mercoledì 2 novembre 2011
venerdì 23 settembre 2011
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Asix
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sabato 13 agosto 2011
lunedì 25 luglio 2011
mercoledì 13 luglio 2011
sabato 9 luglio 2011
venerdì 1 luglio 2011
giovedì 30 giugno 2011
giovedì 23 giugno 2011
CHE COS' E' INTERNET?
CHE COS’È INTERNET?
La rete delle reti
Variamente definita, Internet è sostanzialmente la "rete delle reti", cioè un insieme di reti di computer sparse in tutto il mondo e collegate tra loro, a cui possono accedere migliaia di utenti per scambiare tra loro informazioni binarie di vario tipo a definizione.
Tecnicamente la definizione più corretta di Internet è forse quella di una federazione o un insieme di reti in grado di comunicare utilizzando il set di protocolli TCP/IP" (MARTIGNAGO E.- PASTERIS V.-ROMAGNOLO S., Sesto Potere, Apogeo, Milano, 1997).
Al di là del tentativo di definirla, per descrivere Internet sono state usate varie analogie; la più frequente è quella delle reti telefoniche locali o nazionali che nel loro insieme formano una immensa rete internazionale, della quale molti possiedono una parte, senza che nessuno possa possederla tutta; infatti si dice che Internet non è di nessuno, anche se - perché il tutto funzioni - tutti devono tenere in efficienza la parte di loro proprietà.
Non mancano naturalmente analogie più fantasiose, tra cui quella della scuola di McLuhan che vede Internet come "prolungamento" all’esterno del nostro cervello (così come la televisione era il prolungamento all’esterno della nostra vista) o quella addirittura fantascientifica secondo cui Internet sarebbe un "cervello collettivo".
La storia di Internet
Negli anni ’60, di fronte al successo scientifico rappresentato dal primo Sputnik sovietico (messo in orbita il 4 ottobre 1957) gli Usa da una parte lanciarono un programma spaziale che doveva portare l’uomo sulla luna, mentre dall’altra, a livello militare, predisposero un piano di difesa da un eventuale attacco atomico da parte dell’Urss, nell’ambito della cosiddetta Guerra Fredda.
Fu così che il Pentagono creò A.R.P.A. (Advanced Research Projects Agency), un’agenzia per progetti scientifici a livello avanzato a scopi militari. Uno di questi progetti, presentato da Paul Baran nel 1962, mirava a creare un sistema di comunicazioni in grado di sopravvivere ad un attacco nucleare ed era basato sul sistema della trasmissione mediante commutazione di pacchetto (packet switching).
Per raggiungere questo obiettivo era necessario che il sistema di comunicazione non avesse un punto centrale di controllo (no central authority), colpire il quale avrebbe significato mettere fuori uso l’intero sistema, ma avesse una struttura che garantisse le comunicazioni anche se parte dei collegamenti fossero stati distrutti. Bisognava che una comunicazione potesse seguire percorsi diversi in alternativa a quelli eventualmente distrutti.
Nel 1969 Vinton Cerf creò Arpanet, collegando al nodo dell’Università di Los Angeles le tre Università americani di Santa Barbara (California), di Stanford e dell’Università dello Utah. Questo significò il passaggio dalle cosiddette LAN (Local Area Network, rete locale) ad una WAN (Wide Area Network, o rete su un’area vasta) fino all’attuale dimensione mondiale.
Uscita dal controllo militare, Arpanet, infatti, ebbe come coordinatore la National Science Foundation, prendendo il nome di NSFN alla quale cominciarono a collegarsi reti regionali e locali, e successivamente internazionali.
Riteniamo inutile dare qui dei dati sull’attuale diffusione di Internet nel mondo, o in Italia, anche perché sono in rapida crescita e quindi comunque inattendibili. Forse ci preoccupa più quanto abbiamo letto recentemente relativamente ad una situazione della rete vicina alla saturazione, tanto che qualcuno parla di una tariffazione di Internet per limitarne l’uso o addirittura di una Internet 2 a pagamento, nonché quanto proposto a titolo di bit tax.
COME FUNZIONA INTERNET?
Forse il modo più semplice per spiegare il funzionamento di Internet è quello di seguire passo passo una comunicazione, cioè il passaggio di un’informazione da un computer di origine (o client) ad un computer di destinazione (server).
Va infatti notato che, anche se un computer può comunicare con diversi altri in rapida successione, di fatto questa comunicazione avviene sempre tra due computer (client/server) di cui il client è l’emittente del messaggio e il server è il suo ricevente, o computer remoto.
La comunicazione tra computer
La parola Internet, prima ancora di indicare una electronic highway (autostrada elettronica) è anzitutto una espressione inglese formata da due parole intere net (rete), con cui si indica un collegamento tra due reti (di computer) attraverso una gateway (via d’accesso): è questo collegamento che permette a qualsiasi computer di una rete di comunicare con un qualsiasi altro computer di un’altra rete.
Si capisce meglio allora quale sia la potenzialità comunicativa di Internet se la rete, come abbiamo già detto, è un’immensa ragnatela fondata da migliaia di reti di computer sparse in tutto il mondo e tutte collegate tra loro, questo significa che col nostro computer, connesso ad una delle reti, possiamo in teoria comunicare con tutti i milioni di computer che formano la "rete delle reti" o che sono a queste connessi.
Accesso a Internet
Va subito chiarito che normalmente l’utente privato non ha il computer fisicamente collegato alla rete Internet, ma che deve accedervi attraverso il computer di un access o service provider.
Per connetterci a Internet dobbiamo anzitutto collegare, con un modem, il nostro computer ad una linea telefonica che, a sua volta ci collega, sempre con un modem, al computer del provider.
Naturalmente il provider presso cui chiediamo l’accesso a Internet per poter sostenere le richieste di più clienti deve possedere più modem che a loro volta devono essere ben più potenti del nostro come capacità di trasmissione. La bontà di un provider si misura infatti anche dalla velocità con cui la sua attrezzatura ci permette di ottenere l’accesso a Internet.
I modem del provider sono a loro volta collegati ad un grosso computer che tecnicamente si chiama host (ospite) e che fa la funzione di server rispetto al computer del cliente (client).
È importante tenere presente che l’host è fisicamente parte di Internet, cioè è un nodo di una delle tante reti che compongono la "rete delle reti". In questo modo anche il computer del cliente, finché dura la connessione con l’host del provider, viene ad essere fisicamente parte della rete; può quindi usufruire di tutti i servizi che Internet è in grado di offrire, dalla posta elettronica alla ricerca sui cosiddetti motori di ricerca, fino naturalmente alla consultazione delle pagine Web.
Modem
Abbiamo già detto che per connetterci a Internet bisogna anzitutto collegare il proprio computer alla normale linea telefonica con un apparecchio che si chiama modem.
Il termine modem deriva dalla contrazione di due parole inglesi (MODular e DEModulator), che servono ad indicare due tipi di operazioni:
MODulate, trasformazione degli impulsi digitali del computer in segnali analogici, cioè suoni trasmissibili da una normale linea telefonica;
DEModulate, cioè, all’arrivo, l’operazione contraria di trasformazione di suoni (o segnali analogici) in impulsi digitali leggibili da un computer.
L’unità di misura della velocità di trasmissione di un modem è chiamata bps (bit per second, o bit al secondo) e dal loro numero dipenderà la velocità della trasmissione dei dati. Oggi la misura standard di un normale modem è 33.600 bps.
Provider
Seguendo lo schema con cui ci siamo proposti di illustrare il funzionamento di Internet, dal nostro computer chiediamo via telefono (e modem) ad un provider di connetterci alla rete Internet. È abbastanza evidente che, per evitare bollette telefoniche con cifre astronomiche, conviene che il telefono del provider sia dentro la rete urbana, o comunque che in essa abbia un nodo di collegamento.
Importante è infatti tenere presente che quando l’utente si collega ad essa o dall’ufficio via telefono utilizza la normale rete telefonica per il tratto tra il proprio modem e il modem del provider pagando la relativa tariffa, che naturalmente varia a secondo che la telefonata sia urbana o interurbana.
Provider è la semplificazione di un acronimo IAP che in inglese sta per Internet Access Provider (o fornitore di accessi a Internet), ossia qualcuno che, con un contratto di abbonamento, ci dà la possibilità di collegarci alla rete, essendo egli in possesso di un computer permanentemente funzionante che fa fisicamente parte della rete stessa (cioè di un sito Internet). Oggi, forse più propriamente, si parla di ISP (Internet Service Provider) che identifica chi oltre alla mera connessione offre altri servizi all’utente, tra cui le pagine Web.
Il provider ha sulla rete Internet un proprio computer a cui l’utente si collega. Tale computer si chiama host (in inglese host chi ospita distinto da guest che invece è chi viene ospitato).
Tecnicamente, mentre il collegamento fra un utente e un host è un collegamento diretto su linea commutata, cioè un normale collegamento telefonico, sulla rete Internet la trasmissione dei dati avviene ad una velocità non compatibile con i normali modem (in genere 64.000 bps). Il provider deve quindi avere una attrezzatura in grado di ridurre la velocità di trasmissione dei dati per renderla compatibile con quella del modello posseduto dall’utente.
C’è qui da ribadire che, una volta attivata la connessione tra il computer dell’utente e l’host del provider anche il computer dell’utente - limitatamente alla durata della connessione - fa fisicamente parte della rete Internet ed è quindi in grado di comunicare, almeno potenzialmente, con tutti gli altri computer ad essa collegati in tutto il mondo, diventando eventualmente a sua volta server di qualche altro utente.
Protocollo
Internet è una rete mondiale formata da milioni di computer, che tra loro possono essere molto diversi e funzionare con differenti sistemi operativi. C’è quindi da porsi non solo il problema di come avvenga la trasmissione dei dati nella rete, ma anche della loro intelligibilità; cioè di come fa un computer a decifrare un messaggio scritto con un computer ed un programma di scrittura completamente diversi.
Va allora chiarito che in Internet due computer connessi possono comunicare tra loro solo utilizzando lo stesso protocollo, intendendo per protocollo l’insieme delle regole che ne permettono la comunicazione: si tratta in pratica di un insieme di convenzioni che definiscono un linguaggio comune, il quale a sua volta rende possibile la comunicazione fra computer dotati di sistemi operativi diversi.
Gli indirizzi
Quando si manda o si cerca una informazione via Internet, è evidentemente indispensabile che il destinatario sia chiaramente individuato da un preciso indirizzo, altrimenti la comunicazione rischia di perdersi nella rete.
Quindi due computer per comunicare tra loro tramite Internet hanno bisogno almeno di:
un indirizzo che li individui con precisione assoluta, cioè di un IP address;
un protocollo, cioè un linguaggio comprensibile da entrambi.
Nella rete Internet incontreremo almeno due tipi di indirizzi:
gli E-mail, cioè gli indirizzi per la posta elettronica;
gli Url, cioè un indirizzo che si usa per gli altri protocolli di comunicazione gestiti da un browser, cioè da un programma di gestione di servizi Internet.
L’Url permette di arrivare con sicurezza al server, cioè al computer remoto presso cui l’oggetto da noi cercato si trova. A questo punto servono naturalmente le informazioni normali per cercare un oggetto nel computer di un utente, cioè la directory, le eventuali sottodirectory e il file che lo contiene.
Il messaggio di posta elettronica finisce in una casella all’interno del server del provider dove risiede l’indirizzo di destinazione. Il messaggio rimarrà nel server finché l’utente non si collegherà alla rete e scaricherà nel proprio computer tutti i messaggi arrivati alla sua mailbox (cassetta delle lettere). Se l’utente è collegato, potrebbe aver attivato un programma che ad intervalli regolari controlla l’arrivo di nuova posta segnalando con un avviso sonoro eventuali nuovi messaggi arrivati.
COSA FARE IN INTERNET?
Il browser
Internet fornisce una serie di servizi, ciascuno dei quali fino a non molto tempo fa, e in parte ancora adesso, ha bisogno di un suo specifico protocollo e di un suo particolare programma di esecuzione. Oggi tutti questi servizi sono gestiti da un unico programma, detto browser, dal verbo inglese to browse, cioè sfogliare (in realtà lo si dovrebbe tradurre in italiano con il termine navigatore): il browser è quindi il programma cliente inizialmente sviluppato per poter visualizzare le pagine Web, ed esteso poi anche agli altri servizi Internet.
Attualmente i browser più conosciuti sono due, entrambi scaricabili direttamente dalla rete.
Netscape Navigator in concorrenza con il gigante mondiale dell’informatica, cioè la Microsoft di Bill Gates.
Microsoft Internet Explorer, prodotto dalla Microsoft.
Tecnicamente un browser sarebbe un programma ma che permette di leggere, ma non di modificare un dato tipo di file: in riferimento specifico a Internet, un browser (o navigatore) è quindi un programma che permette al computer utente di visualizzare gli iperoggetti della Web. È cioè il programma che, in base alla Url, permette di accedere ai vari iperoggetti di Internet.
La posta elettronica (E-mail)
La posta elettronica o electronic mail è stata definita dagli informatici la killer application di Internet, tanto il suo uso è prevalente e diffuso, anche se oggi ha un grosso concorrente nel www.
I vantaggi dell’E-mail rispetto alla posta normale sono:
la velocità che rende la trasmissione della comunicazione quasi immediata, cioè praticamente, come si dice, in tempo reale. È stato calcolato che rispetto ai 20 minuti medi di una telefonata e ai 30 minuti di una lettera, per scrivere e mandare una E-mail sono sufficienti meno di 5 minuti e ha un costo molto basso, non solo rispetto alla posta normale ma anche rispetto alla comunicazione via fax;
la comunicazione asincrona, cioè non richiede la contemporanea presenza della persona che manda il messaggio e di chi lo riceve, come invece succede per il telefono (a meno che non si usi la segreteria telefonica);
abitua ad un linguaggio sintetico che sembra collocarsi ad un livello intermedio tra la comunicazione verbale e quella scritta;
permette la sosta in punti intermedi della rete in caso di problemi temporanei per raggiungere la destinazione.
L’indirizzo E-mail
È evidente che anche per mandare una E-mail ad una persona bisogna conoscerne l’indirizzo a cui si può raggiungerlo sulla rete Internet, cioè il suo E-mail address (o indirizzo di posta elettronica).
Armando@tin.it
Questo E-mail è composto dai seguenti elementi: nomeutente - dominio
Cominciamo dall’elemento più a destra, cioè il dominio (raggruppamenti di sistemi collegati in rete), che individua la categoria del dominio (negli Usa) o la nazione (nel resto del mondo): nel nostro caso il dominio tin significa che l’utente è collegato alla rete in Italia e il nome TIN indica il provider presso il cui sito l’utente ha l’accesso ad Internet. Il simbolo @ (chiocciola) sta per l’inglese "at", cioè "presso".
+ It nome ARMANDO evidentemente indica il nome (o lo pseudonimo) dell’utente a cui si vuole fare arrivare il nostro messaggio.
FTP (Trasferire File)
Quando invece che mandare o ricevere messaggi si vuol mandare o ricevere interi file, Internet offre uno strumento che si avvale di un protocollo chiamato FTP (File Transfer Protocol, protocollo per il trasferimento di file). Il protocollo FTP funziona con il sistema client-server, cioè con un computer server in grado di fornire risorse ad altri computer detti client.
Per accedere ad un sito FTP basta conoscere il suo indirizzo (IP). Esiste un grande numero di biblioteche che contengono archivi, cioè raccolte di file trasferibili.
Si tratta in genere di programmi che vengono offerti in due modi principali:
shareware cioè utilizzabili solo per un certo periodo, dopo il quale dovrebbero essere acquistati;
freeware, sono programmi liberamente disponibili gratis.
Newsgroup
Si può partecipare a discussioni sui più ampi generi di argomento attraverso delle vere e proprie conferenze elettroniche (o forum pubblici) chiamate newsgroup o gruppi di discussione; un newsgroup si può infatti definire un punto di ritrovo (bacheca elettronica) per persone che hanno interessi simili e sui quali vogliono discutere, inviando o leggendo dei contributi che si chiamano articoli.
I newsgroup sono quindi delle conferenze aperte da cui i partecipanti possono ricevere messaggi e a cui possono contribuire inviando messaggi pubblici che vengono distribuiti a tutti i sistemi collegati. In realtà i newsgroup (abbreviato in news) sono nati con una propria rete, la Usenet, che poi è stata conglobata all’interno di Internet.
Tanto per farsi un’idea i gruppi di discussione esistenti nel mondo sono circa 10 mila, e ce ne sono almeno 2.500 così diffusi da poter essere considerati mondiali, nei quali quindi la lingua usata è l’inglese. Non si contano poi i newsgroup locali, dove si possono usare anche altre lingue.
Ricercare nella rete
Internet presenta il problema tipico di qualsiasi sistema che contenga troppe informazioni, cioè il problema di trovarle quando ci servono. Ormai cresciuta la rete ogni oltre limite controllabile, non esiste un indice completo dei siti di Internet e del loro contenuto. Questo pone il problema di come cercare su Internet quello che ci serve.
Oggi la ricerca in Internet si fa principalmente attraverso i cosiddetti motori di ricerca che sono dei grossi database che si muovono all’interno delle pagine del World Wide Web (www) per catalogare le informazioni secondo il metodo di ricerca proprio dei database.
Spesso la ricerca si fa per parole chiave e condizioni altre equivalenti, per trovare o eliminare corrispondenze.
I virus in Internet
I virus altro non sono che semplici e a volte banali programmi che sfruttano errori e malfunzionamenti dei programmi usati sul vostro computer, fanno eseguire operazioni più o meno dannose non desiderate. Difendersi dai virus è una impresa più o meno difficile a seconda del sistema operativo usato. I programmi chiamati "antivirus" offrono una limitata garanzia, visto che evidenziano il virus una volta che questo è già entrato nel sistema e tenta di compiere danni. Con la rapida evoluzione del software in Internet, gli antivirus tendono ad invecchiare molto presto e ad essere inefficaci con i virus particolarmente recenti. Pericoloso possono essere anche alcune pagine web, specialmente se contenenti chiamate particolari e visualizzate con browser che non filtrano i comandi da eseguire nel sistema.
Per difendersi conviene controllare sempre eventuali programmi provenienti da fonte insicura. I grossi archivi di software in Internet sono controllati, ma non lo sono invece i piccoli archivi di competenza di gente comune.
Non esistono virus che si propagano nei messaggi di posta elettronica, salvo messaggi contenenti programmi eseguibili (che però è sempre l’utente ad estrarre od attivare) o documenti contenenti sequenze di comandi (macro) eseguiti automaticamente (specialmente documenti MS Word).
I messaggi di posta che chiedono di essere diffusi a tutte le persone o mailing list conosciuti sono da ignorare completamente a prescindere dal contenuto, nella gran parte dei casi si tratta di messaggi in circolazione da tempo e ormai inutili da diffondere. Generalmente creano soltanto spreco di risorse.
La rete delle reti
Variamente definita, Internet è sostanzialmente la "rete delle reti", cioè un insieme di reti di computer sparse in tutto il mondo e collegate tra loro, a cui possono accedere migliaia di utenti per scambiare tra loro informazioni binarie di vario tipo a definizione.
Tecnicamente la definizione più corretta di Internet è forse quella di una federazione o un insieme di reti in grado di comunicare utilizzando il set di protocolli TCP/IP" (MARTIGNAGO E.- PASTERIS V.-ROMAGNOLO S., Sesto Potere, Apogeo, Milano, 1997).
Al di là del tentativo di definirla, per descrivere Internet sono state usate varie analogie; la più frequente è quella delle reti telefoniche locali o nazionali che nel loro insieme formano una immensa rete internazionale, della quale molti possiedono una parte, senza che nessuno possa possederla tutta; infatti si dice che Internet non è di nessuno, anche se - perché il tutto funzioni - tutti devono tenere in efficienza la parte di loro proprietà.
Non mancano naturalmente analogie più fantasiose, tra cui quella della scuola di McLuhan che vede Internet come "prolungamento" all’esterno del nostro cervello (così come la televisione era il prolungamento all’esterno della nostra vista) o quella addirittura fantascientifica secondo cui Internet sarebbe un "cervello collettivo".
La storia di Internet
Negli anni ’60, di fronte al successo scientifico rappresentato dal primo Sputnik sovietico (messo in orbita il 4 ottobre 1957) gli Usa da una parte lanciarono un programma spaziale che doveva portare l’uomo sulla luna, mentre dall’altra, a livello militare, predisposero un piano di difesa da un eventuale attacco atomico da parte dell’Urss, nell’ambito della cosiddetta Guerra Fredda.
Fu così che il Pentagono creò A.R.P.A. (Advanced Research Projects Agency), un’agenzia per progetti scientifici a livello avanzato a scopi militari. Uno di questi progetti, presentato da Paul Baran nel 1962, mirava a creare un sistema di comunicazioni in grado di sopravvivere ad un attacco nucleare ed era basato sul sistema della trasmissione mediante commutazione di pacchetto (packet switching).
Per raggiungere questo obiettivo era necessario che il sistema di comunicazione non avesse un punto centrale di controllo (no central authority), colpire il quale avrebbe significato mettere fuori uso l’intero sistema, ma avesse una struttura che garantisse le comunicazioni anche se parte dei collegamenti fossero stati distrutti. Bisognava che una comunicazione potesse seguire percorsi diversi in alternativa a quelli eventualmente distrutti.
Nel 1969 Vinton Cerf creò Arpanet, collegando al nodo dell’Università di Los Angeles le tre Università americani di Santa Barbara (California), di Stanford e dell’Università dello Utah. Questo significò il passaggio dalle cosiddette LAN (Local Area Network, rete locale) ad una WAN (Wide Area Network, o rete su un’area vasta) fino all’attuale dimensione mondiale.
Uscita dal controllo militare, Arpanet, infatti, ebbe come coordinatore la National Science Foundation, prendendo il nome di NSFN alla quale cominciarono a collegarsi reti regionali e locali, e successivamente internazionali.
Riteniamo inutile dare qui dei dati sull’attuale diffusione di Internet nel mondo, o in Italia, anche perché sono in rapida crescita e quindi comunque inattendibili. Forse ci preoccupa più quanto abbiamo letto recentemente relativamente ad una situazione della rete vicina alla saturazione, tanto che qualcuno parla di una tariffazione di Internet per limitarne l’uso o addirittura di una Internet 2 a pagamento, nonché quanto proposto a titolo di bit tax.
