[modifica] BiografiaNacque ad Atene da genitori aristocratici: il padre Aristone, che vantava tra i suoi antenati Codro, l'ultimo leggendario re d'Atene, gli impose il nome del nonno, cioè Aristocle; anche la madre, Perittione, secondo Diogene Laerzio, discendeva dal famoso legislatore Solone [3] [4] [5]
La sua data di nascita viene fissata da Apollodoro di Atene, nella sua Cronologia, all'ottantottesima Olimpiade, nel settimo giorno del mese di Targellione, ossia alla fine di maggio del 428 a.C.[6] Ebbe due fratelli, Adimanto e Glaucone, citati nella sua Repubblica, e una sorella, Potone, madre di Speusippo, futuro allievo e successore, alla sua morte, alla direzione dell'Accademia di Atene.
Fu un altro Aristone, un lottatore di Argo, suo maestro di ginnastica, a chiamarlo Platone (dal greco πλατύς, platýs, che significa "ampio") date le ampie spalle; altri danno del nome un'altra derivazione, come l'ampiezza della fronte o la maestà dello stile letterario. Diogene Laerzio, riferendosi ad Apuleio,[7] a Olimpiodoro[8] e a Eliano,[9] informa che avrebbe coltivato la pittura e la poesia, scrivendo ditirambi, liriche e tragedie, che avrebbero avuto in seguito, insieme ai mimi, un'importanza fondamentale per la scrittura dei suoi dialoghi.
[modifica] I viaggi e l'incontro con SocrateFrequentò l'eracliteo Cratilo e il parmenideo Ermogene, ma non è certo se la notizia sia reale o se voglia giustificare la sua successiva dottrina, influenzata sotto diversi aspetti dal pensiero dei suoi due grandi predecessori, Eraclito e Parmenide, da lui considerati gli autentici fondatori della filosofia.
Avrebbe partecipato a tre spedizioni militari, durante la guerra del Peloponneso, a Tanagra, a Corinto e a Delio, dal 409 a.C. al 407 a.C., anno in cui, conosciuto Socrate, avrebbe distrutto tutte le sue composizioni poetiche per dedicarsi completamente alla filosofia.[10]
Fondamentale il suo incontro con Socrate che, dopo la parentesi del governo, oligarchico e filo-spartano, dei Trenta tiranni, del quale faceva parte lo zio di Platone Crizia, fu accusato dal nuovo governo democratico di empietà e di corruzione dei giovani e condannato a morte nel 399 a.C..
Dopo la morte del maestro sarebbe andato a Megara insieme con altri allievi di Socrate, poi a Cirene, frequentando il matematico Teodoro di Cirene e ancora in Italia, dai pitagorici Filolao ed Eurito. Di qui, si sarebbe recato in Egitto, dove i sacerdoti l'avrebbero guarito da una malattia. Ma la fondatezza della notizia di questi viaggi è molto dubbia.
[modifica] I primi dialoghi « I primi dialoghi platonici sono concordi nell'attribuire una valutazione sostanzialmente positiva alle tecniche.[11] »
A partire dal 395 a.C. Platone dovrebbe aver iniziato a scrivere i primi dialoghi, nei quali affronta il problema culturale rappresentato dalla figura di Socrate e la funzione dei sofisti: nascono così, in un possibile ordine cronologico:
l'Apologia (il suo primo dialogo);
il Critone, in cui Socrate discute la legittimità delle leggi;
lo Ione, parodia ironica di poeti;
l'Eutifrone;
il Carmide;
il Lachete;
il Liside;
l'Alcibiade I;
l'Alcibiade II (queste due attribuzioni a Platone sono tuttavia discusse);
l'Ippia Maggiore;
l'Ippia Minore;
il Trasimaco (che confluirà nella Repubblica come primo libro);
il Menesseno;
il Protagora;
il Gorgia.
[modifica] Il primo viaggio a SiracusaCerto è invece che Platone, intorno al 388 a.C., dopo aver aver conosciuto il pitagorico Archita, governatore di Taranto, sia stato a Siracusa, governata da Dionigi I, dove strinse amicizia col cognato del tiranno, Dione,[10] che guardò con favore ai programmi politici di Platone. Ma opposto fu l'atteggiamento di Dionigi che costrinse Platone ad abbandonare Siracusa per Atene; fatto sbarcare nell'isola di Egina, nemica di Atene, vi venne fatto prigioniero e reso schiavo; per sua fortuna, il socratico Anniceride di Cirene lo riscattò. Ma anche quest'episodio, narrato con varianti da Diogene Laerzio,[12] è molto dubbio.
Nessun commento:
Posta un commento