Trentamila in delirio, al Castello di Praga, per sentire il primo presidente americano nero chiedere all'Europa di marciare insieme verso un futuro senza l'incubo della bomba atomica e di aprirsi senza paura alla musulmana Turchia.
Obama si è mosso col carisma di una rock star sul palco allestito al centro dell'antica fortezza medievale, insieme alla moglie Michelle, ha accompagnato suggestioni politiche a robuste dosi di carisma personale, mandando in visibilio i giovanissimi accampati sin dall'alba. Conquistata Praga, conquistata l'Europa.
E' dalla città che quarant'anni fa subiva la normalizzazione sovietica comunista, spenta a viva forza l'euforia della 'primavera' di Dubcek che Obama ha lanciato davanti alla folla entusiasta, un'altra delle sue sfide apparentemente impossibili: la denuclearizzazione degli arsenali del pianeta. Lo ha fatto, appunto, evocando la primavera di Praga e la Rivoluzione di Velluto come simboli di sogni audaci (come pure la sua candidatura alla Casa Bianca) che sono poi diventati realtà.
Affermando "che la leadership morale è più potente di qualsiasi arma", il presidente, che ha già firmato la chiusura di Guantanamo e messo al bando la tortura nelle prigioni della Cia, ha proclamato in un discorso ricco di valori simbolici - ha citato anche il muro di Berlino e il famoso viaggio di John F. Kennedy in Europa nel 1961 - che gli Stati Uniti come "unica potenza nucleare ad aver usato la bomba atomica" hanno la responsabilità morale di agire" per liberare il pianeta dagli arsenali nucleari.
"La Guerra Fredda è finita, ma ci ha lasciato in eredità migliaia di ordigni nucleari - ha detto - mentre il pericolo di una guerra nucleare è sparito, è paradossalmente aumentato quello di un attacco nucleare" di terroristi o di nazioni canaglia. Obama ha annunciato una serie di assi concreti per trasformare in realtà il sogno di un mondo senza più bombe atomiche: la ripresa dei negoziati con la Russia per un nuovo trattato per il disarmo entro la fine dell'anno (quando scadrà lo Start); la ratifica negli USA del Trattato sul bando di ogni tipo di test nucleare; un nuovo trattato internazionale che metta fine alla produzione di materiale fissile utilizzabile per ordigni; un vertice globale sulla sicurezza nucleare. E numerose altre iniziative.
Il discorso di Obama contro la proliferazione nucleare, programmato da tempo, è stato preceduto di poche ore dal test missilistico della Corea del Nord, che ha fatto scattare le accuse Usa di "provocazione" e la convocazione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Il presidente Usa ha avuto buon gioco nell'osservare che l'azione della Corea del Nord conferma "quanto sia urgente" affrontare il tema della proliferazione nucleare.
E quanto resti attuale il progetto di uno scudo antimissile (la Repubblica Ceca è destinata a ospitare la stazione radar del controverso programma). Obama ha incluso nell'equazione anche l'Iran: finchè Teheran non avrà fatto una chiara scelta e non avrà rinunciato al suo programma nucleare, gli Stati Uniti "andranno avanti col sistema difensivo anti-missile". Praga ha offerto uno scenario perfetto a Obama per il suo discorso.
da: Il Gazzettino, lunedì 6 aprile 2009, che ringrazio sentitamente della collaborazione.
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