COME FUNZIONA INTERNET?
Forse il modo più semplice per spiegare il funzionamento di Internet è quello di seguire passo passo una comunicazione, cioè il passaggio di un’informazione da un computer di origine (o client) ad un computer di destinazione (server).
Va infatti notato che, anche se un computer può comunicare con diversi altri in rapida successione, di fatto questa comunicazione avviene sempre tra due computer (client/server) di cui il client è l’emittente del messaggio e il server è il suo ricevente, o computer remoto.
La comunicazione tra computer
La parola Internet, prima ancora di indicare una electronic highway (autostrada elettronica) è anzitutto una espressione inglese formata da due parole intere net (rete), con cui si indica un collegamento tra due reti (di computer) attraverso una gateway (via d’accesso): è questo collegamento che permette a qualsiasi computer di una rete di comunicare con un qualsiasi altro computer di un’altra rete.
Si capisce meglio allora quale sia la potenzialità comunicativa di Internet se la rete, come abbiamo già detto, è un’immensa ragnatela fondata da migliaia di reti di computer sparse in tutto il mondo e tutte collegate tra loro, questo significa che col nostro computer, connesso ad una delle reti, possiamo in teoria comunicare con tutti i milioni di computer che formano la "rete delle reti" o che sono a queste connessi.
Accesso a Internet
Va subito chiarito che normalmente l’utente privato non ha il computer fisicamente collegato alla rete Internet, ma che deve accedervi attraverso il computer di un access o service provider.
Per connetterci a Internet dobbiamo anzitutto collegare, con un modem, il nostro computer ad una linea telefonica che, a sua volta ci collega, sempre con un modem, al computer del provider.
Naturalmente il provider presso cui chiediamo l’accesso a Internet per poter sostenere le richieste di più clienti deve possedere più modem che a loro volta devono essere ben più potenti del nostro come capacità di trasmissione. La bontà di un provider si misura infatti anche dalla velocità con cui la sua attrezzatura ci permette di ottenere l’accesso a Internet.
I modem del provider sono a loro volta collegati ad un grosso computer che tecnicamente si chiama host (ospite) e che fa la funzione di server rispetto al computer del cliente (client).
È importante tenere presente che l’host è fisicamente parte di Internet, cioè è un nodo di una delle tante reti che compongono la "rete delle reti". In questo modo anche il computer del cliente, finché dura la connessione con l’host del provider, viene ad essere fisicamente parte della rete; può quindi usufruire di tutti i servizi che Internet è in grado di offrire, dalla posta elettronica alla ricerca sui cosiddetti motori di ricerca, fino naturalmente alla consultazione delle pagine Web.
Modem
Abbiamo già detto che per connetterci a Internet bisogna anzitutto collegare il proprio computer alla normale linea telefonica con un apparecchio che si chiama modem.
Il termine modem deriva dalla contrazione di due parole inglesi (MODular e DEModulator), che servono ad indicare due tipi di operazioni:
MODulate, trasformazione degli impulsi digitali del computer in segnali analogici, cioè suoni trasmissibili da una normale linea telefonica;
DEModulate, cioè, all’arrivo, l’operazione contraria di trasformazione di suoni (o segnali analogici) in impulsi digitali leggibili da un computer.
L’unità di misura della velocità di trasmissione di un modem è chiamata bps (bit per second, o bit al secondo) e dal loro numero dipenderà la velocità della trasmissione dei dati. Oggi la misura standard di un normale modem è 33.600 bps.
Provider
Seguendo lo schema con cui ci siamo proposti di illustrare il funzionamento di Internet, dal nostro computer chiediamo via telefono (e modem) ad un provider di connetterci alla rete Internet. È abbastanza evidente che, per evitare bollette telefoniche con cifre astronomiche, conviene che il telefono del provider sia dentro la rete urbana, o comunque che in essa abbia un nodo di collegamento.
Importante è infatti tenere presente che quando l’utente si collega ad essa o dall’ufficio via telefono utilizza la normale rete telefonica per il tratto tra il proprio modem e il modem del provider pagando la relativa tariffa, che naturalmente varia a secondo che la telefonata sia urbana o interurbana.
Provider è la semplificazione di un acronimo IAP che in inglese sta per Internet Access Provider (o fornitore di accessi a Internet), ossia qualcuno che, con un contratto di abbonamento, ci dà la possibilità di collegarci alla rete, essendo egli in possesso di un computer permanentemente funzionante che fa fisicamente parte della rete stessa (cioè di un sito Internet). Oggi, forse più propriamente, si parla di ISP (Internet Service Provider) che identifica chi oltre alla mera connessione offre altri servizi all’utente, tra cui le pagine Web.
Il provider ha sulla rete Internet un proprio computer a cui l’utente si collega. Tale computer si chiama host (in inglese host chi ospita distinto da guest che invece è chi viene ospitato).
Tecnicamente, mentre il collegamento fra un utente e un host è un collegamento diretto su linea commutata, cioè un normale collegamento telefonico, sulla rete Internet la trasmissione dei dati avviene ad una velocità non compatibile con i normali modem (in genere 64.000 bps). Il provider deve quindi avere una attrezzatura in grado di ridurre la velocità di trasmissione dei dati per renderla compatibile con quella del modello posseduto dall’utente.
C’è qui da ribadire che, una volta attivata la connessione tra il computer dell’utente e l’host del provider anche il computer dell’utente - limitatamente alla durata della connessione - fa fisicamente parte della rete Internet ed è quindi in grado di comunicare, almeno potenzialmente, con tutti gli altri computer ad essa collegati in tutto il mondo, diventando eventualmente a sua volta server di qualche altro utente.
Protocollo
Internet è una rete mondiale formata da milioni di computer, che tra loro possono essere molto diversi e funzionare con differenti sistemi operativi. C’è quindi da porsi non solo il problema di come avvenga la trasmissione dei dati nella rete, ma anche della loro intelligibilità; cioè di come fa un computer a decifrare un messaggio scritto con un computer ed un programma di scrittura completamente diversi.
Va allora chiarito che in Internet due computer connessi possono comunicare tra loro solo utilizzando lo stesso protocollo, intendendo per protocollo l’insieme delle regole che ne permettono la comunicazione: si tratta in pratica di un insieme di convenzioni che definiscono un linguaggio comune, il quale a sua volta rende possibile la comunicazione fra computer dotati di sistemi operativi diversi.
Gli indirizzi
Quando si manda o si cerca una informazione via Internet, è evidentemente indispensabile che il destinatario sia chiaramente individuato da un preciso indirizzo, altrimenti la comunicazione rischia di perdersi nella rete.
Quindi due computer per comunicare tra loro tramite Internet hanno bisogno almeno di:
un indirizzo che li individui con precisione assoluta, cioè di un IP address;
un protocollo, cioè un linguaggio comprensibile da entrambi.
Nella rete Internet incontreremo almeno due tipi di indirizzi:
gli E-mail, cioè gli indirizzi per la posta elettronica;
gli Url, cioè un indirizzo che si usa per gli altri protocolli di comunicazione gestiti da un browser, cioè da un programma di gestione di servizi Internet.
L’Url permette di arrivare con sicurezza al server, cioè al computer remoto presso cui l’oggetto da noi cercato si trova. A questo punto servono naturalmente le informazioni normali per cercare un oggetto nel computer di un utente, cioè la directory, le eventuali sottodirectory e il file che lo contiene.
Il messaggio di posta elettronica finisce in una casella all’interno del server del provider dove risiede l’indirizzo di destinazione. Il messaggio rimarrà nel server finché l’utente non si collegherà alla rete e scaricherà nel proprio computer tutti i messaggi arrivati alla sua mailbox (cassetta delle lettere). Se l’utente è collegato, potrebbe aver attivato un programma che ad intervalli regolari controlla l’arrivo di nuova posta segnalando con un avviso sonoro eventuali nuovi messaggi arrivati.
COSA FARE IN INTERNET?
Il browser
Internet fornisce una serie di servizi, ciascuno dei quali fino a non molto tempo fa, e in parte ancora adesso, ha bisogno di un suo specifico protocollo e di un suo particolare programma di esecuzione. Oggi tutti questi servizi sono gestiti da un unico programma, detto browser, dal verbo inglese to browse, cioè sfogliare (in realtà lo si dovrebbe tradurre in italiano con il termine navigatore): il browser è quindi il programma cliente inizialmente sviluppato per poter visualizzare le pagine Web, ed esteso poi anche agli altri servizi Internet.
Attualmente i browser più conosciuti sono due, entrambi scaricabili direttamente dalla rete.
Netscape Navigator in concorrenza con il gigante mondiale dell’informatica, cioè la Microsoft di Bill Gates.
Microsoft Internet Explorer, prodotto dalla Microsoft.
Tecnicamente un browser sarebbe un programma ma che permette di leggere, ma non di modificare un dato tipo di file: in riferimento specifico a Internet, un browser (o navigatore) è quindi un programma che permette al computer utente di visualizzare gli iperoggetti della Web. È cioè il programma che, in base alla Url, permette di accedere ai vari iperoggetti di Internet.
La posta elettronica (E-mail)
La posta elettronica o electronic mail è stata definita dagli informatici la killer application di Internet, tanto il suo uso è prevalente e diffuso, anche se oggi ha un grosso concorrente nel www.
I vantaggi dell’E-mail rispetto alla posta normale sono:
la velocità che rende la trasmissione della comunicazione quasi immediata, cioè praticamente, come si dice, in tempo reale. È stato calcolato che rispetto ai 20 minuti medi di una telefonata e ai 30 minuti di una lettera, per scrivere e mandare una E-mail sono sufficienti meno di 5 minuti e ha un costo molto basso, non solo rispetto alla posta normale ma anche rispetto alla comunicazione via fax;
la comunicazione asincrona, cioè non richiede la contemporanea presenza della persona che manda il messaggio e di chi lo riceve, come invece succede per il telefono (a meno che non si usi la segreteria telefonica);
abitua ad un linguaggio sintetico che sembra collocarsi ad un livello intermedio tra la comunicazione verbale e quella scritta;
permette la sosta in punti intermedi della rete in caso di problemi temporanei per raggiungere la destinazione.
L’indirizzo E-mail
È evidente che anche per mandare una E-mail ad una persona bisogna conoscerne l’indirizzo a cui si può raggiungerlo sulla rete Internet, cioè il suo E-mail address (o indirizzo di posta elettronica).
Armando@tin.it
Questo E-mail è composto dai seguenti elementi: nomeutente - dominio
Cominciamo dall’elemento più a destra, cioè il dominio (raggruppamenti di sistemi collegati in rete), che individua la categoria del dominio (negli Usa) o la nazione (nel resto del mondo): nel nostro caso il dominio tin significa che l’utente è collegato alla rete in Italia e il nome TIN indica il provider presso il cui sito l’utente ha l’accesso ad Internet. Il simbolo @ (chiocciola) sta per l’inglese "at", cioè "presso".
+ It nome ARMANDO evidentemente indica il nome (o lo pseudonimo) dell’utente a cui si vuole fare arrivare il nostro messaggio.
FTP (Trasferire File)
Quando invece che mandare o ricevere messaggi si vuol mandare o ricevere interi file, Internet offre uno strumento che si avvale di un protocollo chiamato FTP (File Transfer Protocol, protocollo per il trasferimento di file). Il protocollo FTP funziona con il sistema client-server, cioè con un computer server in grado di fornire risorse ad altri computer detti client.
Per accedere ad un sito FTP basta conoscere il suo indirizzo (IP). Esiste un grande numero di biblioteche che contengono archivi, cioè raccolte di file trasferibili.
Si tratta in genere di programmi che vengono offerti in due modi principali:
shareware cioè utilizzabili solo per un certo periodo, dopo il quale dovrebbero essere acquistati;
freeware, sono programmi liberamente disponibili gratis.
Newsgroup
Si può partecipare a discussioni sui più ampi generi di argomento attraverso delle vere e proprie conferenze elettroniche (o forum pubblici) chiamate newsgroup o gruppi di discussione; un newsgroup si può infatti definire un punto di ritrovo (bacheca elettronica) per persone che hanno interessi simili e sui quali vogliono discutere, inviando o leggendo dei contributi che si chiamano articoli.
I newsgroup sono quindi delle conferenze aperte da cui i partecipanti possono ricevere messaggi e a cui possono contribuire inviando messaggi pubblici che vengono distribuiti a tutti i sistemi collegati. In realtà i newsgroup (abbreviato in news) sono nati con una propria rete, la Usenet, che poi è stata conglobata all’interno di Internet.
Tanto per farsi un’idea i gruppi di discussione esistenti nel mondo sono circa 10 mila, e ce ne sono almeno 2.500 così diffusi da poter essere considerati mondiali, nei quali quindi la lingua usata è l’inglese. Non si contano poi i newsgroup locali, dove si possono usare anche altre lingue.
Ricercare nella rete
Internet presenta il problema tipico di qualsiasi sistema che contenga troppe informazioni, cioè il problema di trovarle quando ci servono. Ormai cresciuta la rete ogni oltre limite controllabile, non esiste un indice completo dei siti di Internet e del loro contenuto. Questo pone il problema di come cercare su Internet quello che ci serve.
Oggi la ricerca in Internet si fa principalmente attraverso i cosiddetti motori di ricerca che sono dei grossi database che si muovono all’interno delle pagine del World Wide Web (www) per catalogare le informazioni secondo il metodo di ricerca proprio dei database.
Spesso la ricerca si fa per parole chiave e condizioni altre equivalenti, per trovare o eliminare corrispondenze.
I virus in Internet
I virus altro non sono che semplici e a volte banali programmi che sfruttano errori e malfunzionamenti dei programmi usati sul vostro computer, fanno eseguire operazioni più o meno dannose non desiderate. Difendersi dai virus è una impresa più o meno difficile a seconda del sistema operativo usato. I programmi chiamati "antivirus" offrono una limitata garanzia, visto che evidenziano il virus una volta che questo è già entrato nel sistema e tenta di compiere danni. Con la rapida evoluzione del software in Internet, gli antivirus tendono ad invecchiare molto presto e ad essere inefficaci con i virus particolarmente recenti. Pericoloso possono essere anche alcune pagine web, specialmente se contenenti chiamate particolari e visualizzate con browser che non filtrano i comandi da eseguire nel sistema.
Per difendersi conviene controllare sempre eventuali programmi provenienti da fonte insicura. I grossi archivi di software in Internet sono controllati, ma non lo sono invece i piccoli archivi di competenza di gente comune.
Non esistono virus che si propagano nei messaggi di posta elettronica, salvo messaggi contenenti programmi eseguibili (che però è sempre l’utente ad estrarre od attivare) o documenti contenenti sequenze di comandi (macro) eseguiti automaticamente (specialmente documenti MS Word).
I messaggi di posta che chiedono di essere diffusi a tutte le persone o mailing list conosciuti sono da ignorare completamente a prescindere dal contenuto, nella gran parte dei casi si tratta di messaggi in circolazione da tempo e ormai inutili da diffondere. Generalmente creano soltanto spreco di risorse.
lunedì 20 giugno 2011
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L'alcol etilico (o etanolo o alcool), da: Wikipedia.it
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EtanoloDa Wikipedia, l'enciclopedia libera.(Reindirizzamento da Alcol etilico)
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Etanolo
Nome IUPAC
etanolo
Nomi alternativi
alcol etilico
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolare C2H5OH
Massa molecolare (u) 46,07
Aspetto liquido incolore
Numero CAS [64-17-5]
Proprietà chimico-fisiche
Densità (g/cm3, in c.s.) 0,789
Indice di rifrazione 1,3611
(293 K, 589 nm)
Costante di dissociazione acida a 298 K 1,26 × 10-16
Solubilità in acqua completa
Temperatura di fusione (K) 158,8 (-114.3 °C)
ΔfusH0 (kJ·mol−1) 4,9
ΔfusS0 (J·K−1mol−1) 31
Temperatura di ebollizione (K) 351,5 (78.4 °C)
ΔebH0 (kJ·mol−1) 38,56
Tensione di vapore (Pa) a 292,75 K 5730
Proprietà termochimiche
ΔfH0 (kJ·mol−1) -277,6
ΔfG0 (kJ·mol−1) -174,8
S0m(J·K−1mol−1) 160,7
C0p,m(J·K−1mol−1) 112,3
Indicazioni di sicurezza
Flash point (K) 285 (12 °C)
Temperatura di autoignizione (K) 698 (425 °C)
Simboli di rischio chimico
frasi R 11
frasi S 7-16
L'etanolo (o alcol etilico) è un alcol a corta catena, la cui formula bruta è C2H5OH, il suo numero CAS è 64-17-5.
È anche chiamato, per antonomasia, semplicemente alcol essendo alla base di tutte le bevande alcoliche. È noto anche come alcol etilico o per gli alcolici viene chiamato spirito.
A temperatura ambiente si presenta come un liquido incolore dall'odore caratteristico. È tendenzialmente volatile ed estremamente infiammabile. La fiamma che produce durante la combustione si presenta di colore blu tenue, ed è molto difficile da vedere in presenza di luce.
È completamente solubile in molti solventi organici - ad esempio il cloroformio - ed in acqua, con cui forma in proporzione 95:5 un azeotropo di minimo, che rende impossibile ottenere per semplice distillazione un etanolo di purezza superiore. Per questo con la dicitura alcol puro si indica una soluzione di etanolo in acqua al 95%.
L'etanolo puro al 100%, o etanolo assoluto o anidro può essere ottenuto per rimozione dell'acqua dall'azeotropo tramite aggiunta di benzene e successiva distillazione frazionata, oppure usando magnesio metallico, che aggiunto all'azeotropo acqua/etanolo reagisce quantitativamente con l'acqua dando idrogeno, che viene allontanato per degassamento della soluzione, e idrossido di magnesio allontanato per distillazione dell'etanolo assoluto. In questo modo l'acqua residua viene eliminata completamente. Altri metodi meno pericolosi, fanno uso di ossido di bario o calce viva (ossido di calcio)[1] che disidratano l'alcol formando i corrispettivi idrossidi.
Indice [nascondi]
1 Utilizzo
2 Alcol denaturato
3 Farmacologia e tossicologia
3.1 Metabolismo
3.2 Effetti sull’organismo
3.2.1 Sistema nervoso centrale
3.2.2 Sistema cardiocircolatorio
3.2.3 Apparato urinario
3.2.4 Apparato gastroenterico
3.2.5 Apparato genitale
3.2.6 Effetti secondari
3.2.7 Embrio e Fetopatia
3.2.8 Altri effetti
3.3 Intossicazione acuta
3.4 Dipendenza da alcol
4 Note
5 Bibliografia
6 Voci correlate
7 Altri progetti
[modifica] UtilizzoProdotto in natura dalla fermentazione (detta fermentazione alcolica) degli zuccheri, è l'alcol più diffuso e l'unico adatto al consumo alimentare. È presente nelle birre in percentuali solitamente inferiori al 10%, nei vini in percentuali comprese tra il 10 ed il 15%, nei liquori in percentuali fino al 70%.
In alcuni paesi del mondo, viene usato come combustibile al posto della comune benzina, dato il suo costo molto contenuto, se prodotto autonomamente. Il Brasile è il paese dove più si fa uso di bioetanolo per autotrazione con il motore Flex prodotto dalla FIAT e dove esistono le più grandi centrali di raffinazione di canna da zucchero, da cui si ottiene. La Svezia è la nazione europea dove più si sta sviluppando il mercato del bioetanolo.
In cosmetica, viene ampiamente utilizzato nella produzione di profumi.
È comunemente utilizzato come disinfettante in ambito casalingo. L'etanolo uccide i microorganismi denaturando le loro proteine e dissolvendo i loro lipidi, risulta pertanto efficace contro molti batteri, funghi e virus (compreso il virus della SARS), però è totalmente inefficace contro le spore dei batteri. Le miscele al 70% in peso di alcol sono quelle che possiedono il maggior potere antisettico. L'etanolo in forma idrata è infatti rapidamente assorbito all'interno della cellula, mentre l'alcol puro richiama acqua sulla superficie cellulare producendo fenomeni di coagulazione all'interno della membrana plasmatica che generano una parziale protezione per la cellula batterica dal disinfettante.
Come solvente di resine naturali e nella lucidatura dei mobili, per la preparazione di vernici, quali gommalacca, gomma benzoe, sandracca.
Viene utilizzato come decolorante nella colorazione di Gram.
[modifica] Alcol denaturatoNei paesi dell'Unione Europea si sottopone a una tassa l'alcol etilico destinato al consumo umano, per limitarne l'abuso. Le industrie che utilizzano l'etanolo per scopi non alimentari vengono esentate dal pagamento della tassa se denaturano l'alcol, che così diventa imbevibile. La formula della miscela denaturante è descritta dal Regolamento (CE) n. 2205/2004 della Commissione del 21 dicembre 2004 [2], pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea il 22 dicembre 2004:
"L’alcol etilico da sottoporre alla denaturazione deve possedere un tenore effettivo di alcol etilico non inferiore a 83 % in volume ed un titolo misurato all’alcolometro CE non inferiore a 90 % in volume. Per ettolitro anidro, aggiungere:
1.tiofene: 125 g,
2.denatonium benzoato: 0,8 g,
3.soluzione al 25 % p/p di C.I. Reactive Red 24 (colorante rosso): 3 g,
4.metiletilchetone: 2 litri.
Al fine di garantire la completa solubilizzazione di tutti i componenti, la miscela denaturante deve essere preparata in alcol etilico di gradazione inferiore al 96 % in volume misurato all’alcolometro CE. La funzione vera e propria di denaturante è svolta dalle sostanze indicate ai numeri 1), 2) e 3). Infatti il tiofene ed il denatonium benzoato alterano le caratteristiche organolettiche del prodotto rendendone impossibile l'ingestione, mentre il metiletilchetone, avendo un punto di ebollizione (79,6 °C) prossimo a quello dell'alcol etilico (78,9 °C), risulta di difficile eliminazione se non con tecniche antieconomiche e questo agevola i controlli da parte dell'amministrazione finanziaria volti ad individuare eventuali usi distorti. La funzione del C.I. Reactive Red 24 è quella di conferire al prodotto una caratteristica colorazione rossa, che ne permette l'immediata individuazione nella destinazione d'uso."
