Pagina principale

Visualizzazioni totali

martedì 2 settembre 2008

Primo il Nordest, ma l'Emilia ci sorpassa!

Le esportazioni continuano a dare ossigeno all'Azienda Italia impantanata in una stagnazione strisciante, con i consumi interni al palo. E il Nordest continua a dare il suo contributo più che rilevante alla bilancia commerciale del Paese. Anche se non sono tutte luci.

La fondazione Edison ha stilato la classifica delle 19 province superstar. E c'è qualche sorpresa. La graduatoria fa riferimento ai dati del 2007, per quanto ancora parziali, ed è riferito ai dati dell'export pro-capite. L'aspetto positivo è che ben nove province del Nordest (Emilia compresa), contro sette del Nordovest, vantano un volume superiore ai 10.000 euro. In pratica tra le prime 15 province italiane ne figurano tre del Veneto: Vicenza, Belluno e Treviso, e una del Friuli-Venezia Giulia, ossia Pordenone. Inoltre Udine è entrata nel gotha delle province italiane con un export manifatturiero superiore ai 10.000 euro pro-capite. Dati decisamente positivi, anche se abbastanza noti.

Il rovescio della medaglia, e questa è la novità dello studio della Fondazione Edison, è che il trend di crescita non è confermato, perchè le performances migliori, l'anno scorso, non sono state trivenete. Nonostante complessivamente i volumi delle vendite all'estero siano cresciuti, altri hanno fatto meglio.

In particolare Reggio Emilia ha conquistato il podio più alto con oltre 16.00 euro di export procapite, scalzando Vicenza che invece si è fermata a un passo, 15.900 euro. Mantova scavalca Pordenone al quinto posto e, addirittura, Treviso ha perduto ben quattro posizioni, con export manifatturiero che sostanzialmente è rimasto quello del 2006. Meglio di tutte si è comportata Belluno che ha guadagnato due punti e scavalca Bergamo. Secondo i rilevatori dell'indagine, i fattori congiunturali hanno inciso su questo riposizionamento geografico.

La crisi di alcuni settori chiave, come per esempio il comparto orafo per Vicenza, oppure la calzatura sportiva per il distretto di Montebelluna (Vi), spiegherebbero l'arretramento di Vicenza e di Treviso. Il buon andamento, l'anno scorso, dell'occhialeria, viceversa, avrebbe premiato Belluno, così come la tenuta del mobile ha rafforzato la posizione di Pordenone. Ma basta questa spiegazione?

"Sono dati che andrebbero disaggregati - avverte Alessandro Vardanega, presidente degli industriali di Treviso, che spiega il calo di velocità della Marca con il fattore cambio. "Se il prodotto lo vendo negli USA, pur aumentando i volumi, pago la svalutazione del dollaro rispetto all'euro".

In sostanza l'anno scorso, chi ha operato nell'Europa continentale, Russia compresa, si è trovato meglio del suo collega impegnato nel mercato americano o del Medio-oriente, dove si fattura in dollari. L'altro aspetto su cui insiste Vardanega, per spiegare l'arretramento trevigiano, è il trend demografico. "Aumenta la popolazione, quindi il dato pro-capite diminuisce. Dobbiamo tener presente che l'area di Treviso nel 2020 supererà il milione di abitanti". In città, grazie all'immigrazione, c'è stato un aumento medio annuo superiore alle 8 mila unità. Infine la struttura delle aziende è più internazionalizzata".

L'export avviene sempre più "estero su estero". Significa che la strategia dell'impresa è elaborata in Italia, ma la transazione fisica delle merci è effettuata nelle filiali straniere del gruppo e non transita per le Dogane. Questo fattore sta metendo in ambasce gli statistici, perchè i conti non tornano. Proprio all'export del 2007 la Canera di Commercio di Treviso, in occasione della gfiornata dell'economia, ha reso noto che l'Istato ha dovuto provvedere a significative rettifiche. A Treviso sono stati contabilizzati 460 milioni di euro in più per il 2006 e a Vicenza l'aggiustamento è stato addiritttura del 14%.

Refuso

di: Giancarlo Pagan
da: "Il Gazzettino, quotidiano del Nordest" di martedì 2 settembre 2008.

3 commenti:

Gilesteta ha detto...

Giancarlo Galan "Il Nord-Est sono io", mi sta simpatico.
Riguardo alla questione voto agli immigrati: si, sono certo ci siano anche coloro che non si sentono italiani. Probabilmente una concausa è il clima un poco chiuso e indisponibile contro lo straniero che si respira.
Non resta che sperare nei figli...

Asix ha detto...

Caro Vecchio L'Esteta col Gilet: Noi Veneti siamo italiani eccome, abbiamo delle componenti, se mi concedi l'espressione, molto pragmatiche e restauratrici, basate soprattutto sul lavoro, la religione e la famiglia. Sbaglio? Ma anche.... su un pò di ignoranza, scusami tanto!
Per i figli, dovremo cominciare noi a essere più disponibili con lo straniero...
Non ti ho più visto, dove sei?
Ciao!
Enio8

Asix ha detto...

Se ti capita, leggi il mio nuovo: "UNIVERSAL ROCK" www.campionario.blogspot.com , GRAZIE! e scusa del ritardo...
Enio8