezie
da: "Il Gazzettino" di domenica 26 ottobre 2008.

Ringrazio vivamente "Il Gazzettino" per fornire a questo Blog molteplice fonte giornalistica. Grazie vivissime!
Enio8

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