[modifica] Farmacologia e tossicologiaL'etanolo è un composto stupefacente; ha molteplici effetti sull'organismo umano, di natura
energetica
nutrizionale
farmacologica
tossica
psichica
[modifica] MetabolismoL'etanolo, dopo essere ingerito, viene rapidamente assorbito dallo stomaco e dall’intestino tenue e si distribuisce in tutta l'acqua corporea (che, per l'organismo umano, ammonta a circa 0,55 l/kg).
La maggior parte (circa il 90%) dell’etanolo viene metabolizzato nell'organismo, mentre una piccola parte viene eliminata nelle urine, nel sudore e nell’aria espirata: il rapporto di etanolemia (concentrazione di etanolo nel sangue) e aria alveolare (valore misurato con l'etilometro) è relativamente costante, 80 mg di etanolo per 100 ml di sangue producono 35µg/100 ml di etanolo nell'aria espirata.[3]
Il metabolismo comincia già nello stomaco ad opera dell’enzima alcol deidrogenasi (ADH) gastrica, ma per lo più avviene nel fegato per opera di una serie di reazioni di ossidazione. L’etanolo viene prima trasformato in acetaldeide, che viene poi convertita in acido acetico dall'aldeide deidrogenasi. Queste reazioni richiedono un consumo di NAD+, la cui disponibilità rappresenta un fattore limitante nel metabolismo dell’etanolo, motivo per il quale il tasso di conversione dell’etanolo a livello epatico è fisso (circa 8 g o 10 ml all’ora per un uomo di 70 kg).
Un altro enzima che può metabolizzare l’etanolo è il CYP2E1, appartenente al complesso del citocromo P450, che interviene quando la quantità di etanolo assunta supera le capacità cataboliche delle deidrogenasi. Nell'etilismo cronico, l'attività di tale enzima viene indotta, cosa che comporta alterazioni della capacità del fegato di detossificare veleni.
Il metabolita intermedio, l'acetaldeide, è un composto reattivo e tossico che contribuisce al danno da etanolo, mentre un piccola quantità circola nel sangue senza provocare alcun effetto.
Alcuni gruppi etnici hanno capacità metaboliche differenti. Ad esempio nel 50% degli asiatici è presente una variante genetica inattiva di una delle isoforme dell'aldeide deidrogenasi, mentre in altri è presente un'isoforma dell'alcol deidrogenasi con ridotta attività, questo comporta una minore tolleranza e l’insorgere di una sindrome alcolica a dosi etiliche più basse.[4][5]
[modifica] Effetti sull’organismo
Grafico comparativo dei possibili effetti negativi dell'alcol rispetto alle altre droghe da The Lancet[modifica] Sistema nervoso centraleL’etanolo ha un effetto di depressione del sistema nervoso centrale, e, analogamente ad altre sostanze come i barbiturici o le benzodiazepine, ha un effetto ansiolitico e provoca disinibizione comportamentale.
Il meccanismo di questa azione centrale non è completamente chiaro. Sebbene l'etanolo, a concentrazioni efficaci, produca un aumento misurabile del disordine strutturale di membrana, è più probabile che la sua azione dipenda principalmente dai suoi effetti sui canali ionici di membrana e su recettori specifici.
Le principali attività sono:
1.aumento dell'inibizione mediata dal GABA, principale amminoacido inibitorio del sistema nervoso centrale: l'etanolo aumenta l'azione del GABA sui recettori GABAA in modo analogo alle benzodiazepine: l'antagonista benzodiazepinico flumazenil, reverte l'azione depressoria etilica, sebbene sembra questo sia dovuto, piuttosto che ad azione antagonista, a competizione per il recettore.
2.inibizione dell'ingresso del calcio attraverso i canali del calcio voltaggio-dipendenti: l'etanolo inibisce il rilascio dei trasmettitori in risposta alla depolarizzazione delle terminazioni nervose attraverso l'inibizione dell'apertura dei canali del calcio neuronali.
3.inibizione della funzione dei recettori NMDA.
Altre attività dell'etanolo, la cui importanza non è ancora ben chiara, sono l'aumento degli effetti eccitatori prodotti dai recettori colinergici nicotinici e dai recettori serotoninergici 5-HT3.
La somministrazione cronica causa sindromi neurologiche irreversibili come la Sindrome di Wernicke o la Sindrome di Korsakoff, dovute all'etanolo stesso o ai suoi metaboliti, o secondarie alla carenza di tiamina che viene costantemente osservata negli alcolisti. La maggior parte degli etilisti cronici mostra un grado di demenza associato a un ingrossamento dei ventricoli misurabile con tecniche di imaging cerebrale. Può anche essere presente degenerazione del cervelletto e in altre regioni encefaliche.
[modifica] Sistema cardiocircolatorioL’alcol ha numerosi effetti acuti e cronici sull’apparato circolatorio. L’ingestione di etanolo provoca vasodilatazione cutanea e un aumento del flusso sanguigno a livello gastrico, con aumentata perdita di calore (che dà la tipica sensazione di calore). La perdita di calore fa diminuire la temperatura corporea, cosa che, associata a un effetto depressorio sui centri regolatori della temperatura a livello centrale, aumenta il rischio di morte per ipotermia.
L’alcol inoltre ha degli effetti a livello cardiaco: provoca aritmie (prolungamento dell’intervallo QT nell’elettrocardiogramma) e deprime la contrattilità del muscolo cardiaco, portando a lungo termine a una cardiomiopatia. Inoltre provoca aumento della pressione sanguigna. Questi ultimi elementi insieme sembrano essere alla base dell’aumento di incidenza di infarto che si osserva in chi beve tra i 40 e i 60 grammi di alcool al giorno.
[modifica] Apparato urinarioL’alcol stimola la diuresi a causa di una inibizione del rilascio di vasopressina da parte dell’ipofisi posteriore. Il consumo cronico di alcol provoca tolleranza a questo effetto.
[modifica] Apparato gastroentericoL’ingestione di alcool provoca un aumento della secrezione salivare e gastrica, effetti riflessi prodotti dal gusto e dall'azione irritante di alte concentrazioni di etanolo a livello gastrico.
In bevitori cronici di alcol si osserva generalmente malassorbimento a livello intestinale e diarrea, probabilmente dovuti a cambiamenti morfologici dell’epitelio intestinale (con un appiattimento dei villi) e una diminuzione degli enzimi digestivi.
L’alcol ha un effetto tossico sia acuto che cronico sul pancreas, provocando pancreatiti probabilmente per una azione tossica diretta sulle cellule degli acini pancreatici.
I maggiori effetti tossici si osservano nel fegato. Uno dei primi effetti della tossicità è l’accumulo di grasso (lipidosi), che avviene anche dopo l’assunzione di dosi relativamente basse. Il danno epatico progredisce verso un'irreversibile necrosi e fibrosi epatica: l'aumento ematico della gamma glutamil transpeptidasi (GGT) è un ottimo indice di danno epatico. La cirrosi è fattore di rischio per l'epatocarcinoma (HCC).
[modifica] Apparato genitaleSia l’esposizione acuta che cronica all’alcol provoca impotenza nell’uomo. Circa il 50% degli etilisti cronici di sesso maschile sono impotenti e mostrano segni di femminilizzazione testicolare e ginecomastia. Questi effetti sono sia secondari a un’alterata funzione dell’ipotalamo, che diretti sulle cellule di Leydig, provocando una inibizione della sintesi steroidea testicolare.
L’effetto sulla funzione sessuale nelle donne è meno noto, ma in donne alcoliste è stata segnalata una diminuzione della libido e della lubrificazione vaginale e alterazioni del ciclo mestruale.
L’etanolo riduce la secrezione di ossitocina, il che provoca un ritardo del parto. Questo effetto è stato usato in passato per ritardare il parto in donne con contrazioni premature, ma è stato abbandonato perché la dose necessaria era troppo elevata e causa ubriachezza nella madre e intossicazione acuta nel neonato.
[modifica] Effetti secondariGli etilisti tendono a sostituire con le bevande alcoliche gran parte degli altri alimenti della dieta, e questo li predispone a deficienze nutrizionali, in particolare gravi carenze di vitamine del gruppo B. La carenza di tiamina è alla base di una serie di patologie tipicamente osservate negli etilisti, come la neuropatia periferica, la psicosi di Korsakoff e l’encefalopatia di Wernicke.
[modifica] Embrio e FetopatiaL’assunzione di alcol durante la gravidanza provoca effetti tossici gravi sull’embrione e sul feto. Nel primo trimestre aumenta significativamente il rischio di aborto spontaneo. Nel bambino si osserva tipicamente la sindrome alcolica fetale, caratterizzata da tre condizioni: anomalie craniofacciali (tra cui microcefalia), disfunzioni del sistema nervoso centrale (iperattività, deficit di attenzione, ritardo mentale e disfunzioni dell’apprendimento),difetti del setto interatriale nel cuore e rallentamento della crescita. L’incidenza della sindrome alcolica fetale negli Stati Uniti è di circa 0,5-1 bambino su 1000 nati.
[modifica] Altri effettiL’alcol provoca un aumento della secrezione di ormoni steroidei dal surrene, stimolando l'ipofisi anteriore a secernere ACTH (sindrome pseudoCushing).
[modifica] Intossicazione acutaI primi ben noti sintomi di intossicazione acuta da etanolo nell'uomo sono un eloquio indistinto, incoordinazione muscolare motoria, aumentata fiducia in se stessi ed euforia. La maggior parte dei soggetti sono rumorosi ed estroversi, mentre altri diventano più chiusi e solitari: comunque l'umore rimane labile, con atteggiamenti alternati di aggressività, sottomissione, euforia, malinconia.
La dose tossica di etanolo dipende da individuo a individuo, per età, sesso, popolazione, alimentazione, malattie, assuefazione. Una moderata assunzione giornaliera di etanolo possono diminuire il rischio d'infarto miocardico e di accidente vascolare ischemico. Per assunzione moderata s'intende non più di 2-3 Unità Alcoliche (36 grammi) per l’uomo, non più di 1-2 Unità Alcoliche (24 grammi) per la donna e non più di 1 Unità Alcolica (12 grammi) per l’anziano (una Unità Alcolica (U.A.) corrisponde a circa 12 grammi di etanolo; una tale quantità è contenuta in un bicchiere piccolo (125 ml) di vino di media gradazione, o in una lattina di birra (330 ml) di media gradazione o in una dose da bar (40 ml) di superalcolico.).[6]
L'intossicazione da alcol si misura in grammi per litro di sangue (g/l). Approssimativamente, un aumento di 0,2 g/l in una persona a stomaco pieno di 60 kg di peso corrisponde all'assunzione di 12 g di alcol.[7]
Mentre sotto i 0,2-0,4 g/l non si osservano generalmente effetti sul comportamento, assunzioni più elevate provocano, tra l'altro, un aumento esponenziale della probabilità di incidenti stradali poiché dosi anche relativamente basse di etanolo diminuiscono la capacità di guida[8].
Fino a 0,2 g/l nella donna e fino a 0,4 g nell'uomo non si rileva significativo cambiamento del comportamento;
0,5 g/l (10,87 mmol/l) è l'attuale limite di etanolemia secondo il Codice della strada italiano: oltre questo livello le prestazioni intellettuali e motorie e le discriminazioni sensoriali sono ridotte, ma i soggetti sono incapaci di rendersene conto;
0,8 g/l (17,39 mmol/l) corrisponde al precedente livello alcolemico, tollerato dalla legge prima del 2002: è stato ridotto poiché fino a 0,8 g/l è presente euforia o disforia, estroversione o timidezza, concentrazione e capacità di giudizio sono compromessi; la probabilità di incidenti stradali aumenta di circa 4 volte;
al di sopra di 1,5 g/l (32,6 mmol/l) l'ubriachezza è evidente: difficoltà a mantenere l'equilibrio, cammino atassico, nausea, tachicardia, eloquio difficoltoso, diplopia, sonnolenza, marcate alterazioni dell'umore; aumenta di circa 25 volte la probabilità di incidenti stradali;
al di sopra di 2,5 g/l si presenta stato di stupor, respiro pesante, perdita di tono muscolare, indifferenza all'ambiente circostante, immobilità, mutacismo e assenza di reazione agli stimoli esterni alternato con fasi di eloquio incoerente o aggressività, vomito;
con circa 4 g/l si manifesta incoscienza e coma;
oltre i 5 g/l si va incontro alla depressione dei centri respiratori e conseguente morte.
I sintomi e i segni sono molto variabili a seconda dell'individuo e dipendono anche dalla personale tolleranza all'etanolo la quale è aumentata nei bevitori abituali e negli alcolisti; è ridotta nelle donne, nei bambini e negli astemi.
Infatti dopo 1-2 settimane di assunzione quotidiana di alcol la velocità della degradazione epatica dell’alcol aumenta del 30% e complesse modificazioni neurochimiche conducono ad adattamenti neuronali e adeguamenti comportamentali.
Alterazioni del comportamento, della funzionalità psico-motoria e delle capacità cognitive si osservano anche con concentrazioni ematiche di etanolo di 0,2-0,3 g/l. Anche in assenza di assunzioni concomitanti di farmaci, la morte può avvenire a CEE di 3-4 g/l e parimenti si sono osservate sopravvivenze con CEE di 8 g/l.
L'insieme degli effetti comportamentali dell'assunzione elevata di alcol viene definito ubriachezza, e gli effetti fisici che si osservano in seguito sono chiamati postumi dell'ubriachezza.
[modifica] Dipendenza da alcol Per approfondire, vedi la voce Alcolismo.
L’alcol provoca dipendenza fisica e psicologica, dimostrata dai sintomi osservati in seguito alla deprivazione. La forma di astinenza fisica nell'uomo, si sviluppa nella forma grave dopo circa 8 ore.
Al primo stadio, i sintomi principali sono tremore, nausea, aumento della sudorazione, febbre e qualche volta allucinazioni. Questa fase dura circa 24 ore.
La fase può essere seguita dal delirium tremens, caratterizzato da allucinazioni, delirio, febbre, tachicardia, e/o da convulsioni tonico cloniche indistinguibili da quelle del grande male epilettico. Può ridursi durante la quarta o quinta giornata, ma alcuni sintomi possono persistere, con intensità ridotta, persino per 3-6 mesi. Il delirium tremens può avere esito fatale.
La voglia di bere e la ricerca continua di alcol sono tipici segni di dipendenza psicologica (che si osservano anche nelle dipendenze da altre droghe).
Il meccanismo per il quale l’etanolo provoca dipendenza è sconosciuto, ma si ipotizzano effetti a livello di corteccia cerebrale, che è particolarmente sensibile ai danni da abuso di alcol.
Il quadro di etilosi irreversibile è rappresentato dalla sindrome di Wernicke-Korsakoff.
Si tratta di un'encefalopatia correlata al deficit di tiamina (Sindrome di Wernicke, reversibile), con comparsa di deficit irreversibile della memoria a breve termine (Sindrome di Korsakoff), deficit cognitivi, alterazioni della personalità, anomalie comportamentali, fino, nei casi estremi, alla necessità di parziale o totale accudimento.
Nella classifica di pericolosità delle varie droghe stilata dalla rivista medica Lancet, l'alcol occupa il quinto posto.
EtanoloDa Wikipedia, l'enciclopedia libera.(Reindirizzamento da Alcol etilico)
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Etanolo
Nome IUPAC
etanolo
Nomi alternativi
alcol etilico
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolare C2H5OH
Massa molecolare (u) 46,07
Aspetto liquido incolore
Numero CAS [64-17-5]
Proprietà chimico-fisiche
Densità (g/cm3, in c.s.) 0,789
Indice di rifrazione 1,3611
(293 K, 589 nm)
Costante di dissociazione acida a 298 K 1,26 × 10-16
Solubilità in acqua completa
Temperatura di fusione (K) 158,8 (-114.3 °C)
ΔfusH0 (kJ·mol−1) 4,9
ΔfusS0 (J·K−1mol−1) 31
Temperatura di ebollizione (K) 351,5 (78.4 °C)
ΔebH0 (kJ·mol−1) 38,56
Tensione di vapore (Pa) a 292,75 K 5730
Proprietà termochimiche
ΔfH0 (kJ·mol−1) -277,6
ΔfG0 (kJ·mol−1) -174,8
S0m(J·K−1mol−1) 160,7
C0p,m(J·K−1mol−1) 112,3
Indicazioni di sicurezza
Flash point (K) 285 (12 °C)
Temperatura di autoignizione (K) 698 (425 °C)
Simboli di rischio chimico
frasi R 11
frasi S 7-16
L'etanolo (o alcol etilico) è un alcol a corta catena, la cui formula bruta è C2H5OH, il suo numero CAS è 64-17-5.
È anche chiamato, per antonomasia, semplicemente alcol essendo alla base di tutte le bevande alcoliche. È noto anche come alcol etilico o per gli alcolici viene chiamato spirito.
A temperatura ambiente si presenta come un liquido incolore dall'odore caratteristico. È tendenzialmente volatile ed estremamente infiammabile. La fiamma che produce durante la combustione si presenta di colore blu tenue, ed è molto difficile da vedere in presenza di luce.
È completamente solubile in molti solventi organici - ad esempio il cloroformio - ed in acqua, con cui forma in proporzione 95:5 un azeotropo di minimo, che rende impossibile ottenere per semplice distillazione un etanolo di purezza superiore. Per questo con la dicitura alcol puro si indica una soluzione di etanolo in acqua al 95%.
L'etanolo puro al 100%, o etanolo assoluto o anidro può essere ottenuto per rimozione dell'acqua dall'azeotropo tramite aggiunta di benzene e successiva distillazione frazionata, oppure usando magnesio metallico, che aggiunto all'azeotropo acqua/etanolo reagisce quantitativamente con l'acqua dando idrogeno, che viene allontanato per degassamento della soluzione, e idrossido di magnesio allontanato per distillazione dell'etanolo assoluto. In questo modo l'acqua residua viene eliminata completamente. Altri metodi meno pericolosi, fanno uso di ossido di bario o calce viva (ossido di calcio)[1] che disidratano l'alcol formando i corrispettivi idrossidi.
Indice [nascondi]
1 Utilizzo
2 Alcol denaturato
3 Farmacologia e tossicologia
3.1 Metabolismo
3.2 Effetti sull’organismo
3.2.1 Sistema nervoso centrale
3.2.2 Sistema cardiocircolatorio
3.2.3 Apparato urinario
3.2.4 Apparato gastroenterico
3.2.5 Apparato genitale
3.2.6 Effetti secondari
3.2.7 Embrio e Fetopatia
3.2.8 Altri effetti
3.3 Intossicazione acuta
3.4 Dipendenza da alcol
4 Note
5 Bibliografia
6 Voci correlate
7 Altri progetti
[modifica] UtilizzoProdotto in natura dalla fermentazione (detta fermentazione alcolica) degli zuccheri, è l'alcol più diffuso e l'unico adatto al consumo alimentare. È presente nelle birre in percentuali solitamente inferiori al 10%, nei vini in percentuali comprese tra il 10 ed il 15%, nei liquori in percentuali fino al 70%.
In alcuni paesi del mondo, viene usato come combustibile al posto della comune benzina, dato il suo costo molto contenuto, se prodotto autonomamente. Il Brasile è il paese dove più si fa uso di bioetanolo per autotrazione con il motore Flex prodotto dalla FIAT e dove esistono le più grandi centrali di raffinazione di canna da zucchero, da cui si ottiene. La Svezia è la nazione europea dove più si sta sviluppando il mercato del bioetanolo.
In cosmetica, viene ampiamente utilizzato nella produzione di profumi.
È comunemente utilizzato come disinfettante in ambito casalingo. L'etanolo uccide i microorganismi denaturando le loro proteine e dissolvendo i loro lipidi, risulta pertanto efficace contro molti batteri, funghi e virus (compreso il virus della SARS), però è totalmente inefficace contro le spore dei batteri. Le miscele al 70% in peso di alcol sono quelle che possiedono il maggior potere antisettico. L'etanolo in forma idrata è infatti rapidamente assorbito all'interno della cellula, mentre l'alcol puro richiama acqua sulla superficie cellulare producendo fenomeni di coagulazione all'interno della membrana plasmatica che generano una parziale protezione per la cellula batterica dal disinfettante.
Come solvente di resine naturali e nella lucidatura dei mobili, per la preparazione di vernici, quali gommalacca, gomma benzoe, sandracca.
Viene utilizzato come decolorante nella colorazione di Gram.
[modifica] Alcol denaturatoNei paesi dell'Unione Europea si sottopone a una tassa l'alcol etilico destinato al consumo umano, per limitarne l'abuso. Le industrie che utilizzano l'etanolo per scopi non alimentari vengono esentate dal pagamento della tassa se denaturano l'alcol, che così diventa imbevibile. La formula della miscela denaturante è descritta dal Regolamento (CE) n. 2205/2004 della Commissione del 21 dicembre 2004 [2], pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea il 22 dicembre 2004:
"L’alcol etilico da sottoporre alla denaturazione deve possedere un tenore effettivo di alcol etilico non inferiore a 83 % in volume ed un titolo misurato all’alcolometro CE non inferiore a 90 % in volume. Per ettolitro anidro, aggiungere:
1.tiofene: 125 g,
2.denatonium benzoato: 0,8 g,
3.soluzione al 25 % p/p di C.I. Reactive Red 24 (colorante rosso): 3 g,
4.metiletilchetone: 2 litri.
Al fine di garantire la completa solubilizzazione di tutti i componenti, la miscela denaturante deve essere preparata in alcol etilico di gradazione inferiore al 96 % in volume misurato all’alcolometro CE. La funzione vera e propria di denaturante è svolta dalle sostanze indicate ai numeri 1), 2) e 3). Infatti il tiofene ed il denatonium benzoato alterano le caratteristiche organolettiche del prodotto rendendone impossibile l'ingestione, mentre il metiletilchetone, avendo un punto di ebollizione (79,6 °C) prossimo a quello dell'alcol etilico (78,9 °C), risulta di difficile eliminazione se non con tecniche antieconomiche e questo agevola i controlli da parte dell'amministrazione finanziaria volti ad individuare eventuali usi distorti. La funzione del C.I. Reactive Red 24 è quella di conferire al prodotto una caratteristica colorazione rossa, che ne permette l'immediata individuazione nella destinazione d'uso."
