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mercoledì 15 aprile 2009

"Voglio liberare il pianeta dalle armi nucleari".

Trentamila in delirio, al Castello di Praga, per sentire il primo presidente americano nero chiedere all'Europa di marciare insieme verso un futuro senza l'incubo della bomba atomica e di aprirsi senza paura alla musulmana Turchia.

Obama si è mosso col carisma di una rock star sul palco allestito al centro dell'antica fortezza medievale, insieme alla moglie Michelle, ha accompagnato suggestioni politiche a robuste dosi di carisma personale, mandando in visibilio i giovanissimi accampati sin dall'alba. Conquistata Praga, conquistata l'Europa.

E' dalla città che quarant'anni fa subiva la normalizzazione sovietica comunista, spenta a viva forza l'euforia della 'primavera' di Dubcek che Obama ha lanciato davanti alla folla entusiasta, un'altra delle sue sfide apparentemente impossibili: la denuclearizzazione degli arsenali del pianeta. Lo ha fatto, appunto, evocando la primavera di Praga e la Rivoluzione di Velluto come simboli di sogni audaci (come pure la sua candidatura alla Casa Bianca) che sono poi diventati realtà.

Affermando "che la leadership morale è più potente di qualsiasi arma", il presidente, che ha già firmato la chiusura di Guantanamo e messo al bando la tortura nelle prigioni della Cia, ha proclamato in un discorso ricco di valori simbolici - ha citato anche il muro di Berlino e il famoso viaggio di John F. Kennedy in Europa nel 1961 - che gli Stati Uniti come "unica potenza nucleare ad aver usato la bomba atomica" hanno la responsabilità morale di agire" per liberare il pianeta dagli arsenali nucleari.

"La Guerra Fredda è finita, ma ci ha lasciato in eredità migliaia di ordigni nucleari - ha detto - mentre il pericolo di una guerra nucleare è sparito, è paradossalmente aumentato quello di un attacco nucleare" di terroristi o di nazioni canaglia. Obama ha annunciato una serie di assi concreti per trasformare in realtà il sogno di un mondo senza più bombe atomiche: la ripresa dei negoziati con la Russia per un nuovo trattato per il disarmo entro la fine dell'anno (quando scadrà lo Start); la ratifica negli USA del Trattato sul bando di ogni tipo di test nucleare; un nuovo trattato internazionale che metta fine alla produzione di materiale fissile utilizzabile per ordigni; un vertice globale sulla sicurezza nucleare. E numerose altre iniziative.

Il discorso di Obama contro la proliferazione nucleare, programmato da tempo, è stato preceduto di poche ore dal test missilistico della Corea del Nord, che ha fatto scattare le accuse Usa di "provocazione" e la convocazione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Il presidente Usa ha avuto buon gioco nell'osservare che l'azione della Corea del Nord conferma "quanto sia urgente" affrontare il tema della proliferazione nucleare.

E quanto resti attuale il progetto di uno scudo antimissile (la Repubblica Ceca è destinata a ospitare la stazione radar del controverso programma). Obama ha incluso nell'equazione anche l'Iran: finchè Teheran non avrà fatto una chiara scelta e non avrà rinunciato al suo programma nucleare, gli Stati Uniti "andranno avanti col sistema difensivo anti-missile". Praga ha offerto uno scenario perfetto a Obama per il suo discorso.

da: Il Gazzettino, lunedì 6 aprile 2009, che ringrazio sentitamente della collaborazione.

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