Bisognerebbe scrivere tanto, ma io, come uomo della strada, faccio SOLO un commento. Le generazioni, non si rincorrono, ma altresì peggiorano nel loro avvicendarsi (parlo delle ultime, cioè di quelle di cui ho notizia io!).
Ma, detto di un certo permissivismo, che consentirebbe un costume che strizza l'occhio a molte usanze nuove, nel bene e nel male, si potrebbe dire dell'ingresso della donna nella scena politica, ad esempio - anche se molto meno numerosa di quello che si potrebbe - e nel mondo industriale. Che sta concretizzando la parità dei sessi nel mondo, tutto sommato. E' giusto. Ma questa rivoluzione dei generi deve ancora concretizzarsi nelle ridistribuzione dei ruoli sociali ed economici nell'ambiente in cui viviamo.
L'appartenenza al gioco delle forze, la proclamano con vigore anche i gay. Dobbiamo accettare, volenti o nolenti, anche loro come risultati/esseri del nostro tessuto sociale. Ormai sono in televisione nelle loro manifestazioni, nei loro giochi di coppia. Un gay ti dice quindi: "Sono un uomo anch'io... Accettami!" Io non sono moderno: un uomo per me è un uomo, una donna una donna! Essere moderni vuol dire conformizzarsi a tutto ed accettare tutto?
In un altro post, è emerso come parecchi immigrati siano piccoli imprenditori. Nel mio palazzo, un giovane albanese è, come una famiglia bosniaca, imprenditore edile. Gli altri oltre a noi italiani, sono uomini di colore dipendenti in Aziende della città. E' una buona rilevanza di operatori economici della città.
A Lampedusa, continuano a sbarcare immigrati clandestini. Non hanno documenti e cercano ospitalità. Alcuni sono furbi, altri sono in cerca di una nuova Patria e si lasciano dietro miserie e distruzione... e la famiglia. Si potrebbe rinunciare a qualcosa, seriamente a poco, per rimetterli a vivere. Ma... fino a quando?
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