[modifica] Farmacologia e tossicologiaL'etanolo è un composto stupefacente; ha molteplici effetti sull'organismo umano, di natura
energetica
nutrizionale
farmacologica
tossica
psichica
[modifica] MetabolismoL'etanolo, dopo essere ingerito, viene rapidamente assorbito dallo stomaco e dall’intestino tenue e si distribuisce in tutta l'acqua corporea (che, per l'organismo umano, ammonta a circa 0,55 l/kg).
La maggior parte (circa il 90%) dell’etanolo viene metabolizzato nell'organismo, mentre una piccola parte viene eliminata nelle urine, nel sudore e nell’aria espirata: il rapporto di etanolemia (concentrazione di etanolo nel sangue) e aria alveolare (valore misurato con l'etilometro) è relativamente costante, 80 mg di etanolo per 100 ml di sangue producono 35µg/100 ml di etanolo nell'aria espirata.[3]
Il metabolismo comincia già nello stomaco ad opera dell’enzima alcol deidrogenasi (ADH) gastrica, ma per lo più avviene nel fegato per opera di una serie di reazioni di ossidazione. L’etanolo viene prima trasformato in acetaldeide, che viene poi convertita in acido acetico dall'aldeide deidrogenasi. Queste reazioni richiedono un consumo di NAD+, la cui disponibilità rappresenta un fattore limitante nel metabolismo dell’etanolo, motivo per il quale il tasso di conversione dell’etanolo a livello epatico è fisso (circa 8 g o 10 ml all’ora per un uomo di 70 kg).
Un altro enzima che può metabolizzare l’etanolo è il CYP2E1, appartenente al complesso del citocromo P450, che interviene quando la quantità di etanolo assunta supera le capacità cataboliche delle deidrogenasi. Nell'etilismo cronico, l'attività di tale enzima viene indotta, cosa che comporta alterazioni della capacità del fegato di detossificare veleni.
Il metabolita intermedio, l'acetaldeide, è un composto reattivo e tossico che contribuisce al danno da etanolo, mentre un piccola quantità circola nel sangue senza provocare alcun effetto.
Alcuni gruppi etnici hanno capacità metaboliche differenti. Ad esempio nel 50% degli asiatici è presente una variante genetica inattiva di una delle isoforme dell'aldeide deidrogenasi, mentre in altri è presente un'isoforma dell'alcol deidrogenasi con ridotta attività, questo comporta una minore tolleranza e l’insorgere di una sindrome alcolica a dosi etiliche più basse.[4][5]
[modifica] Effetti sull’organismo
Grafico comparativo dei possibili effetti negativi dell'alcol rispetto alle altre droghe da The Lancet[modifica] Sistema nervoso centraleL’etanolo ha un effetto di depressione del sistema nervoso centrale, e, analogamente ad altre sostanze come i barbiturici o le benzodiazepine, ha un effetto ansiolitico e provoca disinibizione comportamentale.
Il meccanismo di questa azione centrale non è completamente chiaro. Sebbene l'etanolo, a concentrazioni efficaci, produca un aumento misurabile del disordine strutturale di membrana, è più probabile che la sua azione dipenda principalmente dai suoi effetti sui canali ionici di membrana e su recettori specifici.
Le principali attività sono:
1.aumento dell'inibizione mediata dal GABA, principale amminoacido inibitorio del sistema nervoso centrale: l'etanolo aumenta l'azione del GABA sui recettori GABAA in modo analogo alle benzodiazepine: l'antagonista benzodiazepinico flumazenil, reverte l'azione depressoria etilica, sebbene sembra questo sia dovuto, piuttosto che ad azione antagonista, a competizione per il recettore.
2.inibizione dell'ingresso del calcio attraverso i canali del calcio voltaggio-dipendenti: l'etanolo inibisce il rilascio dei trasmettitori in risposta alla depolarizzazione delle terminazioni nervose attraverso l'inibizione dell'apertura dei canali del calcio neuronali.
3.inibizione della funzione dei recettori NMDA.
Altre attività dell'etanolo, la cui importanza non è ancora ben chiara, sono l'aumento degli effetti eccitatori prodotti dai recettori colinergici nicotinici e dai recettori serotoninergici 5-HT3.
La somministrazione cronica causa sindromi neurologiche irreversibili come la Sindrome di Wernicke o la Sindrome di Korsakoff, dovute all'etanolo stesso o ai suoi metaboliti, o secondarie alla carenza di tiamina che viene costantemente osservata negli alcolisti. La maggior parte degli etilisti cronici mostra un grado di demenza associato a un ingrossamento dei ventricoli misurabile con tecniche di imaging cerebrale. Può anche essere presente degenerazione del cervelletto e in altre regioni encefaliche.
[modifica] Sistema cardiocircolatorioL’alcol ha numerosi effetti acuti e cronici sull’apparato circolatorio. L’ingestione di etanolo provoca vasodilatazione cutanea e un aumento del flusso sanguigno a livello gastrico, con aumentata perdita di calore (che dà la tipica sensazione di calore). La perdita di calore fa diminuire la temperatura corporea, cosa che, associata a un effetto depressorio sui centri regolatori della temperatura a livello centrale, aumenta il rischio di morte per ipotermia.
L’alcol inoltre ha degli effetti a livello cardiaco: provoca aritmie (prolungamento dell’intervallo QT nell’elettrocardiogramma) e deprime la contrattilità del muscolo cardiaco, portando a lungo termine a una cardiomiopatia. Inoltre provoca aumento della pressione sanguigna. Questi ultimi elementi insieme sembrano essere alla base dell’aumento di incidenza di infarto che si osserva in chi beve tra i 40 e i 60 grammi di alcool al giorno.
[modifica] Apparato urinarioL’alcol stimola la diuresi a causa di una inibizione del rilascio di vasopressina da parte dell’ipofisi posteriore. Il consumo cronico di alcol provoca tolleranza a questo effetto.
[modifica] Apparato gastroentericoL’ingestione di alcool provoca un aumento della secrezione salivare e gastrica, effetti riflessi prodotti dal gusto e dall'azione irritante di alte concentrazioni di etanolo a livello gastrico.
In bevitori cronici di alcol si osserva generalmente malassorbimento a livello intestinale e diarrea, probabilmente dovuti a cambiamenti morfologici dell’epitelio intestinale (con un appiattimento dei villi) e una diminuzione degli enzimi digestivi.
L’alcol ha un effetto tossico sia acuto che cronico sul pancreas, provocando pancreatiti probabilmente per una azione tossica diretta sulle cellule degli acini pancreatici.
I maggiori effetti tossici si osservano nel fegato. Uno dei primi effetti della tossicità è l’accumulo di grasso (lipidosi), che avviene anche dopo l’assunzione di dosi relativamente basse. Il danno epatico progredisce verso un'irreversibile necrosi e fibrosi epatica: l'aumento ematico della gamma glutamil transpeptidasi (GGT) è un ottimo indice di danno epatico. La cirrosi è fattore di rischio per l'epatocarcinoma (HCC).
[modifica] Apparato genitaleSia l’esposizione acuta che cronica all’alcol provoca impotenza nell’uomo. Circa il 50% degli etilisti cronici di sesso maschile sono impotenti e mostrano segni di femminilizzazione testicolare e ginecomastia. Questi effetti sono sia secondari a un’alterata funzione dell’ipotalamo, che diretti sulle cellule di Leydig, provocando una inibizione della sintesi steroidea testicolare.
L’effetto sulla funzione sessuale nelle donne è meno noto, ma in donne alcoliste è stata segnalata una diminuzione della libido e della lubrificazione vaginale e alterazioni del ciclo mestruale.
L’etanolo riduce la secrezione di ossitocina, il che provoca un ritardo del parto. Questo effetto è stato usato in passato per ritardare il parto in donne con contrazioni premature, ma è stato abbandonato perché la dose necessaria era troppo elevata e causa ubriachezza nella madre e intossicazione acuta nel neonato.
[modifica] Effetti secondariGli etilisti tendono a sostituire con le bevande alcoliche gran parte degli altri alimenti della dieta, e questo li predispone a deficienze nutrizionali, in particolare gravi carenze di vitamine del gruppo B. La carenza di tiamina è alla base di una serie di patologie tipicamente osservate negli etilisti, come la neuropatia periferica, la psicosi di Korsakoff e l’encefalopatia di Wernicke.
[modifica] Embrio e FetopatiaL’assunzione di alcol durante la gravidanza provoca effetti tossici gravi sull’embrione e sul feto. Nel primo trimestre aumenta significativamente il rischio di aborto spontaneo. Nel bambino si osserva tipicamente la sindrome alcolica fetale, caratterizzata da tre condizioni: anomalie craniofacciali (tra cui microcefalia), disfunzioni del sistema nervoso centrale (iperattività, deficit di attenzione, ritardo mentale e disfunzioni dell’apprendimento),difetti del setto interatriale nel cuore e rallentamento della crescita. L’incidenza della sindrome alcolica fetale negli Stati Uniti è di circa 0,5-1 bambino su 1000 nati.
[modifica] Altri effettiL’alcol provoca un aumento della secrezione di ormoni steroidei dal surrene, stimolando l'ipofisi anteriore a secernere ACTH (sindrome pseudoCushing).
[modifica] Intossicazione acutaI primi ben noti sintomi di intossicazione acuta da etanolo nell'uomo sono un eloquio indistinto, incoordinazione muscolare motoria, aumentata fiducia in se stessi ed euforia. La maggior parte dei soggetti sono rumorosi ed estroversi, mentre altri diventano più chiusi e solitari: comunque l'umore rimane labile, con atteggiamenti alternati di aggressività, sottomissione, euforia, malinconia.
La dose tossica di etanolo dipende da individuo a individuo, per età, sesso, popolazione, alimentazione, malattie, assuefazione. Una moderata assunzione giornaliera di etanolo possono diminuire il rischio d'infarto miocardico e di accidente vascolare ischemico. Per assunzione moderata s'intende non più di 2-3 Unità Alcoliche (36 grammi) per l’uomo, non più di 1-2 Unità Alcoliche (24 grammi) per la donna e non più di 1 Unità Alcolica (12 grammi) per l’anziano (una Unità Alcolica (U.A.) corrisponde a circa 12 grammi di etanolo; una tale quantità è contenuta in un bicchiere piccolo (125 ml) di vino di media gradazione, o in una lattina di birra (330 ml) di media gradazione o in una dose da bar (40 ml) di superalcolico.).[6]
L'intossicazione da alcol si misura in grammi per litro di sangue (g/l). Approssimativamente, un aumento di 0,2 g/l in una persona a stomaco pieno di 60 kg di peso corrisponde all'assunzione di 12 g di alcol.[7]
Mentre sotto i 0,2-0,4 g/l non si osservano generalmente effetti sul comportamento, assunzioni più elevate provocano, tra l'altro, un aumento esponenziale della probabilità di incidenti stradali poiché dosi anche relativamente basse di etanolo diminuiscono la capacità di guida[8].
Fino a 0,2 g/l nella donna e fino a 0,4 g nell'uomo non si rileva significativo cambiamento del comportamento;
0,5 g/l (10,87 mmol/l) è l'attuale limite di etanolemia secondo il Codice della strada italiano: oltre questo livello le prestazioni intellettuali e motorie e le discriminazioni sensoriali sono ridotte, ma i soggetti sono incapaci di rendersene conto;
0,8 g/l (17,39 mmol/l) corrisponde al precedente livello alcolemico, tollerato dalla legge prima del 2002: è stato ridotto poiché fino a 0,8 g/l è presente euforia o disforia, estroversione o timidezza, concentrazione e capacità di giudizio sono compromessi; la probabilità di incidenti stradali aumenta di circa 4 volte;
al di sopra di 1,5 g/l (32,6 mmol/l) l'ubriachezza è evidente: difficoltà a mantenere l'equilibrio, cammino atassico, nausea, tachicardia, eloquio difficoltoso, diplopia, sonnolenza, marcate alterazioni dell'umore; aumenta di circa 25 volte la probabilità di incidenti stradali;
al di sopra di 2,5 g/l si presenta stato di stupor, respiro pesante, perdita di tono muscolare, indifferenza all'ambiente circostante, immobilità, mutacismo e assenza di reazione agli stimoli esterni alternato con fasi di eloquio incoerente o aggressività, vomito;
con circa 4 g/l si manifesta incoscienza e coma;
oltre i 5 g/l si va incontro alla depressione dei centri respiratori e conseguente morte.
I sintomi e i segni sono molto variabili a seconda dell'individuo e dipendono anche dalla personale tolleranza all'etanolo la quale è aumentata nei bevitori abituali e negli alcolisti; è ridotta nelle donne, nei bambini e negli astemi.
Infatti dopo 1-2 settimane di assunzione quotidiana di alcol la velocità della degradazione epatica dell’alcol aumenta del 30% e complesse modificazioni neurochimiche conducono ad adattamenti neuronali e adeguamenti comportamentali.
Alterazioni del comportamento, della funzionalità psico-motoria e delle capacità cognitive si osservano anche con concentrazioni ematiche di etanolo di 0,2-0,3 g/l. Anche in assenza di assunzioni concomitanti di farmaci, la morte può avvenire a CEE di 3-4 g/l e parimenti si sono osservate sopravvivenze con CEE di 8 g/l.
L'insieme degli effetti comportamentali dell'assunzione elevata di alcol viene definito ubriachezza, e gli effetti fisici che si osservano in seguito sono chiamati postumi dell'ubriachezza.
[modifica] Dipendenza da alcol Per approfondire, vedi la voce Alcolismo.
L’alcol provoca dipendenza fisica e psicologica, dimostrata dai sintomi osservati in seguito alla deprivazione. La forma di astinenza fisica nell'uomo, si sviluppa nella forma grave dopo circa 8 ore.
Al primo stadio, i sintomi principali sono tremore, nausea, aumento della sudorazione, febbre e qualche volta allucinazioni. Questa fase dura circa 24 ore.
La fase può essere seguita dal delirium tremens, caratterizzato da allucinazioni, delirio, febbre, tachicardia, e/o da convulsioni tonico cloniche indistinguibili da quelle del grande male epilettico. Può ridursi durante la quarta o quinta giornata, ma alcuni sintomi possono persistere, con intensità ridotta, persino per 3-6 mesi. Il delirium tremens può avere esito fatale.
La voglia di bere e la ricerca continua di alcol sono tipici segni di dipendenza psicologica (che si osservano anche nelle dipendenze da altre droghe).
Il meccanismo per il quale l’etanolo provoca dipendenza è sconosciuto, ma si ipotizzano effetti a livello di corteccia cerebrale, che è particolarmente sensibile ai danni da abuso di alcol.
Il quadro di etilosi irreversibile è rappresentato dalla sindrome di Wernicke-Korsakoff.
Si tratta di un'encefalopatia correlata al deficit di tiamina (Sindrome di Wernicke, reversibile), con comparsa di deficit irreversibile della memoria a breve termine (Sindrome di Korsakoff), deficit cognitivi, alterazioni della personalità, anomalie comportamentali, fino, nei casi estremi, alla necessità di parziale o totale accudimento.
Nella classifica di pericolosità delle varie droghe stilata dalla rivista medica Lancet, l'alcol occupa il quinto posto.
martedì 31 maggio 2011
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giovedì 26 maggio 2011
Ratko Mladic, il boia di Srebrenica, è stato arrestato oggi 26.5.11 (da: MSN Notizie)
26/05/2011
Ratko Mladic, il boia di Srebrenica
Ratko Mladic, del quale è stato annunciato oggi l'arresto, è passato alla storia come il boia di Srebrenica. Ufficiale dell'esercito serbo-bosniaco, uomo duro e spietato, non si fermò di fronte a vittime inermi.
Mladic in una immagine d'archivio - Foto Ap
Fu lui a guidare i reparti d'attacco a Srebrenica. La sua vita e' segnata dalla violenza. Aveva appena due anni quando il padre viene ucciso dagli ustascia croati, alleati dei nazifascisti. La morte del padre lo segnera' per sempre e per tutta la vita odiera' sia i croati che i musulmani. Quando esplode la guerra con la Croazia nel 1991, Mladic con il grado di colonnello assume il comando delle unita' dell'esercito federale jugoslavo a Knin, che diventera' di li' a poco la capitale dei secessionisti serbi di Croazia. Di quel periodo si ricordano i pesanti bombardamenti che Mladic ordino' su Zara dalla montagna che sovrasta la citta', tattica che verra' 'perfezionata' con gli assedi di Sarajevo, Gorazde, Bihac, Srebrenica nella successiva guerra in Bosnia. Mladic diventa il comandante dell'esercito dell'autoproclamata Repubblica Serba di Bosnia.
IN SEI MESI DI GUERRA CONQUISTA IL 70% DELLA BOSNIA - In sei mesi di guerra, Mladic conquista il 70% del territorio della Bosnia, avendo a disposizione la potenza militare dell'Armata popolare jugoslava (Jna) contro bosniaci e croati disarmati e inesperti. I suoi uomini attuano una brutale pulizia etnica (due milioni e mezzo di persone cacciate dalle loro terre e dalle loro case) in nome della Grande Serbia. Con lui tornano in Europa i campi di concentramento nei quali migliaia di prigionieri vengono picchiati, torturati, affamati e uccisi. I suoi uomini praticano lo stupro etnico come arma di guerra.
ACCUSATO DI GENOCIDIO NEL 1996 - Contro Mladic, cosi' come contro l'ex presidente Radovan Karadzic, il Tribunale penale delle Nazioni unite (Tpi) formalizza, nel luglio e nel novembre 1995, due atti di accusa per genocidio e crimini contro l'umanita'. Nel 1996, il Tpi emette contro i due un mandato di cattura internazionale. Nel novembre dello stesso anno, Mladic viene destituito dal comando dell'esercito serbo bosniaco ma continua a vivere tranquillamente tra Bosnia e Serbia, protetto dall'esercito dei suoi ex subordinati bosniaci e da quell'esercito jugoslavo di cui ha sempre fatto parte. Protezioni che dureranno anche dopo la caduta del presidente jugoslavo Slobodan Milosevic, nell'ottobre 2000, almeno fino a tutto il 2001
DAL 2002 INIZIA LA LATITANZA - Dal 2002, deve iniziare a nascondersi con maggiore prudenza, ma puo' sempre contare su una rete di appoggio clandestina di militari, ex militari e civili nazionalisti. Tra le vittime della guerra in Bosnia vi e' stata anche l'unica figlia di Mladic, Ana, che a 23 anni, nel 1994, si e' suicidata a Belgrado. Secondo alcuni per quello che il padre stava facendo in Bosnia, secondo altri per la morte del suo fidanzato che Mladic, per allontanarlo da lei, aveva mandato al fronte. Mladic, 69 anni, era uno dei due ultimi criminali di guerra serbi ancora latitanti e richiesti dal Tribunale penale internazionale dell'Aja. L'altro e' Goran Hadzic, ex capo politico dei serbi di Croazia. Ma la latitanza del boia di Srebrenica e' terminata oggi.
Ratko Mladic, il boia di Srebrenica
Ratko Mladic, del quale è stato annunciato oggi l'arresto, è passato alla storia come il boia di Srebrenica. Ufficiale dell'esercito serbo-bosniaco, uomo duro e spietato, non si fermò di fronte a vittime inermi.
Mladic in una immagine d'archivio - Foto Ap
Fu lui a guidare i reparti d'attacco a Srebrenica. La sua vita e' segnata dalla violenza. Aveva appena due anni quando il padre viene ucciso dagli ustascia croati, alleati dei nazifascisti. La morte del padre lo segnera' per sempre e per tutta la vita odiera' sia i croati che i musulmani. Quando esplode la guerra con la Croazia nel 1991, Mladic con il grado di colonnello assume il comando delle unita' dell'esercito federale jugoslavo a Knin, che diventera' di li' a poco la capitale dei secessionisti serbi di Croazia. Di quel periodo si ricordano i pesanti bombardamenti che Mladic ordino' su Zara dalla montagna che sovrasta la citta', tattica che verra' 'perfezionata' con gli assedi di Sarajevo, Gorazde, Bihac, Srebrenica nella successiva guerra in Bosnia. Mladic diventa il comandante dell'esercito dell'autoproclamata Repubblica Serba di Bosnia.
IN SEI MESI DI GUERRA CONQUISTA IL 70% DELLA BOSNIA - In sei mesi di guerra, Mladic conquista il 70% del territorio della Bosnia, avendo a disposizione la potenza militare dell'Armata popolare jugoslava (Jna) contro bosniaci e croati disarmati e inesperti. I suoi uomini attuano una brutale pulizia etnica (due milioni e mezzo di persone cacciate dalle loro terre e dalle loro case) in nome della Grande Serbia. Con lui tornano in Europa i campi di concentramento nei quali migliaia di prigionieri vengono picchiati, torturati, affamati e uccisi. I suoi uomini praticano lo stupro etnico come arma di guerra.
