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sabato 22 novembre 2008

Muore asso dell'aeronautica.

Stefano Rosa, un professionista esperto che "parlava" con gli aerei.

Dava del tu agli aerei da trent'anni, Stefano Rosa. E la notizia dello schianto che gli è costato la vita il 20 novembre a Thiene (Vi), ha tutte le sembianze di un tragico paradosso per un predestinato al volo: in Aeronautica appena diciottenne, otto anni più tardi, nel 1987, l'approdo nel "sancta sanctorum" dei piloti, la Pan, pattuglia acrobatica nazionale. Un anno prima della tragedia di Ramstein, in cui morirono tre piloti e una sessantina di spettatori. Nel giro di qualche anno Stefano, un marchigiano di Senigallia che in Friuli troverà casa e affetto mettendo radici a Gradiscutta di Varmo, un paesino a sud di Codroipo, 25 km a ovest di Udine, dove fino all'altro ieri viveva vicino alla moglie canadese Glenda May e al figlio, completa la trafila diventando "solista" delle Frecce Tricolori.

Tre anni intensi, dal 1992 al '94, nel pieno della maturità professionale e umana. Il capoformazione di quegli anni, Gianluigi Zanovello, lo ricorda come un pilota meticoloso ma anche "moderno nell'approccio alla guida del velivolo, che sapeva mettere in evidenza la fantasia senza lasciare mai nulla al caso".

Con il grado di tenete colonnello, a metà degli anni novanta Rosa lascia le Frecce e si trasferisce a Pratica di Mare. Conclusa l'esperienza militare, passa all'Aviazione Civile nelle linee aeree dell'ex ferrarista Niki Lauda. Ma la sua esperienza acrobatica fa gola a molti. E così Rosa finisce per accettare la proposta della Breitling Devils, una pattuglia acrobatica civile, lavorando come Responsabile Addestramento della Livingstone. Stefano, con i suoi 47 anni, era il pilota più esperto della pattuglia, con la quale stava rivivendo le emozioni dei tempi delle Frecce.

Non faceva vita di paese - spiega il vicesindaco di Varmo, Sara Chittaro, nel commentare la tragedia - perchè era spesso all'estero, in Canada, in Messico per motivi di lavoro. Stefano Rosa, quando poteva amava giocare al golf. Come era accaduto tre settimane fa: "Mi aveva riaccompagnato a casa - ricorda ancora il vicesindaco - perchè avevo avuto un piccolo incidente. Avevamo giocato a golf assieme e lui era un grande appassionato".

Momenti indimenticabili, quelli vissuti da Stefano nela Pattuglia Acrobatica Nazionale, che ha sede nel cuore del Friuli. Tanto è vero che il provetto pilota continuava a frequentare i vecchi compagni di volo e si disimpegnava bene anche nella squadra di calcio delle Frecce tricolori. Un numero "dieci" che - assicura il colonello Carlo Baron, friulano di Pradamano - sapeva distinguersi in qualsiasi disciplina sportiva. E che ieri sera era atteso a Jesolo per un match calcistico tra "frecce tricolori" di ieri e di oggi. Un appuntamento che lo schianto di giovedì 20 novembre mattina, a Thiene (VI) ha cancellato per sempre.


di: Valerio Bassotto
da: "Il Gazzettino", quotidiano del Nord-est, venerdì 21.11.2008, che ringrazio vivamente per la spontanea ospitalità prestatami!

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