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mercoledì 18 febbraio 2009

I clandestini di Jesolo (Ve)

                       A lezione di italiano, di igiene personale, di educazione alimentare. Ma anche giochi di gruppo per socializzare sia al loro interno che con gli operatori. Trascorrono così le giornate i 41 profughi minorenni tutti sbarcati clandestinamente a Lampedusa e ora ospitati nel centro che la Croce Rossa italiana gestisce a Jesolo. All'appello mancano in quattro: "Non sono scappati ma si sono allntanati - tiene a precisare Annamaria Stefanelli, nominata appena lunedì scorso Commissaria regionale della Cri - con una meta ben precisa. Alcuni di loro, come ci hanno raccontato gli amici, avevano lo zio che li aspettava al cancello, altri hanno preso il treno per raggiungere i parenti, chi a Torino, chi in Spagna. Tutti hanno numero di telefono o indirizzi mail con cui contattare i familiari sparsi in tutta Europa.

D'altronde questi ragazzini non sono in un lager e noi non siamo dei guardiani. Anzi siamo pronti ad aiutarli anche sul fronte dei ricongiungimenti. Ma c'ètanta ignoranza e tanta paura, per cui anche i congiunti temono ripercussioni di chissà che tipo e quindi preferiscono non attivarsi a livello ufficiale". 

L'ostacolo più grande da superare è quello della lingua: per l'80% di nazionalità egiziana, questi adolescenti si esprimono solo in arabo. Pochissimi parlano uno stentato inglese e sono coloro che provengono dal Congo, dall'Eritrea, dala Somalia. "Tutti sono terrorizzati dalla prospettiva di essere rimpatriati - spiega Stefanelli, 58 anni, nata a Venezia ma trapiantata a Treviso - e non hanno la più pallda idea di nulla. Appena arrivati a Jesolo non solo divoravano il cibo ma se lo accaparravano perchè credevano che il giorno dopo non ci fosse più nulla da mangiare. Abituati a vivere nell'emergenza, diffidano anche l'uno dell'altro e quindi bisogna lavorare molto anche a livello psicologico per rassicurarli e tranquillizzarli".

Una ventina di volontari dela Cri, che prestano servizio nella struttura, compresi i "pionieri", ovvero la componente giovane della Croce Rossa, guidata da Nicola Previti: "Il nostro compito, spiega, è quello soprattutto di farli socializzare e di avvicinarli ala nostra cultura". Vestiti dala Benetton e dala Iana scarpe e sacche sportive dalla Lotto. "Ancora una volta  Veneti e le aziende venete hanno risposto con una generosità commovente - continua Stefanelli - che conferma quanto la nostra gente sia solidale nei fatti al di là delle polemiche politiche che non ci rguardano. Il mio è un ringraziamento corale esteso a quanti ci sostengono. E' anche merito loro se questi ragazzi possono avere una chance".

Nell'immediato, invece, la selezione per poter entrare a far parte della rappresentativa di calcio: uno dei "marescialli" Cri è infatti l'allenatore della squadra del Cavallino e sta organizzando na sfida in grande stile. Raccolta con entusiasmo grazie al linguaggio universale del pallone.

di: Monica Andolfatto
da: Il Gazzettino, sabato 24 gennaio 2009, che ringrazio vivamente della concessione.

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