ACCUSATO DI GENOCIDIO NEL 1996 - Contro Mladic, cosi' come contro l'ex presidente Radovan Karadzic, il Tribunale penale delle Nazioni unite (Tpi) formalizza, nel luglio e nel novembre 1995, due atti di accusa per genocidio e crimini contro l'umanita'. Nel 1996, il Tpi emette contro i due un mandato di cattura internazionale. Nel novembre dello stesso anno, Mladic viene destituito dal comando dell'esercito serbo bosniaco ma continua a vivere tranquillamente tra Bosnia e Serbia, protetto dall'esercito dei suoi ex subordinati bosniaci e da quell'esercito jugoslavo di cui ha sempre fatto parte. Protezioni che dureranno anche dopo la caduta del presidente jugoslavo Slobodan Milosevic, nell'ottobre 2000, almeno fino a tutto il 2001
DAL 2002 INIZIA LA LATITANZA - Dal 2002, deve iniziare a nascondersi con maggiore prudenza, ma puo' sempre contare su una rete di appoggio clandestina di militari, ex militari e civili nazionalisti. Tra le vittime della guerra in Bosnia vi e' stata anche l'unica figlia di Mladic, Ana, che a 23 anni, nel 1994, si e' suicidata a Belgrado. Secondo alcuni per quello che il padre stava facendo in Bosnia, secondo altri per la morte del suo fidanzato che Mladic, per allontanarlo da lei, aveva mandato al fronte. Mladic, 69 anni, era uno dei due ultimi criminali di guerra serbi ancora latitanti e richiesti dal Tribunale penale internazionale dell'Aja. L'altro e' Goran Hadzic, ex capo politico dei serbi di Croazia. Ma la latitanza del boia di Srebrenica e' terminata oggi.
sabato 21 maggio 2011
Gli YES, band britannica (Wikipedia.it)
Gli Yes sono un gruppo musicale britannico formato nel 1968, considerato tra i principali esponenti del rock progressivo.[5][6] La band, che ha conosciuto il periodo di maggior successo negli anni settanta e ottanta, è stata fondata dal cantante Jon Anderson, il bassista Chris Squire, il chitarrista Peter Banks, il tastierista Tony Kaye ed il batterista Bill Bruford,[1] e nel corso degli anni ha visto la partecipazione dei chitarristi Steve Howe e Trevor Rabin, del batterista Alan White, dei tastieristi Rick Wakeman, Patrick Moraz, Igor Khoroshev, Geoff Downes, Tom Brislin ed Oliver Wakeman, e dei cantanti Trevor Horn e Benoît David.[2]
Grazie ad album come The Yes Album, Fragile, Close to the Edge e Relayer, gli Yes contribuiscono allo sviluppo della scena progressive inglese degli anni settanta, e negli anni ottanta riscuotono un notevole successo discografico e popolarità a livello mondiale con 90125. Proponendo un sofisticato rock sinfonico e romantico che fa largo uso di strumenti elettronici innovativi,[1] come il sintetizzatore, il moog ed il mellotron la band definisce, insieme ad altre formazioni, tra le quali King Crimson e Genesis, i canoni stessi del prog.[5]
Indice [nascondi]
1 Storia
1.1 Le origini
1.2 L'era classica
1.3 La seconda metà degli anni settanta
1.4 Trasformazioni
1.5 Riunioni
1.6 Il nuovo millennio
2 Lo stile
3 Formazione
4 Discografia
4.1 Album in studio
4.2 Album dal vivo
5 Tour
6 Note
7 Bibliografia
8 Voci correlate
9 Altri progetti
10 Collegamenti esterni
StoriaIl percorso degli Yes è caratterizzato da numerosi cambi di formazione che negli anni hanno influenzato lo stile del gruppo, giustificando la produzione di album molto diversi fra loro, ma tutti caratterizzati da soluzioni musicali ricercate ed elaborate, con continui riferimenti alla musica classica.
Le originiGli Yes nascono a Londra nel 1968, l'estate in cui Jon Anderson conosce fortuitamente Chris Squire. Anderson aveva cantato per alcuni anni in un gruppo chiamato The Warriors, con il quale aveva inciso due singoli ed aveva poi intrapreso una carriera solista con lo pseudonimo "Hans Christian Anderson",[7] registrando altri due singoli. Squire, che suona in un complesso di nome Mabel Greer's Toyshop, chiede ad Anderson di farne parte come cantante. Nel gruppo, comprendente anche il chitarrista Peter Banks, confluiscono nello stesso anno il tastierista Tony Kaye ed il batterista Bill Bruford, ma poiché il nome del complesso è troppo lungo i cinque decidono di cambiarlo, rinominando la band in Yes.[8]
Il primo concerto degli Yes si tiene in un campeggio giovanile presso il villaggio East Mersea, sull'isola di Mersea, Essex, il 4 agosto 1968.[9] Il gruppo diviene rapidamente noto per il modo in cui esegue cover di brani di altri artisti, espandendole e trasformandole in complesse composizioni,[9] ispirati dai Fifth Dimension e dai Vanilla Fudge.[10] Si esibiscono come spalla di gruppi affermati in locali prestigiosi come il Marquee Club, con The Who, e persino alla Royal Albert Hall, durante il Farewell Concert,[11] il concerto d'addio dei Cream.[12] Nel 1969 Ahmet Ertegun, proprietario della Atlantic Records, assiste ad una loro performance presso lo Speakeasy Club di Londra, e decide di scritturarli per la casa discografica e fargli subito incidere un album.[13] Il risultato è l'album eponimo pubblicato nel 1969, che viene accolto bene dal pubblico e dalla critica,[14] anche se non si rivela un successo commerciale.[14] Il suono brillante, originale e tecnicamente complesso degli Yes va già delineandosi,[15] ma la band pecca ancora d'esperienza in sala di registrazione,[13] sono già musicisti solisti di talento, ma non ancora un gruppo. L'album contiene anche due cover, Every Little Thing dei Beatles e I See You dei Byrds.
L'era classica
Jon Anderson in un concerto del 1977All'inizio degli anni settanta gli Yes continuano ad esibirsi in concerto nel Regno Unito[16] e, occasionalmente, in altre nazioni europee.[17] Il loro secondo album, Time and a Word, è realizzato col supporto di una orchestra sinfonica di 30 elementi. L'album include due cover: No Opportunity Necessary, No Experience Needed di Richie Havens, arricchita con il tema western del film Il grande paese, e Everydays di Stephen Stills. Come per l'album precedente, anche lo stile di Time and a Word risente molto dell'influenza di gruppi contemporanei, come i Beatles in Sweet Dreams[18] o nella stessa traccia del titolo.[19]
Forti contrasti nella band, derivanti dall'impiego dell'orchestra,[16] dal progressivo ridimensionamento del ruolo della chitarra[20] e dal ridotto feeling di Peter Banks con lo stile musicale del gruppo[21] portano, poco prima dell'uscita dell'album, all'abbandono del chitarrista.[22] La sua uscita provoca la cancellazione delle date in calendario e il ritiro del gruppo in una fattoria sulla costa devoniana alla ricerca della propria direzione musicale, in attesa di trovare un sostituto all'altezza.[16] Il suo posto viene preso da Steve Howe, un giovane e talentuoso "chitarrista prodigio",[23] che ha al suo attivo numerose incisioni in gruppi come Tomorrow e Bodast. Howe appare sulla copertina dell'edizione americana di Time and a Word, sebbene non abbia partecipato alle incisioni dell'album.[24] Nello stesso periodo la band conosce Eddie Offord, un produttore discografico molto noto, passato poi alla storia del rock proprio per il suo lavoro con la band e gli Emerson Lake & Palmer. Insieme a Howe e Offord viene realizzato, nel gennaio 1971, The Yes Album, un disco di notevole importanza, contenente quattro tra i brani migliori mai realizzati dalla band.[25] L'album, balzando al sesto posto delle classifiche inglesi e al 40º di quelle americane,[26] afferma la band sulla scena internazionale, tanto che nell'aprile '71 gli Yes intraprendono un tour negli Stati Uniti, come gruppo spalla dei Jethro Tull, dei Ten Years After e dei Black Sabbath.[27][28]
Nell'agosto del 1971 anche Tony Kaye, il cui percorso musicale resta fedele all'organo Hammond, mentre Jon e Chris si rivolgono all'emergente strumentazione elettronica,[29] abbandona il gruppo per formare un proprio complesso, i Badger, e viene sostituito da un altro virtuoso, il tastierista degli Strawbs Rick Wakeman, che aveva in precedenza suonato come turnista per artisti di rilievo come David Bowie, Elton John, Lou Reed ed altri.[30] Wakeman, musicista estremamente eclettico, in grado di suonare sia le tastiere acustiche che elettroniche,[31] si dimostra ben presto una perfetta controparte per Howe, introducendo anche due nuovi elementi chiave nella strumentazione del gruppo, il mellotron ed il minimoog. La prima incisione di questa formazione, considerata la formazione "classica" degli Yes,[2] fu un'interpretazione di dieci minuti del classico America di Paul Simon.
Chris Squire nel 1977Nel 1972 gli Yes incidono due album considerati pietre miliari del rock progressivo: Fragile, che include anche uno dei due singoli di successo del gruppo, Roundabout, e Close to the Edge, rispettivamente nel gennaio e nel settembre dello stesso anno. Entrambi riscuotono un notevole successo nelle classifiche sia europee che americane e sono seguiti dai rispettivi tour.[32][33] Poco dopo l'uscita di Close to the Edge, Bruford abbandona gli Yes per passare ai King Crimson. Viene sostituito da Alan White, già batterista della Plastic Ono Band di John Lennon, che fa la sua apparizione sul vinile nel 1973, nel monumentale triplo live Yessongs.
Fragile, considerato da molti l'epitome degli album di rock progressivo,[34] segna anche l'inizio della lunga collaborazione fra gli Yes e l'artista Roger Dean,[35] al quale si devono la maggior parte delle copertine degli album del gruppo,[35] il disegno del loro celebre logo, l'organizzazione del merchandising[36] e l'impianto scenografico utilizzato nei concerti.[37] In Close to the Edge, l'album della suite omonima, di And You and I e di Siberian Khatru, considerato dai più il loro capolavoro,[6] gli Yes raggiungono il vertice del loro cammino artistico.[38] Molti fan considerano l'intero trittico, composto da The Yes Album, da Fragile e da Close to the Edge, l'apice della creatività degli Yes, in cui si definiscono i canoni dello Yessound, nel quale dominano gli arrangiamenti e i virtuosismi individuali;[5] tali supporters sono spesso detti troopers,[39] con riferimento a uno dei brani più famosi di quest'epoca degli Yes, Starship trooper.[40]
Nel 1973 gli Yes ottengono importanti riconoscimenti dalla critica musicale: vengono inseriti nelle classifiche annuali del prestigioso settimanale Melody Maker e votati miglior gruppo britannico ed internazionale. Analoghi i successi a livello individuale: Wakeman è il miglior tastierista, Squire occupa la piazza d'onore tra i bassisti, Anderson ed Howe sono terzi nelle rispettive classifiche.[41]
Nello stesso anno intraprendono, per la prima volta, tour in Australia e in Giappone. Durante le date nipponiche del Close to the Edge tour, nel marzo '73, Anderson ha occasione di leggere il libro Autobiografia di uno Yogi di Paramahansa Yogananda, ispirato dal quale inizia a comporre, insieme a Howe, i "quattro movimenti"[42] che diventano poi l'opera certamente più imponente del periodo classico del gruppo: Tales from Topographic Oceans. Pubblicato nel dicembre 1973, si tratta di un album doppio, suddiviso in quattro lunghe suite, una per ogni lato del vinile. L'album riscontra un grosso successo commerciale: disco d'oro con le sole prenotazioni[43] raggiunge il vertice delle classifiche inglesi e il 6º posto in quelle americane,[2] ma la sua uscita divide nettamente gli appassionati del gruppo e la critica, registrando pareri discordi tra chi considera l'opera un lavoro di alto livello e chi la ritiene eccessiva e magniloquente, simbolo dell'aspetto autocelebrativo del rock progressivo.[2] L'album suscita lo stesso effetto anche sul gruppo: durante i concerti affiorano spesso delle tensioni[44] che sfociano nell'abbandono di Rick Wakeman, anticipato dai titoli delle riviste di settore,[45] che l'anno successivo se ne va sostenendo di non condividere più la visione musicale del gruppo.[46]
La seconda metà degli anni settantaNel 1974, con il nuovo tastierista, lo svizzero Patrick Moraz proveniente dai Refugee, gli Yes incidono un altro album di grande successo, Relayer, che si ispira a Guerra e pace di Tolstoj[47] e che raggiunge il quarto posto nelle classifiche inglesi ed il quinto in quelle americane.[2] La formula del disco ripropone quella di Close to the Edge, con una suite, The Gates of Delirium, e due brani più brevi. Al termine del Relayer Tour il gruppo prende una pausa e ognuno dei membri si dedica alla realizzazione di un proprio album solista. Sono di quest'epoca Olias of Sunhillow, integralmente composto ed eseguito da Jon Anderson, Beginnings di Howe, Fish Out of Water di Squire, Ramshackled di White e Story Of I di Moraz. Allo stesso tempo viene pubblicata la prima compilation, Yesterdays, contenente principalmente brani dei primi due album.
Steve HoweDopo un breve periodo, mentre nel 1976 lavorano all'album successivo nei Mountain Studios di Montreux, gli Yes si separano da Moraz ritenendolo inadatto alla loro musica,[48] e iniziano a cercare un nuovo tastierista. Dopo una lunga trattativa, Wakeman accetta di suonare come turnista, ma in seguito, impressionato dalla qualità del materiale prodotto, rientra formalmente nel gruppo.[49] Rispetto ai lavori precedenti, Going for the One, datato 1977, alterna brani non troppo lunghi (comunque estremamente originali nella struttura), alle consuete suite dalle atmosfere complesse, brani particolarmente strutturati, come Awaken e Turn of the century. Sia Going for the One che il successivo Tormato del 1978 vendettero bene,[2] nonostante fossero stati pubblicati nell'epoca punk e della disco music.
In quest'epoca i concerti degli Yes sono caratterizzati dall'uso delle tecniche più innovative: l'uso di luci laser, le coreografie immaginifiche di Dean e l'innovativo palco circolare In the Round, con Anderson al centro, fanno delle esibizioni eventi visivi memorabili.[50][51]
Al termine del Tormato tour, nell'estate '79, i membri della band si dedicano nuovamente ad attività da solista, producendo gli album Rhapsodies (Wakeman) e The Steve Howe Album (Howe). Poi, nell'ottobre del '79, insieme ad un nuovo produttore, Roy Thomas Baker, si riuniscono a Parigi per dedicarsi al loro nuovo album; tuttavia lo scarso feeling con Baker,[52] il disaccordo sulle scelte musicali[53] e i contrasti finanziari tra Anderson e il resto del gruppo[54] acuiscono i dissapori all'interno del gruppo. La sessione parigina si conclude infruttuosamente quando Alan White si frattura una caviglia, portando alla chiusura di quell'infelice esperienza.[53] Le versioni demo prodotte in quella session sono state pubblicate nella versione "remastered" di Tormato del 2004. In breve tempo prima Wakeman e poi Anderson, che da qualche anno aveva iniziato a collaborare saltuariamente con Vangelis, formando un duo che ha pubblicato diversi album col nome Jon & Vangelis, lasciano la band che, privata di elementi così importanti, sembra sul punto di sciogliersi.[54]
TrasformazioniIl gruppo ha difficoltà a trovare sostituti all'altezza: dietro suggerimento di Brian Lane, il produttore di entrambe le band, Squire contatta Geoffrey Downes e Trevor Horn,[55] rispettivamente tastierista e cantante dei Buggles, gruppo che aveva inciso nel 1979 il successo mondiale Video Killed the Radio Star e nel 1980 l'album The Age of Plastic. Con questa formazione gli Yes incidono Drama nell'estate del 1980, lo pubblicano in autunno e lo fanno seguire dal Drama Tour, che ottiene risultati contrastanti: lusinghieri in America (con tre date al Madison Square Garden da tutto esaurito),[56] più deludenti in patria, decretati sia dalla critica musicale[56] che dai fan di Anderson, delusi dal "nuovo corso" di Horn.[57] L'album, che comprende la suite Machine Messiah, un brano che ripropone loro elementi tradizionali,[58] vende comunque bene, raggiungendo la seconda posizione in patria e la diciottesima nelle classifiche statunitensi.[2] L'album ha una ristretta cerchia di estimatori, chiamati panthers:[59][60] questo soprannome fa riferimento alle pantere nere che appaiono sulla copertina realizzata da Dean che insieme ad Offord,[59] tornato per l'occasione alla produzione, rappresenta l'unico segno di continuità con gli album precedenti.
Al termine del tour di Drama, nell'aprile del 1981, gli Yes si sciolgono ufficialmente.[2] Downes e Howe fondano il gruppo Asia, Horn si concentra sulla sua attività di produttore mentre Squire e White, iniziando a collaborare con Jimmy Page, ex Led Zeppelin, formano un supergruppo chiamato XYZ, ma che si scioglie nel giro di pochi mesi dopo aver inciso solo poche tracce demo,[61] riprese in seguito in alcuni lavori degli Yes.
Gli Yes suonano dal vivo nel 1977 all'Ekeberghallen di Oslo, NorvegiaNel 1983, due anni dopo lo scioglimento degli Yes, Squire e White incontrano il chitarrista sudafricano Trevor Rabin e fondano un nuovo gruppo inizialmente denominato "Cinema", chiamando con loro anche il primo tastierista degli Yes, Tony Kaye.[61] Insieme cominciano a lavorare ad una serie di brani composti principalmente da Rabin. Ne nasce una soluzione senza precedenti, che unisce elementi riconducibili all'AOR[6] alla rivisitazione di alcuni ingredienti degli Yes classici, come le armonie dei cori. I brani dovevano essere cantati da Rabin e Squire, ma non andò così: Squire, infatti, incontra Jon Anderson a Los Angeles e gli fa ascoltare alcune registrazioni del materiale prodotto con Rabin. Anderson, trovando il materiale molto interessante, decide di partecipare al progetto.[62] Con quattro membri degli Yes nella formazione, il gruppo nascente perde il nomignolo "Cinema" e l'album 90125 viene pubblicato nel 1983 con il marchio "Yes".[63] Produttore dell'album è Trevor Horn, già cantante degli Yes in Drama.[64]
90125[65] ha un successo commerciale travolgente ed inaspettato: Owner of a Lonely Heart, il brano di apertura, diventa il secondo singolo di successo degli Yes, e l'unico a raggiungere la prima posizione in classifica.[66] L'album vende complessivamente otto milioni di copie[67] e vince persino il premio Grammy nel 1985 per il miglior pezzo rock strumentale con il brano Cinema.[68] A questo enorme successo segue il più trionfale tour della storia del gruppo, che si conclude con la partecipazione al Rock in Rio, presso Rio de Janeiro, di fronte ad un pubblico di centinaia di migliaia di fan e in diretta televisiva.[69] Dal tour vengono tratti un album live, 9012Live: The Solos, ed un video, 9012Live, girato dal regista Steven Soderbergh, per il quale ottiene una nomination ai Grammy.[70]
Nel 1987 il gruppo, con la medesima formazione, tenta di ripetere il successo di 90125; dopo aver registrato alcune tracce si trasferisce a Los Angeles[71] dove, in mezzo a molti contrasti,[72] vede la luce il nuovo album, Big Generator, che vende ben due milioni di copie,[73] ma non come il precedente album. L'album dà anche il nome alla categoria di fan, i generators, che considerano questo periodo della storia degli Yes, dominato da Rabin, in qualche modo l'apice del gruppo,[39][60] in contrapposizione ai troopers, i fan dello Yessound e della formazione dell'era classica.[39][60]
La realizzazione di Big Generator è minata da tensioni interne al gruppo: divergenze artistiche fra il gruppo ed il produttore, Trevor Horn,[74] lo inducono a farsi da parte[75] prima della conclusione dell'album. Altri dissapori nascono inoltre fra Rabin, divenuto in quegli anni il componente di maggior spicco della band,[76] intenzionato a riproporre il discorso musicale iniziato con 90125, e Jon Anderson, più attratto dall'idea di tornare alle sonorità progressive degli Yes classici,[77] che si sente "confinato" nel ruolo di cantante.[78]
Dopo la conclusione, nell'aprile 1988, del Big Generator Tour, Anderson abbandona nuovamente il gruppo, formando una sorta di "Yes alternativi" con Wakeman, Howe, Bruford e Tony Levin,[28] quest'ultimo già bassista di Peter Gabriel e dei King Crimson. La nuova formazione prende il nome di Anderson Bruford Wakeman Howe, abbreviato in ABWH, e pubblica il proprio primo e unico album omonimo nel 1989. L'album ha un discreto successo ed il brano Brother of Mine diventa un video piuttosto noto e trasmesso frequentemente su MTV.[79] Gli ABWH intraprendono, nello stesso anno, un tour mondiale, con il titolo An Evening of Yes Music Plus,[80] da cui è tratto l'omonimo album dal vivo, nel quale compare anche Jeff Berlin al basso, come sostituto di Levin in alcuni brani. Tra l'altro la Atlantic Records intenta anche un'azione legale contro l'uso della parola "Yes" nel nome dello spettacolo di Anderson e soci, forte del fatto che il "proprietario" legale del nome è Chris Squire.[81]
Riunioni
Trevor Rabin in concerto durante il Talk Tour, settembre '94, CileAll'inizio degli anni novanta gli ABWH e gli Yes stanno lavorando sui rispettivi prossimi album. In casa Yeswest, come sono chiamati gli Yes in quel periodo, in riferimento al fatto che la formazione era stata costituita e aveva lavorato principalmente negli Stati Uniti,[39] Squire inizia a lavorare con il chitarrista Billy Sherwood dei World Trade, essendo Rabin impegnato in un tour solista. Contemporaneamente, la Arista Records, nuova etichetta degli ABWH, inizia a rendersi conto delle opportunità commerciali che potrebbero scaturire da una "riunione" di Yeswest e ABWH (o Yeseast, gli Yes europei[82]) sotto il nome comune di "Yes". Alla fine l'unione diviene una realtà: il materiale prodotto da ciascuno dei due gruppi viene messo insieme, in particolare la voce di Anderson viene impiegata nei brani dell'altra formazione, e il risultato è l'album Union del 1991, ma la musica non è paragonabile a quella del miglior periodo della band e le vendite ne risentono.[83] Due terzi del materiale era degli ABWH; gli Yeswest contribuiscono solo con quattro brani, di cui uno scritto da Squire e Sherwood. La produzione del disco, curata da Jonathan Elias, è oggetto di numerose controversie e di attacchi diretti, in particolar modo da parte di Steve Howe, anche a causa del fatto che il chitarrista deve suonare in veste di sessionman sui nastri originali degli ABWH. All'album segue l'imponente Union tour,[84] che ottiene un grosso successo[85] e si svolge in Europa, Stati Uniti e Giappone.[86] In una sorta di revival degli splendori del gruppo, viene riproposto il vecchio palco in the round, con Jon Anderson al centro e due gruppi che vi suonano allo stesso tempo.[80][85]
Al termine del tour Bruford, che non era convinto del progetto avviato con la fusione Yes/ABWH,[85] abbandona il gruppo. Nel 1993, quando gli Yes iniziano a lavorare al loro album successivo e si ricompone la formazione di 90125, ovvero gli Yeswest insieme ad Anderson, Howe e Wakeman decidono di farsi da parte.[87]
Concerto dal vivo a Montreal, Canada, del 19 giugno 1998, durante l'Open Your Eyes TourNel 1994 viene pubblicato Talk, uno degli album commercialmente meno fortunati nella storia del gruppo.[88] Eppure il materiale, prodotto interamente da Anderson e Rabin,[89] è buono, ed è valorizzato da tracce come The Calling, un brano rock genuino e dalla sonorità potente[89] e Endless Dream, una suite composta su richiesta di Phil Carson, il capo della Victory, finalizzata a rinnovare i suoni tradizionali dello Yessound e che contribuisce ad avvicinare l'album al suono ed allo spirito degli Yes "classici".[90] Nell'album si sperimentano tecniche innovative, registrandolo interamente su hard disk e rielaborandone le tracce al computer, una tecnica che sarebbe divenuta di routine di lì a qualche anno.[91][90] L'insuccesso commerciale dell'album[92] porta al tracollo finanziario la casa produttrice, la Victory Records.[90] All'album segue il Talk tour, al quale prende parte anche Billy Sherwood, ingaggiato come possibile rimpiazzo di Squire, in forse a causa di problemi cardiaci, che non gli impediranno comunque di partecipare;[90] al termine del tour Kaye, Sherwood e Rabin abbandonano la band.
Dopo questa separazione, che può preludere allo scioglimento del gruppo, dato il ruolo di guida del gruppo svolto per tanti anni da Rabin,[93] gli Yes si riorganizzano e nel 1996 Anderson riunisce la formazione classica, con Howe, Wakeman, Squire e White.[94] Il gruppo suona dal vivo in tre concerti al Fremont Theater di San Luis Obispo, in California.[95] Dall'evento sono ricavati due CD live, pubblicati con l'aggiunta di materiale originale nei due album gemelli Keys to Ascension, del 1996, e Keys to Ascension 2, del 1997.[96] Keys to Ascension, pubblicato da una piccola casa discografica, non viene pubblicizzato adeguatamente, sicché le vendite ne risentono;[97] inoltre, prima del completamento di Keys to Ascension 2 Wakeman, poco propenso ad affrontare un nuovo tour, abbandona nuovamente gli Yes,[97] rinunciando ai possibili proventi che ne sarebbero derivati.[98]
Il nuovo millennioDopo aver inutilmente cercato di convincere Wakeman a ripensarci, il gruppo si riorganizza:[98] Rick viene sostituito, nella duplice veste di tastierista e chitarrista, da Billy Sherwood che, insieme a Squire, diventa l'elemento chiave del gruppo.[2] Il materiale prodotto durante la loro esperienza nei Conspiracy diviene il nucleo del successivo album, Open Your Eyes[2][28] che, nello stile di 90125, abbandona nuovamente il sound classico degli Yes a favore di soluzioni rock più semplici e orecchiabili, rappresentando un ponte tra lo Yessound e l'era pop di Rabin.[99] Poiché Keys to Ascension 2, pubblicato dalla Essential Records, è uscito da poche settimane e il tour in programma nell'ottobre '97 sta per partire, la Eagle Records anticipa la pubblicazione di Open your Eyes,[98] assemblandone frettolosamente il materiale,[100] e il risultato è uno degli album meno amati dai fan.[99] Nelle stesse settimane esce perfino un terzo album degli Yes, un doppio contenente brani registrati dal vivo per la BBC all'inizio della loro carriera, nel 1969 e 1970 (il disco, curato da Peter Banks, esce in Europa col titolo Something's Coming ed in America come Beyond and Before).
Rick Wakeman nel 2003Durante l'imponente Open Your Eyes Tour, che comprende 164 date in Nord e Sud America, in Europa ed in Giappone[101] e che riscuote molto successo[102] inizia a suonare nel gruppo il giovane e talentuoso[103] tastierista russo Igor Khoroshev, che diviene poi membro ufficiale del gruppo per l'album successivo, The Ladder, pubblicato nel 1999. L'album viene affidato all'esperto produttore Bruce Fairbairn, sotto la cui guida la band ritrova coesione e le idee musicali vengono sviluppate con un efficace lavoro di squadra,[104] ma che non riesce a vedere la conclusione del suo lavoro, poiché muore di cause naturali durante le ultime fasi della realizzazione.
L'album, le cui tracce sviluppano un'ampia gamma di stili[105] e del quale i membri della band risultano particolarmente soddisfatti,[106] è accompagnato da un'operazione commerciale piuttosto insolita per gli Yes, uno dei brani portanti di The Ladder viene utilizzato come colonna sonora di un videogioco, l'omonimo Homeworld.[107]
Nel tour che segue The Ladder, documentato dal doppio live House of Yes: Live from House of Blues, registrato alla House of Blues di Los Angeles, assieme ai nuovi brani vengono riproposti molti "classici" dei primi anni.[108] Successivamente gli Yes iniziano il 2000 Masterworks Tour, con brani tratti da tutto il loro repertorio;[109] Sherwood, consapevole che tale indirizzo musicale limitava il suo ruolo nella band,[110] decide di lasciare gli Yes per intraprendere la carriera solista. In questo periodo Khoroshev viene accusato di molestie sessuali nel backstage ai danni di due ragazze che lavoravano nella sicurezza ed è arrestato dalla polizia.[111] Un portavoce del gruppo si astiene dal formulare commenti sull'accaduto[112] ma, nonostante le accuse vengano derubricate a reati minori,[113] il tastierista se ne va, essendo venuti meno i rapporti col resto del gruppo.[110]
Alan WhitePrivati di un elemento, gli Yes si dedicano al nuovo album Magnification. In questo lavoro la band, dovendo supplire all'assenza di un tastierista, decide di ingaggiare un'orchestra sinfonica,[110] un’esperienza già provata in occasione della registrazione di Time and a Word; la conduzione dell'orchestra viene affidata a Larry Groupé, un ottimo arrangiatore[114] e vincitore di un premio Emmy,[115] e il risultato è uno dei migliori album degli Yes.[115] Il tour corrispondente, Yes symphonic, iniziato prima dell'uscita dell'album,[114] tocca Nordamerica ed Europa,[116] e include il primo concerto degli Yes a Mosca.[117] Durante il tour viene ingaggiato un tastierista di sessione, Tom Brislin, che si integra molto bene con l'orchestra, riuscendo a riprodurre fedelmente lo stile di Moraz.[118] A testimonianza del notevole livello delle esibizioni viene pubblicato il video Symphonic Live, registrazione di un concerto tenutosi ad Amsterdam il 22 novembre 2001.[119]
Nell'aprile 2002 Wakeman torna nuovamente nel gruppo, poco prima della pubblicazione di In a Word: Yes (1969-), un cofanetto di 5 CD che ripercorre la loro carriera artistica, e dell'inizio del Full Circle, un tour mondiale che passa, dopo trent'anni di assenza, anche per l'Australia.[120] Per tutto il 2002 ed il 2003 gli Yes girano il mondo, finché il Full Circle Tour viene terminato anticipatamente a causa di un incidente occorso ad Anderson, fratturatosi la schiena in una caduta.[121]
Tra il 2005 al 2008 la band resta inattiva, e i nuovi DVD che vengono pubblicati, come Songs from Tsongas o Live at Montreux 2003, contengono materiale degli anni precedenti. I membri degli Yes si dedicano principalmente a progetti solisti o alternativi: Alan White forma, con Geoff Downes, un proprio gruppo, gli White e pubblica l'album omonimo mentre l'anno successivo partecipa, insieme a Billy Sherwood e Tony Kaye, al progetto del supergruppo Circa:. Chris Squire ridà vita ad un suo vecchio progetto, The Syn, che però abbandona nel 2006. Jon Anderson gira l'Europa con il suo Tour of the Universe nel 2005, e nel 2006 è in tour con Rick Wakeman. Steve Howe infine partecipa, nel 2006 e nel 2007, ad un tour mondiale della ricostituita formazione originale degli Asia, che pubblica un nuovo album nell'aprile 2008.[122]
All'inizio del 2008 viene annunciato un grande tour mondiale celebrativo per i quarant'anni della band, dal titolo Close to the Edge and Back Tour, con Anderson, Howe, Squire, White e Oliver Wakeman, figlio di Rick. In un primo tempo il tour viene annullato a causa di problemi di salute di Jon Anderson,[123] successivamente è riconfermato col titolo In the Present Tour, annunciando la sostituzione di Anderson con Benoît David, cantante canadese di una delle più note tribute band degli Yes.[121][124]
Lo stileLo stile del gruppo è caratterizzato da una serie di elementi riconducibili in gran parte al rock progressivo, del quale gli Yes sono uno degli esponenti più importanti.[5][6] Gli aspetti tipici della loro musica, permeata di una forte influenza da parte della musica classica, intellettuale, spirituale,[1] e ricca di contrasti dinamici,[125] sono riportati di seguito:
Un concerto del In The Present TourForte attenzione agli arrangiamenti, con la creazione di complessi intrecci strumentali e abbondanza di assoli,[5] cui contribuiscono musicisti tutti tecnicamente dotati.[126]
Ricerca dell'eccellenza e cura di ogni minimo dettaglio,[126] assoluta originalità musicale[127] conseguita attraverso la sperimentazione continua.[128]
Predilezione per i brani lunghi, di durata superiore ai canonici tre/quattro minuti di gran parte della musica popolare. Tra questi vanno evidenziate le suite, ovvero brani composti da una successione di temi musicali più o meno distinti, dal sapore solitamente epico.[125]
Melodie e armonie lontane dalla consueta progressione blues, spesso classicheggianti e ambiziose, alle volte anche di estremo lirismo e senso epico.[6]
Utilizzo di tempi dispari e inconsueti, frequenti cambi di tempo e variazioni di intensità e velocità nel corso di uno stesso brano.[129]
Presenza di testi poetici, astratti,[125] immaginifici ed evocativi:[130] in cui la sonorità della parola e le libere associazioni prevalgono sul significato esplicito, con riferimenti a figure o opere letterarie o teatrali, o allusioni a fatti storici, o con testi di difficile comprensione e a volte impenetrabili.[130] La prosa è molto curata, ricca di figure retoriche e riferimenti alla fantascienza.[131][132] Vi è inoltre l'assenza di testi impegnati, caratteristica comune alla maggioranza dei musicisti progressive, che non parlano del contesto sociale e politico in cui vivono ma che hanno come obiettivo una ricerca estetica, e pertanto escludono dalla loro musica qualsiasi legame con la quotidianità, esplorando perlopiù mondi fantastici.
FormazioneVoce - Jon Anderson, Benoît David, Trevor Horn.
Chitarra - Peter Banks, Steve Howe, Trevor Rabin, Billy Sherwood.
Basso elettrico - Chris Squire.
Tastiere - Geoffrey Downes, Tony Kaye, Igor Khoroshev, Patrick Moraz, Oliver Wakeman, Rick Wakeman.[133]
Batteria, percussioni - Bill Bruford, Alan White.
Discografia Per approfondire, vedi la voce Discografia degli Yes.
Album in studio1969 - Yes
1970 - Time and a Word
1971 - The Yes Album
1971 - Fragile
1972 - Close to the Edge
1973 - Tales from Topographic Oceans
1974 - Relayer
1977 - Going for the One
1978 - Tormato
1980 - Drama
1983 - 90125
1987 - Big Generator
1991 - Union
1994 - Talk
1996 - Keys to Ascension[134]
1997 - Keys to Ascension 2[134]
1997 - Open Your Eyes
1999 - The Ladder
2001 - Magnification
2011 - Fly from here
Album dal vivo1973 - Yessongs
1980 - Yesshows
1985 - 9012Live: The Solos
1996 - Keys to Ascension[135]
1997 - Keys to Ascension 2[135]
1997 - Something's Coming: The BBC Recordings 1969-1970
2000 - House of Yes: Live from House of Blues
2005 - The Word Is Live
2006 - Greatest Hits Live
TourAnno Nome del Tour Data inizio Data fine Pubblicazione discografica
relativa Spettacoli
in programma
1968-1970 Early Shows 3 agosto 1968 18 aprile 1970 The Word Is Live 295
1970-1971 The Yes Album Tour 17 luglio 1970 31 luglio 1971 The Word is Live 164
1971-1972 Fragile Tour 24 settembre 1971 27 marzo 1972 Yessongs 111
1972-1973 Close To The Edge Tour 30 luglio 1972 22 aprile 1973 Yessongs 95
1973-1974 Tales From Topographic Oceans Tour 01 novembre 1973 23 aprile 1974 Nessuno 78
1974-1975 Relayer Tour 08 novembre 1974 23 agosto 1975 The Word is Live
Yes: Live - 1975 at Q.P.R. 89
1976 1976 (Solo Album) Tour 28 maggio 1976 22 agosto 1976 Yesshows, Yesyears
The Word is Live 53
1977 Going For The One Tour 30 luglio 1977 06 dicembre 1977 Yesshows 89
1978-1979 Tormato Tour 28 agosto 1978 30 giugno 1979 Yesshows, The Word is Live
Live in Philadelphia (DVD) 102
1980 Drama Tour 29 agosto 1980 18 dicembre 1980 The Word is Live 65
1984-1985 90125 Tour 28 febbraio 1984 09 febbraio 1985 9012Live: The Solos
9012Live (DVD) 139
1987-1988 Big Generator Tour 14 novembre 1987 13 aprile 1988 Yesyears, The Word is Live 67
1989-1990 Anderson Bruford Wakeman Howe Tour 29 luglio 1989 23 marzo 1990 An Evening of Yes Music Plus 74
1991-1992 Union Tour (o Round the World in 80 Dates) 09 aprile 1991 05 marzo 1992 Union Tour Live (DVD)[136] 84
1994 Talk Tour 18 giugno 1994 11 ottobre 1994 Nessuno 76
1996 San Luis Obispo Shows 04 marzo 1996 06 marzo 1996 Keys to Ascension
Keys to Ascension 2 3
1997 Know Tour (Tour annullato).[137] 12 giugno 1997 27 luglio 1997 Nessuno 11
1997-1998 Open Your Eyes Tour 17 ottobre 1997 14 ottobre 1998 Nessuno 147
1999-2000 The Ladder Tour 06 settembre 1999 25 marzo 2000 House of Yes: Live from the House of Blues 83
2000 Masterworks Tour 20 giugno 2000 04 agosto 2000 The Masterworks
Magnification (xtd Version) 30
2001 Magnification Tour (o Yes Symphonic Tour) 22 luglio 2001 13 dicembre 2001 Symphonic Live 69
2002 Full Circle Tour 17 luglio 2002 04 ottobre 2003 Nessuno 97
2004 35th Anniversary Tour 15 aprile 2004 22 settembre 2004 Songs from Tsongas (DVD) 64
2008 Close To The Edge and Back Tour (Tour annullato)[123] 12 luglio 2008 22 agosto 2008 Nessuno 26
2009-2010 In The Present Tour 04 novembre 2008 28 febbraio 2010 Nessuno 120
Grazie ad album come The Yes Album, Fragile, Close to the Edge e Relayer, gli Yes contribuiscono allo sviluppo della scena progressive inglese degli anni settanta, e negli anni ottanta riscuotono un notevole successo discografico e popolarità a livello mondiale con 90125. Proponendo un sofisticato rock sinfonico e romantico che fa largo uso di strumenti elettronici innovativi,[1] come il sintetizzatore, il moog ed il mellotron la band definisce, insieme ad altre formazioni, tra le quali King Crimson e Genesis, i canoni stessi del prog.[5]
Indice [nascondi]
1 Storia
1.1 Le origini
1.2 L'era classica
1.3 La seconda metà degli anni settanta
1.4 Trasformazioni
1.5 Riunioni
1.6 Il nuovo millennio
2 Lo stile
3 Formazione
4 Discografia
4.1 Album in studio
4.2 Album dal vivo
5 Tour
6 Note
7 Bibliografia
8 Voci correlate
9 Altri progetti
10 Collegamenti esterni
StoriaIl percorso degli Yes è caratterizzato da numerosi cambi di formazione che negli anni hanno influenzato lo stile del gruppo, giustificando la produzione di album molto diversi fra loro, ma tutti caratterizzati da soluzioni musicali ricercate ed elaborate, con continui riferimenti alla musica classica.
Le originiGli Yes nascono a Londra nel 1968, l'estate in cui Jon Anderson conosce fortuitamente Chris Squire. Anderson aveva cantato per alcuni anni in un gruppo chiamato The Warriors, con il quale aveva inciso due singoli ed aveva poi intrapreso una carriera solista con lo pseudonimo "Hans Christian Anderson",[7] registrando altri due singoli. Squire, che suona in un complesso di nome Mabel Greer's Toyshop, chiede ad Anderson di farne parte come cantante. Nel gruppo, comprendente anche il chitarrista Peter Banks, confluiscono nello stesso anno il tastierista Tony Kaye ed il batterista Bill Bruford, ma poiché il nome del complesso è troppo lungo i cinque decidono di cambiarlo, rinominando la band in Yes.[8]
Il primo concerto degli Yes si tiene in un campeggio giovanile presso il villaggio East Mersea, sull'isola di Mersea, Essex, il 4 agosto 1968.[9] Il gruppo diviene rapidamente noto per il modo in cui esegue cover di brani di altri artisti, espandendole e trasformandole in complesse composizioni,[9] ispirati dai Fifth Dimension e dai Vanilla Fudge.[10] Si esibiscono come spalla di gruppi affermati in locali prestigiosi come il Marquee Club, con The Who, e persino alla Royal Albert Hall, durante il Farewell Concert,[11] il concerto d'addio dei Cream.[12] Nel 1969 Ahmet Ertegun, proprietario della Atlantic Records, assiste ad una loro performance presso lo Speakeasy Club di Londra, e decide di scritturarli per la casa discografica e fargli subito incidere un album.[13] Il risultato è l'album eponimo pubblicato nel 1969, che viene accolto bene dal pubblico e dalla critica,[14] anche se non si rivela un successo commerciale.[14] Il suono brillante, originale e tecnicamente complesso degli Yes va già delineandosi,[15] ma la band pecca ancora d'esperienza in sala di registrazione,[13] sono già musicisti solisti di talento, ma non ancora un gruppo. L'album contiene anche due cover, Every Little Thing dei Beatles e I See You dei Byrds.
L'era classica
Jon Anderson in un concerto del 1977All'inizio degli anni settanta gli Yes continuano ad esibirsi in concerto nel Regno Unito[16] e, occasionalmente, in altre nazioni europee.[17] Il loro secondo album, Time and a Word, è realizzato col supporto di una orchestra sinfonica di 30 elementi. L'album include due cover: No Opportunity Necessary, No Experience Needed di Richie Havens, arricchita con il tema western del film Il grande paese, e Everydays di Stephen Stills. Come per l'album precedente, anche lo stile di Time and a Word risente molto dell'influenza di gruppi contemporanei, come i Beatles in Sweet Dreams[18] o nella stessa traccia del titolo.[19]
Forti contrasti nella band, derivanti dall'impiego dell'orchestra,[16] dal progressivo ridimensionamento del ruolo della chitarra[20] e dal ridotto feeling di Peter Banks con lo stile musicale del gruppo[21] portano, poco prima dell'uscita dell'album, all'abbandono del chitarrista.[22] La sua uscita provoca la cancellazione delle date in calendario e il ritiro del gruppo in una fattoria sulla costa devoniana alla ricerca della propria direzione musicale, in attesa di trovare un sostituto all'altezza.[16] Il suo posto viene preso da Steve Howe, un giovane e talentuoso "chitarrista prodigio",[23] che ha al suo attivo numerose incisioni in gruppi come Tomorrow e Bodast. Howe appare sulla copertina dell'edizione americana di Time and a Word, sebbene non abbia partecipato alle incisioni dell'album.[24] Nello stesso periodo la band conosce Eddie Offord, un produttore discografico molto noto, passato poi alla storia del rock proprio per il suo lavoro con la band e gli Emerson Lake & Palmer. Insieme a Howe e Offord viene realizzato, nel gennaio 1971, The Yes Album, un disco di notevole importanza, contenente quattro tra i brani migliori mai realizzati dalla band.[25] L'album, balzando al sesto posto delle classifiche inglesi e al 40º di quelle americane,[26] afferma la band sulla scena internazionale, tanto che nell'aprile '71 gli Yes intraprendono un tour negli Stati Uniti, come gruppo spalla dei Jethro Tull, dei Ten Years After e dei Black Sabbath.[27][28]
Nell'agosto del 1971 anche Tony Kaye, il cui percorso musicale resta fedele all'organo Hammond, mentre Jon e Chris si rivolgono all'emergente strumentazione elettronica,[29] abbandona il gruppo per formare un proprio complesso, i Badger, e viene sostituito da un altro virtuoso, il tastierista degli Strawbs Rick Wakeman, che aveva in precedenza suonato come turnista per artisti di rilievo come David Bowie, Elton John, Lou Reed ed altri.[30] Wakeman, musicista estremamente eclettico, in grado di suonare sia le tastiere acustiche che elettroniche,[31] si dimostra ben presto una perfetta controparte per Howe, introducendo anche due nuovi elementi chiave nella strumentazione del gruppo, il mellotron ed il minimoog. La prima incisione di questa formazione, considerata la formazione "classica" degli Yes,[2] fu un'interpretazione di dieci minuti del classico America di Paul Simon.
Chris Squire nel 1977Nel 1972 gli Yes incidono due album considerati pietre miliari del rock progressivo: Fragile, che include anche uno dei due singoli di successo del gruppo, Roundabout, e Close to the Edge, rispettivamente nel gennaio e nel settembre dello stesso anno. Entrambi riscuotono un notevole successo nelle classifiche sia europee che americane e sono seguiti dai rispettivi tour.[32][33] Poco dopo l'uscita di Close to the Edge, Bruford abbandona gli Yes per passare ai King Crimson. Viene sostituito da Alan White, già batterista della Plastic Ono Band di John Lennon, che fa la sua apparizione sul vinile nel 1973, nel monumentale triplo live Yessongs.
Fragile, considerato da molti l'epitome degli album di rock progressivo,[34] segna anche l'inizio della lunga collaborazione fra gli Yes e l'artista Roger Dean,[35] al quale si devono la maggior parte delle copertine degli album del gruppo,[35] il disegno del loro celebre logo, l'organizzazione del merchandising[36] e l'impianto scenografico utilizzato nei concerti.[37] In Close to the Edge, l'album della suite omonima, di And You and I e di Siberian Khatru, considerato dai più il loro capolavoro,[6] gli Yes raggiungono il vertice del loro cammino artistico.[38] Molti fan considerano l'intero trittico, composto da The Yes Album, da Fragile e da Close to the Edge, l'apice della creatività degli Yes, in cui si definiscono i canoni dello Yessound, nel quale dominano gli arrangiamenti e i virtuosismi individuali;[5] tali supporters sono spesso detti troopers,[39] con riferimento a uno dei brani più famosi di quest'epoca degli Yes, Starship trooper.[40]
Nel 1973 gli Yes ottengono importanti riconoscimenti dalla critica musicale: vengono inseriti nelle classifiche annuali del prestigioso settimanale Melody Maker e votati miglior gruppo britannico ed internazionale. Analoghi i successi a livello individuale: Wakeman è il miglior tastierista, Squire occupa la piazza d'onore tra i bassisti, Anderson ed Howe sono terzi nelle rispettive classifiche.[41]
Nello stesso anno intraprendono, per la prima volta, tour in Australia e in Giappone. Durante le date nipponiche del Close to the Edge tour, nel marzo '73, Anderson ha occasione di leggere il libro Autobiografia di uno Yogi di Paramahansa Yogananda, ispirato dal quale inizia a comporre, insieme a Howe, i "quattro movimenti"[42] che diventano poi l'opera certamente più imponente del periodo classico del gruppo: Tales from Topographic Oceans. Pubblicato nel dicembre 1973, si tratta di un album doppio, suddiviso in quattro lunghe suite, una per ogni lato del vinile. L'album riscontra un grosso successo commerciale: disco d'oro con le sole prenotazioni[43] raggiunge il vertice delle classifiche inglesi e il 6º posto in quelle americane,[2] ma la sua uscita divide nettamente gli appassionati del gruppo e la critica, registrando pareri discordi tra chi considera l'opera un lavoro di alto livello e chi la ritiene eccessiva e magniloquente, simbolo dell'aspetto autocelebrativo del rock progressivo.[2] L'album suscita lo stesso effetto anche sul gruppo: durante i concerti affiorano spesso delle tensioni[44] che sfociano nell'abbandono di Rick Wakeman, anticipato dai titoli delle riviste di settore,[45] che l'anno successivo se ne va sostenendo di non condividere più la visione musicale del gruppo.[46]
La seconda metà degli anni settantaNel 1974, con il nuovo tastierista, lo svizzero Patrick Moraz proveniente dai Refugee, gli Yes incidono un altro album di grande successo, Relayer, che si ispira a Guerra e pace di Tolstoj[47] e che raggiunge il quarto posto nelle classifiche inglesi ed il quinto in quelle americane.[2] La formula del disco ripropone quella di Close to the Edge, con una suite, The Gates of Delirium, e due brani più brevi. Al termine del Relayer Tour il gruppo prende una pausa e ognuno dei membri si dedica alla realizzazione di un proprio album solista. Sono di quest'epoca Olias of Sunhillow, integralmente composto ed eseguito da Jon Anderson, Beginnings di Howe, Fish Out of Water di Squire, Ramshackled di White e Story Of I di Moraz. Allo stesso tempo viene pubblicata la prima compilation, Yesterdays, contenente principalmente brani dei primi due album.
Steve HoweDopo un breve periodo, mentre nel 1976 lavorano all'album successivo nei Mountain Studios di Montreux, gli Yes si separano da Moraz ritenendolo inadatto alla loro musica,[48] e iniziano a cercare un nuovo tastierista. Dopo una lunga trattativa, Wakeman accetta di suonare come turnista, ma in seguito, impressionato dalla qualità del materiale prodotto, rientra formalmente nel gruppo.[49] Rispetto ai lavori precedenti, Going for the One, datato 1977, alterna brani non troppo lunghi (comunque estremamente originali nella struttura), alle consuete suite dalle atmosfere complesse, brani particolarmente strutturati, come Awaken e Turn of the century. Sia Going for the One che il successivo Tormato del 1978 vendettero bene,[2] nonostante fossero stati pubblicati nell'epoca punk e della disco music.
In quest'epoca i concerti degli Yes sono caratterizzati dall'uso delle tecniche più innovative: l'uso di luci laser, le coreografie immaginifiche di Dean e l'innovativo palco circolare In the Round, con Anderson al centro, fanno delle esibizioni eventi visivi memorabili.[50][51]
Al termine del Tormato tour, nell'estate '79, i membri della band si dedicano nuovamente ad attività da solista, producendo gli album Rhapsodies (Wakeman) e The Steve Howe Album (Howe). Poi, nell'ottobre del '79, insieme ad un nuovo produttore, Roy Thomas Baker, si riuniscono a Parigi per dedicarsi al loro nuovo album; tuttavia lo scarso feeling con Baker,[52] il disaccordo sulle scelte musicali[53] e i contrasti finanziari tra Anderson e il resto del gruppo[54] acuiscono i dissapori all'interno del gruppo. La sessione parigina si conclude infruttuosamente quando Alan White si frattura una caviglia, portando alla chiusura di quell'infelice esperienza.[53] Le versioni demo prodotte in quella session sono state pubblicate nella versione "remastered" di Tormato del 2004. In breve tempo prima Wakeman e poi Anderson, che da qualche anno aveva iniziato a collaborare saltuariamente con Vangelis, formando un duo che ha pubblicato diversi album col nome Jon & Vangelis, lasciano la band che, privata di elementi così importanti, sembra sul punto di sciogliersi.[54]
TrasformazioniIl gruppo ha difficoltà a trovare sostituti all'altezza: dietro suggerimento di Brian Lane, il produttore di entrambe le band, Squire contatta Geoffrey Downes e Trevor Horn,[55] rispettivamente tastierista e cantante dei Buggles, gruppo che aveva inciso nel 1979 il successo mondiale Video Killed the Radio Star e nel 1980 l'album The Age of Plastic. Con questa formazione gli Yes incidono Drama nell'estate del 1980, lo pubblicano in autunno e lo fanno seguire dal Drama Tour, che ottiene risultati contrastanti: lusinghieri in America (con tre date al Madison Square Garden da tutto esaurito),[56] più deludenti in patria, decretati sia dalla critica musicale[56] che dai fan di Anderson, delusi dal "nuovo corso" di Horn.[57] L'album, che comprende la suite Machine Messiah, un brano che ripropone loro elementi tradizionali,[58] vende comunque bene, raggiungendo la seconda posizione in patria e la diciottesima nelle classifiche statunitensi.[2] L'album ha una ristretta cerchia di estimatori, chiamati panthers:[59][60] questo soprannome fa riferimento alle pantere nere che appaiono sulla copertina realizzata da Dean che insieme ad Offord,[59] tornato per l'occasione alla produzione, rappresenta l'unico segno di continuità con gli album precedenti.
Al termine del tour di Drama, nell'aprile del 1981, gli Yes si sciolgono ufficialmente.[2] Downes e Howe fondano il gruppo Asia, Horn si concentra sulla sua attività di produttore mentre Squire e White, iniziando a collaborare con Jimmy Page, ex Led Zeppelin, formano un supergruppo chiamato XYZ, ma che si scioglie nel giro di pochi mesi dopo aver inciso solo poche tracce demo,[61] riprese in seguito in alcuni lavori degli Yes.
Gli Yes suonano dal vivo nel 1977 all'Ekeberghallen di Oslo, NorvegiaNel 1983, due anni dopo lo scioglimento degli Yes, Squire e White incontrano il chitarrista sudafricano Trevor Rabin e fondano un nuovo gruppo inizialmente denominato "Cinema", chiamando con loro anche il primo tastierista degli Yes, Tony Kaye.[61] Insieme cominciano a lavorare ad una serie di brani composti principalmente da Rabin. Ne nasce una soluzione senza precedenti, che unisce elementi riconducibili all'AOR[6] alla rivisitazione di alcuni ingredienti degli Yes classici, come le armonie dei cori. I brani dovevano essere cantati da Rabin e Squire, ma non andò così: Squire, infatti, incontra Jon Anderson a Los Angeles e gli fa ascoltare alcune registrazioni del materiale prodotto con Rabin. Anderson, trovando il materiale molto interessante, decide di partecipare al progetto.[62] Con quattro membri degli Yes nella formazione, il gruppo nascente perde il nomignolo "Cinema" e l'album 90125 viene pubblicato nel 1983 con il marchio "Yes".[63] Produttore dell'album è Trevor Horn, già cantante degli Yes in Drama.[64]
90125[65] ha un successo commerciale travolgente ed inaspettato: Owner of a Lonely Heart, il brano di apertura, diventa il secondo singolo di successo degli Yes, e l'unico a raggiungere la prima posizione in classifica.[66] L'album vende complessivamente otto milioni di copie[67] e vince persino il premio Grammy nel 1985 per il miglior pezzo rock strumentale con il brano Cinema.[68] A questo enorme successo segue il più trionfale tour della storia del gruppo, che si conclude con la partecipazione al Rock in Rio, presso Rio de Janeiro, di fronte ad un pubblico di centinaia di migliaia di fan e in diretta televisiva.[69] Dal tour vengono tratti un album live, 9012Live: The Solos, ed un video, 9012Live, girato dal regista Steven Soderbergh, per il quale ottiene una nomination ai Grammy.[70]
Nel 1987 il gruppo, con la medesima formazione, tenta di ripetere il successo di 90125; dopo aver registrato alcune tracce si trasferisce a Los Angeles[71] dove, in mezzo a molti contrasti,[72] vede la luce il nuovo album, Big Generator, che vende ben due milioni di copie,[73] ma non come il precedente album. L'album dà anche il nome alla categoria di fan, i generators, che considerano questo periodo della storia degli Yes, dominato da Rabin, in qualche modo l'apice del gruppo,[39][60] in contrapposizione ai troopers, i fan dello Yessound e della formazione dell'era classica.[39][60]
La realizzazione di Big Generator è minata da tensioni interne al gruppo: divergenze artistiche fra il gruppo ed il produttore, Trevor Horn,[74] lo inducono a farsi da parte[75] prima della conclusione dell'album. Altri dissapori nascono inoltre fra Rabin, divenuto in quegli anni il componente di maggior spicco della band,[76] intenzionato a riproporre il discorso musicale iniziato con 90125, e Jon Anderson, più attratto dall'idea di tornare alle sonorità progressive degli Yes classici,[77] che si sente "confinato" nel ruolo di cantante.[78]
Dopo la conclusione, nell'aprile 1988, del Big Generator Tour, Anderson abbandona nuovamente il gruppo, formando una sorta di "Yes alternativi" con Wakeman, Howe, Bruford e Tony Levin,[28] quest'ultimo già bassista di Peter Gabriel e dei King Crimson. La nuova formazione prende il nome di Anderson Bruford Wakeman Howe, abbreviato in ABWH, e pubblica il proprio primo e unico album omonimo nel 1989. L'album ha un discreto successo ed il brano Brother of Mine diventa un video piuttosto noto e trasmesso frequentemente su MTV.[79] Gli ABWH intraprendono, nello stesso anno, un tour mondiale, con il titolo An Evening of Yes Music Plus,[80] da cui è tratto l'omonimo album dal vivo, nel quale compare anche Jeff Berlin al basso, come sostituto di Levin in alcuni brani. Tra l'altro la Atlantic Records intenta anche un'azione legale contro l'uso della parola "Yes" nel nome dello spettacolo di Anderson e soci, forte del fatto che il "proprietario" legale del nome è Chris Squire.[81]
Riunioni
Trevor Rabin in concerto durante il Talk Tour, settembre '94, CileAll'inizio degli anni novanta gli ABWH e gli Yes stanno lavorando sui rispettivi prossimi album. In casa Yeswest, come sono chiamati gli Yes in quel periodo, in riferimento al fatto che la formazione era stata costituita e aveva lavorato principalmente negli Stati Uniti,[39] Squire inizia a lavorare con il chitarrista Billy Sherwood dei World Trade, essendo Rabin impegnato in un tour solista. Contemporaneamente, la Arista Records, nuova etichetta degli ABWH, inizia a rendersi conto delle opportunità commerciali che potrebbero scaturire da una "riunione" di Yeswest e ABWH (o Yeseast, gli Yes europei[82]) sotto il nome comune di "Yes". Alla fine l'unione diviene una realtà: il materiale prodotto da ciascuno dei due gruppi viene messo insieme, in particolare la voce di Anderson viene impiegata nei brani dell'altra formazione, e il risultato è l'album Union del 1991, ma la musica non è paragonabile a quella del miglior periodo della band e le vendite ne risentono.[83] Due terzi del materiale era degli ABWH; gli Yeswest contribuiscono solo con quattro brani, di cui uno scritto da Squire e Sherwood. La produzione del disco, curata da Jonathan Elias, è oggetto di numerose controversie e di attacchi diretti, in particolar modo da parte di Steve Howe, anche a causa del fatto che il chitarrista deve suonare in veste di sessionman sui nastri originali degli ABWH. All'album segue l'imponente Union tour,[84] che ottiene un grosso successo[85] e si svolge in Europa, Stati Uniti e Giappone.[86] In una sorta di revival degli splendori del gruppo, viene riproposto il vecchio palco in the round, con Jon Anderson al centro e due gruppi che vi suonano allo stesso tempo.[80][85]
Al termine del tour Bruford, che non era convinto del progetto avviato con la fusione Yes/ABWH,[85] abbandona il gruppo. Nel 1993, quando gli Yes iniziano a lavorare al loro album successivo e si ricompone la formazione di 90125, ovvero gli Yeswest insieme ad Anderson, Howe e Wakeman decidono di farsi da parte.[87]
Concerto dal vivo a Montreal, Canada, del 19 giugno 1998, durante l'Open Your Eyes TourNel 1994 viene pubblicato Talk, uno degli album commercialmente meno fortunati nella storia del gruppo.[88] Eppure il materiale, prodotto interamente da Anderson e Rabin,[89] è buono, ed è valorizzato da tracce come The Calling, un brano rock genuino e dalla sonorità potente[89] e Endless Dream, una suite composta su richiesta di Phil Carson, il capo della Victory, finalizzata a rinnovare i suoni tradizionali dello Yessound e che contribuisce ad avvicinare l'album al suono ed allo spirito degli Yes "classici".[90] Nell'album si sperimentano tecniche innovative, registrandolo interamente su hard disk e rielaborandone le tracce al computer, una tecnica che sarebbe divenuta di routine di lì a qualche anno.[91][90] L'insuccesso commerciale dell'album[92] porta al tracollo finanziario la casa produttrice, la Victory Records.[90] All'album segue il Talk tour, al quale prende parte anche Billy Sherwood, ingaggiato come possibile rimpiazzo di Squire, in forse a causa di problemi cardiaci, che non gli impediranno comunque di partecipare;[90] al termine del tour Kaye, Sherwood e Rabin abbandonano la band.
Dopo questa separazione, che può preludere allo scioglimento del gruppo, dato il ruolo di guida del gruppo svolto per tanti anni da Rabin,[93] gli Yes si riorganizzano e nel 1996 Anderson riunisce la formazione classica, con Howe, Wakeman, Squire e White.[94] Il gruppo suona dal vivo in tre concerti al Fremont Theater di San Luis Obispo, in California.[95] Dall'evento sono ricavati due CD live, pubblicati con l'aggiunta di materiale originale nei due album gemelli Keys to Ascension, del 1996, e Keys to Ascension 2, del 1997.[96] Keys to Ascension, pubblicato da una piccola casa discografica, non viene pubblicizzato adeguatamente, sicché le vendite ne risentono;[97] inoltre, prima del completamento di Keys to Ascension 2 Wakeman, poco propenso ad affrontare un nuovo tour, abbandona nuovamente gli Yes,[97] rinunciando ai possibili proventi che ne sarebbero derivati.[98]
Il nuovo millennioDopo aver inutilmente cercato di convincere Wakeman a ripensarci, il gruppo si riorganizza:[98] Rick viene sostituito, nella duplice veste di tastierista e chitarrista, da Billy Sherwood che, insieme a Squire, diventa l'elemento chiave del gruppo.[2] Il materiale prodotto durante la loro esperienza nei Conspiracy diviene il nucleo del successivo album, Open Your Eyes[2][28] che, nello stile di 90125, abbandona nuovamente il sound classico degli Yes a favore di soluzioni rock più semplici e orecchiabili, rappresentando un ponte tra lo Yessound e l'era pop di Rabin.[99] Poiché Keys to Ascension 2, pubblicato dalla Essential Records, è uscito da poche settimane e il tour in programma nell'ottobre '97 sta per partire, la Eagle Records anticipa la pubblicazione di Open your Eyes,[98] assemblandone frettolosamente il materiale,[100] e il risultato è uno degli album meno amati dai fan.[99] Nelle stesse settimane esce perfino un terzo album degli Yes, un doppio contenente brani registrati dal vivo per la BBC all'inizio della loro carriera, nel 1969 e 1970 (il disco, curato da Peter Banks, esce in Europa col titolo Something's Coming ed in America come Beyond and Before).
Rick Wakeman nel 2003Durante l'imponente Open Your Eyes Tour, che comprende 164 date in Nord e Sud America, in Europa ed in Giappone[101] e che riscuote molto successo[102] inizia a suonare nel gruppo il giovane e talentuoso[103] tastierista russo Igor Khoroshev, che diviene poi membro ufficiale del gruppo per l'album successivo, The Ladder, pubblicato nel 1999. L'album viene affidato all'esperto produttore Bruce Fairbairn, sotto la cui guida la band ritrova coesione e le idee musicali vengono sviluppate con un efficace lavoro di squadra,[104] ma che non riesce a vedere la conclusione del suo lavoro, poiché muore di cause naturali durante le ultime fasi della realizzazione.
L'album, le cui tracce sviluppano un'ampia gamma di stili[105] e del quale i membri della band risultano particolarmente soddisfatti,[106] è accompagnato da un'operazione commerciale piuttosto insolita per gli Yes, uno dei brani portanti di The Ladder viene utilizzato come colonna sonora di un videogioco, l'omonimo Homeworld.[107]
Nel tour che segue The Ladder, documentato dal doppio live House of Yes: Live from House of Blues, registrato alla House of Blues di Los Angeles, assieme ai nuovi brani vengono riproposti molti "classici" dei primi anni.[108] Successivamente gli Yes iniziano il 2000 Masterworks Tour, con brani tratti da tutto il loro repertorio;[109] Sherwood, consapevole che tale indirizzo musicale limitava il suo ruolo nella band,[110] decide di lasciare gli Yes per intraprendere la carriera solista. In questo periodo Khoroshev viene accusato di molestie sessuali nel backstage ai danni di due ragazze che lavoravano nella sicurezza ed è arrestato dalla polizia.[111] Un portavoce del gruppo si astiene dal formulare commenti sull'accaduto[112] ma, nonostante le accuse vengano derubricate a reati minori,[113] il tastierista se ne va, essendo venuti meno i rapporti col resto del gruppo.[110]
Alan WhitePrivati di un elemento, gli Yes si dedicano al nuovo album Magnification. In questo lavoro la band, dovendo supplire all'assenza di un tastierista, decide di ingaggiare un'orchestra sinfonica,[110] un’esperienza già provata in occasione della registrazione di Time and a Word; la conduzione dell'orchestra viene affidata a Larry Groupé, un ottimo arrangiatore[114] e vincitore di un premio Emmy,[115] e il risultato è uno dei migliori album degli Yes.[115] Il tour corrispondente, Yes symphonic, iniziato prima dell'uscita dell'album,[114] tocca Nordamerica ed Europa,[116] e include il primo concerto degli Yes a Mosca.[117] Durante il tour viene ingaggiato un tastierista di sessione, Tom Brislin, che si integra molto bene con l'orchestra, riuscendo a riprodurre fedelmente lo stile di Moraz.[118] A testimonianza del notevole livello delle esibizioni viene pubblicato il video Symphonic Live, registrazione di un concerto tenutosi ad Amsterdam il 22 novembre 2001.[119]
Nell'aprile 2002 Wakeman torna nuovamente nel gruppo, poco prima della pubblicazione di In a Word: Yes (1969-), un cofanetto di 5 CD che ripercorre la loro carriera artistica, e dell'inizio del Full Circle, un tour mondiale che passa, dopo trent'anni di assenza, anche per l'Australia.[120] Per tutto il 2002 ed il 2003 gli Yes girano il mondo, finché il Full Circle Tour viene terminato anticipatamente a causa di un incidente occorso ad Anderson, fratturatosi la schiena in una caduta.[121]
Tra il 2005 al 2008 la band resta inattiva, e i nuovi DVD che vengono pubblicati, come Songs from Tsongas o Live at Montreux 2003, contengono materiale degli anni precedenti. I membri degli Yes si dedicano principalmente a progetti solisti o alternativi: Alan White forma, con Geoff Downes, un proprio gruppo, gli White e pubblica l'album omonimo mentre l'anno successivo partecipa, insieme a Billy Sherwood e Tony Kaye, al progetto del supergruppo Circa:. Chris Squire ridà vita ad un suo vecchio progetto, The Syn, che però abbandona nel 2006. Jon Anderson gira l'Europa con il suo Tour of the Universe nel 2005, e nel 2006 è in tour con Rick Wakeman. Steve Howe infine partecipa, nel 2006 e nel 2007, ad un tour mondiale della ricostituita formazione originale degli Asia, che pubblica un nuovo album nell'aprile 2008.[122]
All'inizio del 2008 viene annunciato un grande tour mondiale celebrativo per i quarant'anni della band, dal titolo Close to the Edge and Back Tour, con Anderson, Howe, Squire, White e Oliver Wakeman, figlio di Rick. In un primo tempo il tour viene annullato a causa di problemi di salute di Jon Anderson,[123] successivamente è riconfermato col titolo In the Present Tour, annunciando la sostituzione di Anderson con Benoît David, cantante canadese di una delle più note tribute band degli Yes.[121][124]
Lo stileLo stile del gruppo è caratterizzato da una serie di elementi riconducibili in gran parte al rock progressivo, del quale gli Yes sono uno degli esponenti più importanti.[5][6] Gli aspetti tipici della loro musica, permeata di una forte influenza da parte della musica classica, intellettuale, spirituale,[1] e ricca di contrasti dinamici,[125] sono riportati di seguito:
Un concerto del In The Present TourForte attenzione agli arrangiamenti, con la creazione di complessi intrecci strumentali e abbondanza di assoli,[5] cui contribuiscono musicisti tutti tecnicamente dotati.[126]
Ricerca dell'eccellenza e cura di ogni minimo dettaglio,[126] assoluta originalità musicale[127] conseguita attraverso la sperimentazione continua.[128]
Predilezione per i brani lunghi, di durata superiore ai canonici tre/quattro minuti di gran parte della musica popolare. Tra questi vanno evidenziate le suite, ovvero brani composti da una successione di temi musicali più o meno distinti, dal sapore solitamente epico.[125]
Melodie e armonie lontane dalla consueta progressione blues, spesso classicheggianti e ambiziose, alle volte anche di estremo lirismo e senso epico.[6]
Utilizzo di tempi dispari e inconsueti, frequenti cambi di tempo e variazioni di intensità e velocità nel corso di uno stesso brano.[129]
Presenza di testi poetici, astratti,[125] immaginifici ed evocativi:[130] in cui la sonorità della parola e le libere associazioni prevalgono sul significato esplicito, con riferimenti a figure o opere letterarie o teatrali, o allusioni a fatti storici, o con testi di difficile comprensione e a volte impenetrabili.[130] La prosa è molto curata, ricca di figure retoriche e riferimenti alla fantascienza.[131][132] Vi è inoltre l'assenza di testi impegnati, caratteristica comune alla maggioranza dei musicisti progressive, che non parlano del contesto sociale e politico in cui vivono ma che hanno come obiettivo una ricerca estetica, e pertanto escludono dalla loro musica qualsiasi legame con la quotidianità, esplorando perlopiù mondi fantastici.
FormazioneVoce - Jon Anderson, Benoît David, Trevor Horn.
Chitarra - Peter Banks, Steve Howe, Trevor Rabin, Billy Sherwood.
Basso elettrico - Chris Squire.
Tastiere - Geoffrey Downes, Tony Kaye, Igor Khoroshev, Patrick Moraz, Oliver Wakeman, Rick Wakeman.[133]
Batteria, percussioni - Bill Bruford, Alan White.
Discografia Per approfondire, vedi la voce Discografia degli Yes.
Album in studio1969 - Yes
1970 - Time and a Word
1971 - The Yes Album
1971 - Fragile
1972 - Close to the Edge
1973 - Tales from Topographic Oceans
1974 - Relayer
1977 - Going for the One
1978 - Tormato
1980 - Drama
1983 - 90125
1987 - Big Generator
1991 - Union
1994 - Talk
1996 - Keys to Ascension[134]
1997 - Keys to Ascension 2[134]
1997 - Open Your Eyes
1999 - The Ladder
2001 - Magnification
2011 - Fly from here
Album dal vivo1973 - Yessongs
1980 - Yesshows
1985 - 9012Live: The Solos
1996 - Keys to Ascension[135]
1997 - Keys to Ascension 2[135]
1997 - Something's Coming: The BBC Recordings 1969-1970
2000 - House of Yes: Live from House of Blues
2005 - The Word Is Live
2006 - Greatest Hits Live
TourAnno Nome del Tour Data inizio Data fine Pubblicazione discografica
relativa Spettacoli
in programma
1968-1970 Early Shows 3 agosto 1968 18 aprile 1970 The Word Is Live 295
1970-1971 The Yes Album Tour 17 luglio 1970 31 luglio 1971 The Word is Live 164
1971-1972 Fragile Tour 24 settembre 1971 27 marzo 1972 Yessongs 111
1972-1973 Close To The Edge Tour 30 luglio 1972 22 aprile 1973 Yessongs 95
1973-1974 Tales From Topographic Oceans Tour 01 novembre 1973 23 aprile 1974 Nessuno 78
1974-1975 Relayer Tour 08 novembre 1974 23 agosto 1975 The Word is Live
Yes: Live - 1975 at Q.P.R. 89
1976 1976 (Solo Album) Tour 28 maggio 1976 22 agosto 1976 Yesshows, Yesyears
The Word is Live 53
1977 Going For The One Tour 30 luglio 1977 06 dicembre 1977 Yesshows 89
1978-1979 Tormato Tour 28 agosto 1978 30 giugno 1979 Yesshows, The Word is Live
Live in Philadelphia (DVD) 102
1980 Drama Tour 29 agosto 1980 18 dicembre 1980 The Word is Live 65
1984-1985 90125 Tour 28 febbraio 1984 09 febbraio 1985 9012Live: The Solos
9012Live (DVD) 139
1987-1988 Big Generator Tour 14 novembre 1987 13 aprile 1988 Yesyears, The Word is Live 67
1989-1990 Anderson Bruford Wakeman Howe Tour 29 luglio 1989 23 marzo 1990 An Evening of Yes Music Plus 74
1991-1992 Union Tour (o Round the World in 80 Dates) 09 aprile 1991 05 marzo 1992 Union Tour Live (DVD)[136] 84
1994 Talk Tour 18 giugno 1994 11 ottobre 1994 Nessuno 76
1996 San Luis Obispo Shows 04 marzo 1996 06 marzo 1996 Keys to Ascension
Keys to Ascension 2 3
1997 Know Tour (Tour annullato).[137] 12 giugno 1997 27 luglio 1997 Nessuno 11
1997-1998 Open Your Eyes Tour 17 ottobre 1997 14 ottobre 1998 Nessuno 147
1999-2000 The Ladder Tour 06 settembre 1999 25 marzo 2000 House of Yes: Live from the House of Blues 83
2000 Masterworks Tour 20 giugno 2000 04 agosto 2000 The Masterworks
Magnification (xtd Version) 30
2001 Magnification Tour (o Yes Symphonic Tour) 22 luglio 2001 13 dicembre 2001 Symphonic Live 69
2002 Full Circle Tour 17 luglio 2002 04 ottobre 2003 Nessuno 97
2004 35th Anniversary Tour 15 aprile 2004 22 settembre 2004 Songs from Tsongas (DVD) 64
2008 Close To The Edge and Back Tour (Tour annullato)[123] 12 luglio 2008 22 agosto 2008 Nessuno 26
2009-2010 In The Present Tour 04 novembre 2008 28 febbraio 2010 Nessuno 120
venerdì 20 maggio 2011
La Cresima: Significato
LA CRESIMA
La Cresima o confermazione è il sacramento che sigilla e rafforza la nostra fede in Cristo Gesù. (vedi mappa sito)
Nella società odierna questo sacramento è stato da molti declassato a semplice formalità, utile per potersi sposare nella Chiesa cattolica. Molti vogliono cresimarsi, ma ne farebbero volentieri a meno, se non fosse obbligatorio per sposarsi in Chiesa.
La secolarizzazione ha prodotto tiepidezza in molti cristiani, che si definiscono cattolici solo perché da bambini sono stati battezzati.
Innanzitutto quindi bisogna riscoprire che significa essere cattolico?
Significa forse poter usufruire della Chiesa parrocchiale per invitare parenti ed amici nel giorno del battesimo, prima comunione, cresima e matrimonio?
Spesso chi si trova a passare davanti una chiesa in quei giorni, assiste a scene vergognose, che vedono gli “uomini” o alcuni appartenenti a questa categoria, restare fuori, davanti la Chiesa, nei pressi dell’entrata magari.
Costoro relegano alle donne la funzione religiosa, loro hanno altro di cui discutere, la Messa è “roba da donne”. Poi magari se gli chiedi se sono cattolici, ti rispondono con un secco e convinto SI’?
In questo ambiente pseudo-cristiano, la Cresima, così come gli altri sacramenti hanno un valore pagano, comodista, più che sacramentale. A costoro infatti importa più la sala banchetti che la cerimonia religiosa.
Quando a questo accostiamo la scarsa sensibilità del parroco, si assiste ad un progressivo intiepidimento dei fedeli, alcuni si allontanano dalla parrocchia, per ritornarvi solo a Natale e Pasqua, altri preferiscono abbandonare la Chiesa cattolica per approdare verso lidi protestanti.
Di chi è la colpa? Bé, devo dire che la tendenza di addossarla ai soli preti è forte e dilagante, ma in effetti le colpe sono da dividere, i preti che non sanno adeguatamente coinvolgere i fedeli hanno delle forti responsabilità, ma anche questi ultimi devono ammettere le proprie.
In fondo la fede, la Parola, non la si riceve forzatamente, non si va in Chiesa come in Ospedale, a farsi fare un’iniezione di fede e poi via per le vie del mondo.
Cristo richiede partecipazione sentita, amore per Lui e per la Chiesa, i cristiani di passaggio non lo amano veramente, amano più se stessi e i piaceri del mondo. Lo sposo non ama la sposa, di passaggio, ma vive assieme a lei, sopportando a volte anche il suo brutto carattere, per amore. In fondo nessuno di noi è perfetto, ma non sopportiamo il vedere un prete poco simpatico, nei preti vogliamo vedere solo perfezione, dimenticando che in fondo sono uomini anche loro, ognuno con i propri pregi e difetti. Ecco perché gli addossiamo facilmente la colpa della nostra tiepidezza.
Tuttavia per coinvolgere in maniera adeguata i fedeli più restii servono preti dal carattere coinvolgente, con un forte carisma trascinante, e non è facile averli a porta di mano.
Ad di là di ragioni e torti, di antipatie e simpatie, Dio ci chiama in prima persona, è a Lui che dobbiamo guardare. La Cresima è il sacramento che continua ad essere chiesto dalla quasi totalità dei genitori per i loro figli, ma, forse, è il meno “amato”, perché il meno capito. Ci sono ragazzi che, molto spesso, non vedono l'ora di fare la Cresima per chiudere con la catechesi e purtroppo, anche con la Messa..
Da un lato, insomma, Cè la Chiesa consapevole di celebrare un avvenimento - la Pentecoste - e di ricevere in dono lo Spirito Santo, dall’altro ci sono genitori che apprezzano la bella cerimonia, ma che, in molti casi, faticano a cogliere il significato di quel momento e di quei segni perla vita dei loro figli. Viene da chiedersi se la Cresima sia veramente considerata il sacramento del dono dello Spirito, dato in pienezza, per illuminare e sostenere la scelta di un progetto di vita fondato sui valori vissuti da Cristo o non sia piuttosto "un certificato" che è bene garantirsi in vista del matrimonio Per fare un po' più di chiarezza, prendiamo alcuni spunti da ciò che è scritto nella introduzione al rito della Cresima: “Con il Sacramento della Confermazione i battezzati proseguono il cammino dell'iniziazione cristiana. In forza di questo sacramento, essi ricevono l’effusione dello Spirito Santo, dono che rende i fedeli in modo più perfetto conformi a Cristo e comunica loro la forza di rendere testimonianza per l’edificazione del suo corpo nella fede e Nella carità. Essi ricevono inoltre il carattere o segno indelebile del Signore. “Sarete miei testimoni", è il titolo del catechismo dei ragazzi che si preparano alla Cresima.
Lo Spirito Santo ci è donato nella Cresima con la pienezza dei suoi doni, perché possiamo testimoniare Cristo morto e risorto, cioè viviamo da “uomini nuovi" che considerano la vita come un dono da mettere a servizio, per costruire con Cristo una comunità di amore. Testimoniare significa saper indicare in mezzo alle tante "ombre e contraddizioni della nostra società i segni della presenza di Dio, saper affrontare la vita con coraggio, consapevoli che Dio è all'opera; significa dare un senso, una direzione giusta all’esistenza personale, grazie alla luce che viene dalla parola di Dio; significa contestare, senza paura di pagare di persona, tutto ciò che è contro il Vangelo e la vera dignità di ogni vita umana. La Cresima segna quindi l'inizio di un nuovo cammino, in cui Cristo deve essere sempre più presente come persona viva, capace di rispondere alle domande più profonde che salgono dalla vita concreta, capace di indicare l'unico e autentico criterio che aiuta a discernere ciò che è veramente bene o male per l'umano che è in noi e in ogni altra persona.
Questa è la storia della prima Cresima: Gli Apostoli, in quel giorno di Pentecoste, erano nel Cenacolo in preghiera insieme alla Vergine Santa. "Venne all’improvviso dal Cielo un rombo come di vento che si abbatté gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posavano su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo."
Cristo ci ha donato il suo amore, prima ancora che noi lo amassimo, e ha stabilito un colonna a sostegno della verità. Questa colonna è la Chiesa cattolica. Vediamo dunque nei particolari cosa significa “cresima” e che valore ha per il cristiano.
1. LA CRESIMA È UN VERO E GRANDE SACRAMENTO istituito da Gesù e promulgato dagli Apostoli.
Pietro e Giovanni l’amministrarono a Samaria ove molti si erano convertiti: "Essi discesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; era infatti ancora disceso sopra nessuno di loro; ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo" (2).
S. Paolo, ad Efeso, l’amministrò a 12 uomini seguaci di S. Giovanni Battista: dopo averli battezzati li cresimò: "non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, scese su di essi lo Spirito Santo e parlavano in lingue e profetizzavano" (3).
Giovanni Paolo II spiega molto bene questo Sacramento: "La Confermazione completa il Battesimo, perfeziona il cristiano. L’imposizione delle mani e l’unzione con il sacro crisma – l’olio santo di Cristo – sono i segni efficaci del dono dello Spirito Santo. Prima di segnare la vostra fronte col sacro crisma, stenderò le mani su tutti i cresimandi. È il gesto che ci viene da Gesù mediante gli apostoli. Con questo gesto è il Signore che prende possesso di voi, che vi protegge con la sua mano; è lui che vi guida, che vi manda in missione, come se vi dicesse: Non aver paura, Io sono con te. E per ciascuno di voi io pronuncerò le parole: Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono. Voi partecipate alla grazia di Gesù che a Nazaret diceva: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione. Lo Spirito vi è stato dato perché tutto il vostro essere cristiano sia illuminato e fortificato. Sì, lo Spirito completa la vostra somiglianza con Cristo: vi segna profondamente con la sua impronta (con il segno della croce) come il bambino porta la somiglianza dei suoi genitori e voi sapete che la croce è il segno di Cristo. Esso (lo Spirito) diventa il vostro maestro interiore che vi apporta costantemente la luce di Cristo per guidarvi verso la verità tutta intera". Tutto questo non avviene passivamente, ma richieste la fede, la partecipazione sentita del cresimando.
Abbiamo preferito interrompere qui il testo per non appesantire troppo la pagina, cliccando qui sotto su continua potete scaricare il testo completo, in formato PDF.
Attenzione quando cliccate su continua avrete l'impressione che non stia succedendo nulla, non preoccupatevi, attendete circa 30 secondi e verrà visualizzato lo studio.
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La Cresima o confermazione è il sacramento che sigilla e rafforza la nostra fede in Cristo Gesù. (vedi mappa sito)
Nella società odierna questo sacramento è stato da molti declassato a semplice formalità, utile per potersi sposare nella Chiesa cattolica. Molti vogliono cresimarsi, ma ne farebbero volentieri a meno, se non fosse obbligatorio per sposarsi in Chiesa.
La secolarizzazione ha prodotto tiepidezza in molti cristiani, che si definiscono cattolici solo perché da bambini sono stati battezzati.
Innanzitutto quindi bisogna riscoprire che significa essere cattolico?
Significa forse poter usufruire della Chiesa parrocchiale per invitare parenti ed amici nel giorno del battesimo, prima comunione, cresima e matrimonio?
Spesso chi si trova a passare davanti una chiesa in quei giorni, assiste a scene vergognose, che vedono gli “uomini” o alcuni appartenenti a questa categoria, restare fuori, davanti la Chiesa, nei pressi dell’entrata magari.
Costoro relegano alle donne la funzione religiosa, loro hanno altro di cui discutere, la Messa è “roba da donne”. Poi magari se gli chiedi se sono cattolici, ti rispondono con un secco e convinto SI’?
In questo ambiente pseudo-cristiano, la Cresima, così come gli altri sacramenti hanno un valore pagano, comodista, più che sacramentale. A costoro infatti importa più la sala banchetti che la cerimonia religiosa.
Quando a questo accostiamo la scarsa sensibilità del parroco, si assiste ad un progressivo intiepidimento dei fedeli, alcuni si allontanano dalla parrocchia, per ritornarvi solo a Natale e Pasqua, altri preferiscono abbandonare la Chiesa cattolica per approdare verso lidi protestanti.
Di chi è la colpa? Bé, devo dire che la tendenza di addossarla ai soli preti è forte e dilagante, ma in effetti le colpe sono da dividere, i preti che non sanno adeguatamente coinvolgere i fedeli hanno delle forti responsabilità, ma anche questi ultimi devono ammettere le proprie.
In fondo la fede, la Parola, non la si riceve forzatamente, non si va in Chiesa come in Ospedale, a farsi fare un’iniezione di fede e poi via per le vie del mondo.
Cristo richiede partecipazione sentita, amore per Lui e per la Chiesa, i cristiani di passaggio non lo amano veramente, amano più se stessi e i piaceri del mondo. Lo sposo non ama la sposa, di passaggio, ma vive assieme a lei, sopportando a volte anche il suo brutto carattere, per amore. In fondo nessuno di noi è perfetto, ma non sopportiamo il vedere un prete poco simpatico, nei preti vogliamo vedere solo perfezione, dimenticando che in fondo sono uomini anche loro, ognuno con i propri pregi e difetti. Ecco perché gli addossiamo facilmente la colpa della nostra tiepidezza.
Tuttavia per coinvolgere in maniera adeguata i fedeli più restii servono preti dal carattere coinvolgente, con un forte carisma trascinante, e non è facile averli a porta di mano.
Ad di là di ragioni e torti, di antipatie e simpatie, Dio ci chiama in prima persona, è a Lui che dobbiamo guardare. La Cresima è il sacramento che continua ad essere chiesto dalla quasi totalità dei genitori per i loro figli, ma, forse, è il meno “amato”, perché il meno capito. Ci sono ragazzi che, molto spesso, non vedono l'ora di fare la Cresima per chiudere con la catechesi e purtroppo, anche con la Messa..
Da un lato, insomma, Cè la Chiesa consapevole di celebrare un avvenimento - la Pentecoste - e di ricevere in dono lo Spirito Santo, dall’altro ci sono genitori che apprezzano la bella cerimonia, ma che, in molti casi, faticano a cogliere il significato di quel momento e di quei segni perla vita dei loro figli. Viene da chiedersi se la Cresima sia veramente considerata il sacramento del dono dello Spirito, dato in pienezza, per illuminare e sostenere la scelta di un progetto di vita fondato sui valori vissuti da Cristo o non sia piuttosto "un certificato" che è bene garantirsi in vista del matrimonio Per fare un po' più di chiarezza, prendiamo alcuni spunti da ciò che è scritto nella introduzione al rito della Cresima: “Con il Sacramento della Confermazione i battezzati proseguono il cammino dell'iniziazione cristiana. In forza di questo sacramento, essi ricevono l’effusione dello Spirito Santo, dono che rende i fedeli in modo più perfetto conformi a Cristo e comunica loro la forza di rendere testimonianza per l’edificazione del suo corpo nella fede e Nella carità. Essi ricevono inoltre il carattere o segno indelebile del Signore. “Sarete miei testimoni", è il titolo del catechismo dei ragazzi che si preparano alla Cresima.
Lo Spirito Santo ci è donato nella Cresima con la pienezza dei suoi doni, perché possiamo testimoniare Cristo morto e risorto, cioè viviamo da “uomini nuovi" che considerano la vita come un dono da mettere a servizio, per costruire con Cristo una comunità di amore. Testimoniare significa saper indicare in mezzo alle tante "ombre e contraddizioni della nostra società i segni della presenza di Dio, saper affrontare la vita con coraggio, consapevoli che Dio è all'opera; significa dare un senso, una direzione giusta all’esistenza personale, grazie alla luce che viene dalla parola di Dio; significa contestare, senza paura di pagare di persona, tutto ciò che è contro il Vangelo e la vera dignità di ogni vita umana. La Cresima segna quindi l'inizio di un nuovo cammino, in cui Cristo deve essere sempre più presente come persona viva, capace di rispondere alle domande più profonde che salgono dalla vita concreta, capace di indicare l'unico e autentico criterio che aiuta a discernere ciò che è veramente bene o male per l'umano che è in noi e in ogni altra persona.
Questa è la storia della prima Cresima: Gli Apostoli, in quel giorno di Pentecoste, erano nel Cenacolo in preghiera insieme alla Vergine Santa. "Venne all’improvviso dal Cielo un rombo come di vento che si abbatté gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posavano su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo."
Cristo ci ha donato il suo amore, prima ancora che noi lo amassimo, e ha stabilito un colonna a sostegno della verità. Questa colonna è la Chiesa cattolica. Vediamo dunque nei particolari cosa significa “cresima” e che valore ha per il cristiano.
1. LA CRESIMA È UN VERO E GRANDE SACRAMENTO istituito da Gesù e promulgato dagli Apostoli.
Pietro e Giovanni l’amministrarono a Samaria ove molti si erano convertiti: "Essi discesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; era infatti ancora disceso sopra nessuno di loro; ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo" (2).
S. Paolo, ad Efeso, l’amministrò a 12 uomini seguaci di S. Giovanni Battista: dopo averli battezzati li cresimò: "non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, scese su di essi lo Spirito Santo e parlavano in lingue e profetizzavano" (3).
Giovanni Paolo II spiega molto bene questo Sacramento: "La Confermazione completa il Battesimo, perfeziona il cristiano. L’imposizione delle mani e l’unzione con il sacro crisma – l’olio santo di Cristo – sono i segni efficaci del dono dello Spirito Santo. Prima di segnare la vostra fronte col sacro crisma, stenderò le mani su tutti i cresimandi. È il gesto che ci viene da Gesù mediante gli apostoli. Con questo gesto è il Signore che prende possesso di voi, che vi protegge con la sua mano; è lui che vi guida, che vi manda in missione, come se vi dicesse: Non aver paura, Io sono con te. E per ciascuno di voi io pronuncerò le parole: Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono. Voi partecipate alla grazia di Gesù che a Nazaret diceva: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione. Lo Spirito vi è stato dato perché tutto il vostro essere cristiano sia illuminato e fortificato. Sì, lo Spirito completa la vostra somiglianza con Cristo: vi segna profondamente con la sua impronta (con il segno della croce) come il bambino porta la somiglianza dei suoi genitori e voi sapete che la croce è il segno di Cristo. Esso (lo Spirito) diventa il vostro maestro interiore che vi apporta costantemente la luce di Cristo per guidarvi verso la verità tutta intera". Tutto questo non avviene passivamente, ma richieste la fede, la partecipazione sentita del cresimando.
Abbiamo preferito interrompere qui il testo per non appesantire troppo la pagina, cliccando qui sotto su continua potete scaricare il testo completo, in formato PDF.
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